In crescita

La spinta dell’innovazione sulla farmaceutica made in Italy

di Federico Mereta

I benefici. Grazie alla ricerca e all'innovazione negli ultimi anni sono stati fatti passi avanti considerevoli nella diagnosi e nella cura migliorando l'aspettativa di vita delle persone

2' di lettura

Innovazione e valore. Quando si pensa al farmaco, diventa quasi un’equazione indissolubile quella che porta a migliorare il benessere delle persone grazie alla ricerca e la ricaduta in termini economici, sociali e scientifici dei medicinali. Un dato per tutti. La produzione nel 2020 ha raggiunto un valore di 34 miliardi di euro, posizionando l’Italia ai primi posti nell’Unione Europea, con Francia e Germania. Il risultato nasce dalla capacità delle aziende di coniugare alti livelli qualitativi, innovazione, produzione di valore aggiunto e attrazione di rilevanti investimenti nazionali ed esteri con le imprese del settore che nel 2020 hanno investito nel Paese 3 miliardi di euro: 1,6 in Ricerca & Sviluppo (+14% dal 2015 al 2020) e 1,4 in produzione. Ma andiamo con ordine: il solo ambito della ricerca delle aziende farmaceutiche vale il 6,3% del totale degli investimenti del Paese, con una crescita degli investimenti del 14% tra il 2015 e il 2020, con messa a punto e sviluppo di farmaci biotech, vaccini, emoderivati, terapie avanzate e farmaci orfani. Ovviamente, in questo panorama sono importanti gli studi clinici, che hanno una ricaduta non solo per il paziente ma anche per il sistema: si calcola che per 1 euro investito in studi clinici il beneficio economico complessivo per il SSN è 2,8 euro, in termini sia di spese dirette connesse allo studio sia di spese indirette per la fornitura di farmaci e la gestione dei pazienti. Oggi, quindi, con 6.750, addetti nell’ambito di Ricerca & Sviluppo, l’industria farmaceutica è il primo settore industriale in Italia per investimenti per addetto in collaborazione con altri soggetti, pubblici o privati, in quella che viene definita “open innovation” e per quota di imprese con accordi di collaborazione con Università e Centri di Ricerca pubblici (80%). Grazie a queste dinamiche economiche, nel 2020 è aumentato del 29% il numero di brevetti per farmaceutica e biotecnologie presentati allo European Patent Office, ben più della media Ue (+10,2%). È anche grazie a questi sforzi che oggi 2 persone su 3 con una diagnosi di cancro sopravvivono dopo 5 anni (30 anni fa erano 1 su 3), che l’infezione da Hiv è diventata una patologia cronica e un ventenne al quale è diagnosticato ha una aspettativa di vita di 70 anni, che l’epatite C è curabile (in cinque anni i pazienti trattati sono più di 230 mila), che la mortalità per malattie croniche è fortemente diminuita e per quelle cardiovascolari è scesa del 30% in 10 anni, che grazie ai vaccini stiamo vincendo la sfida contro diverse malattie. Il farmaco è un bene che non smetterà di offrire speranza: grazie all’impegno delle aziende, si è al record di prodotti in sviluppo nel mondo, più di 18 mila dei quali oltre 8 mila in fase clinica.

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