Scuola in presenza: priorità vaccinare personale e studenti. Ecco come
Gravi danni se si rimane a lungo lontani dai banchi. L’obbligo per docenti e non docenti rimane al momento l’estrema ratio
di Nicola Barone
I punti chiave
3' di lettura
Vaccinare l’intero personale scolastico, docente e non docente, prima di tornare in aula. Compresi mano a mano quelli che siederanno dietro i banchi, gli studenti delle età per le quali sono arrivate le autorizzazioni. È la linea in forma di raccomandazione del Comitato tecnico scientifico, interpellato dal ministero dell’Istruzione sulle varie questioni aperte in vista della riapertura. L’appello ai decisori è perché intraprendano «ogni sforzo per raggiungere un’elevata copertura vaccinale» del personale, «promuovendo campagne informative, ma anche individuando delle misure, anche legislative».
Presenza «assolutamente necessaria»
La presenza fisica, in classe, viene ritenuta dagli esperti «assolutamente necessaria». Si parte da qui. Non solo per la formazione degli studenti, ma anche come momento indispensabile nel loro percorso di sviluppo psicologico e di strutturazione della personalità, con gravi danni a lungo termine nell’eventualità contraria. L’obbligo della vaccinazione per il personale rimane al momento l’estrema ratio, secondo il direttore generale della prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza. «Servono leggi e una volontà condivisa. È un percorso lungo, ma il vaccino è un diritto e un dovere».
Avanzare campagna sopra i 12 anni
Quanto agli studenti di età eguale o superiore ai 12 anni «benché, per questi ultimi, è noto che lo sviluppo di una sintomatologia grave sia evento infrequente e che i casi letali sono estremamente rari, nondimeno si rivela essenziale avanzare celermente con la campagna vaccinale», si evidenzia del Comitato Tecnico Scientifico in risposta ai quesiti del Ministero dell’Istruzione.
Distanziamento cruciale, in assenza mascherina
Le mascherine in classe si dovranno tenere quando non sia possibile il distanziamento da seduti. «È una delle misure fondamentali. E anche nel parere del Cts è scritto che, nel quadro epidemiologico attuale, rappresenta la misura elettiva che garantisce la maggior sicurezza», ha sottolineato il presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss) Silvio Brusaferro. «Laddove per motivi straordinari questo tipo di misura non possa essere mantenuta, sapendo che è un livello più basso di sicurezza si può adottare almeno la mascherina chirurgica, non qualsiasi mascherina. Fermo restando che comunque deve essere garantita la circolazione dell’aria e tutte le altre misure. C’è un livello di flessibilità in condizioni di straordinarietà, sapendo però che il livello primario di sicurezza è dato dal distanziamento».
Esclusi test per la frequenza
Per quanto riguarda i test, il Cts ritiene che non debbano eseguirsi test in ambito scolastico né screening antigenici o anticorpali per la frequenza scolastica. Nessun test diagnostico preliminare è necessario, mentre - dove tale soluzione fosse giuridicamente percorribile - può ipotizzarsi la richiesta del green pass per il personale. Nel caso di sintomi di infezione acuta delle vie respiratorie del personale scolastico o degli studenti, si dovrà attivare la procedura di segnalazione e contact tracing da parte della Asl competente. Quanto, infine, alle misure di igienizzazione degli ambienti, il Cts raccomanda la pulizia quotidiana, accurata e ripetuta, di tutti gli ambienti.
Stop porzioni monopasto a mensa
Tra le varie indicazioni del Comitato tecnico scientifico trova posto l’utilizzo delle mascherine da parte del personale che serve i pasti e, dove la soluzione sia giuridicamente percorribile, anche con il green pass. Il servizio, e questa è una importante novità rispetto allo scorso anno, può essere erogato nelle forme senza porzione monouso ma con il servizio mensa tradizionale. Andranno predisposti punti per il lavaggio delle mani all’ingresso e all’uscita.
Bianchi: 1,680 miliardi per rientro in sicurezza
Il ministero è «da tempo» al lavoro per garantire le condizioni necessarie, ha assicurato dal canto suo il responsabile dell’Istruzione Patrizio Bianchi. «È un obiettivo che il Governo ha perseguito sin dal proprio insediamento. L’impegno in questa direzione è testimoniato anche dalle risorse stanziate nei recenti provvedimenti del Governo: 1,680 miliardi in totale per il rientro in sicurezza a settembre».
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