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La speculazione sostiene Nexi, altri fondi interessati

Oltre a Cvc anche altri tre-quattro fondi starebbero valutando la società dei pagamenti digitali, tra cui il canadese Brookfield

di Paolo Paronetto

A logo stands outside the Nexi SpA headquarters in Milan, Italy, on Monday, April 15, 2019. The initial public offering of payment-service company Nexi raised 2.01 billion euros ($2.3 billion), making it the biggest listing in Europe so far this year and the third major IPO of a payment-processing institution in the region in less than a year. Photographer: Alessia Pierdomenico/Bloomberg via Getty Images

2' di lettura

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - La speculazione sui possibili pretendenti interessati a presentare un'offerta su Nexi continua a sostenere il titolo della società a Piazza Affari. Le azioni resistono così alle vendite e mettono a segno la migliore prestazione del FTSE MIB con un progresso anche oltre un punto. Secondo le ultime indiscrezioni, oltre a Cvc anche altri tre-quattro fondi starebbero valutando la società dei pagamenti digitali, tra cui il canadese Brookfield, che ha da poco comprato il merchant acquirer Network International battendo la concorrenza proprio di Cvc e di Francisco Partners. Secondo quanto riferito dal Corriere della Sera, Nexi potrebbe inoltre cedere la rete interbancaria italiana (ricevuta da Sia) al fondo F2i per alleviare le preoccupazioni per la sicurezza nazionale e ottenere il via libera di Cdp a un'eventuale operazione.

«Positivo il potenziale interesse di Brookfield anche se al momento non ci sono conferme ufficiali», commenta Intermonte. «Nel caso di un’operazione su Nexi - aggiunge la Sim - non vediamo significative sinergie a livello operativo con Netwrok International visto il diverso posizionamento geografico mentre ci potrebbero essere importanti valenze dal punto di vista degli investimenti considerando che le due società operano in settori come acquiring e issuing che necessitano di notevoli investimenti tecnologici e in device che potrebbero essere condivisi».

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Secondo il Corriere, inoltre, alcuni fondi azionisti come Bain e Advent sarebbero pronti a vendere avendo prezzi di carico più bassi, mentre il primo azionista Hellman & Friedman sarebbe disposto a rimanere nel capitale essendo entrato in Nexi ai tempi della fusione con Nets, quando il titolo trattava a prezzi doppi rispetto a ora. «Dato che oltre il 40% del capitale è flottante e circa metà dei private equity sarebbero pronti ad accettare un'offerta, un'opa può avere successo pur mantenendo Nexi quotate», chiosa Banca Akros.

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