La stadio «made in Italy» rigenera Tirana con un investimento da 80 milioni
Oltre alla struttura sportiva previsti uffici, negozi, spazi per la ristorazione e una torre-hotel alta 100 metri, che l’anno prossimo aprirà con insegna Marriot. Il progetto è di Archea Associati.
di Paola Pierotti
3' di lettura
Tirana contemporanea, “made by italians”. In occasione della partita Albania-Francia valida per le selezioni agli Europei di Calcio (17 novembre 2019) è stato inaugurato il nuovo stadio nazionale, l’arena Kombetare, progettato da Marco Casamonti fondatore dello studio Archea Associati.
Un impianto sportivo che rispetta gli standard Uefa ed è al contempo un intervento di rigenerazione che riabilita un’area finora degradata. Il nuovo stadio – impostato all’inglese, con tribune a ridosso del campo - si distingue per una planimetria caratterizzata da controcurve concave che sul fronte urbano si aprono in piazze di libera fruizione su cui si affacciano anche bar e caffè.
Un’operazione immobiliare da 80 milioni, 70 finanziati dall’impresa Albstar – che ha costruito l’opera e gestirà la parte extra-sportiva – e che include oltre allo stadio anche uffici, negozi, spazi per la ristorazione e una torre-hotel alta 100 metri, che l’anno prossimo aprirà ospitando un hotel del gruppo Marriott.
È questo l’ultimo tassello in ordine di tempo di una serie di iniziative che vedono protagonisti gli architetti italiani. Archea Associati in particolare ha avviato da anni nella capitale albanese il cantiere della torre polifunzionale 4 Evergreen, nata da un concorso, nell'ambito del programma di riqualificazione dell'ex sindaco (e artista) Edi Rama e ha recentemente avviato un altro cantiere per dare vita ad un complesso residenziale di 45mila mq, il Garden Building.
Tre anni di cantiere per il nuovo stadio urbano studiato come un complesso multifunzionale, anche in linea con le aspettative delle società calcistiche e della sostenibilità economica di impianti che devono avere una vita continuativa, nelle diverse ore della giornata e nei 365 giorni dell’anno.
Il nuovo progetto nasce quindi da intervento di sostituzione edilizia, «ubicato nella stessa area dove sorgeva l’originale complesso sportivo dedicato all’atletica e al calcio disegnato alla fine degli anni Trenta dall’architetto fiorentino Gherardo Bosio. L’edificio – racconta Casamonti - ad eccezione della struttura monumentale di ingresso della tribuna autorità, è stato completamente demolito e ricostruito».
Soluzione che si è resa necessaria per poter aumentare la capienza dello stadio, coprirlo in ogni ordine di posto, conservando al contempo lo stesso ruolo simbolico che la struttura originaria rivestiva all'interno della città.
«Per rispettare la storia e la tradizione del luogo e poter mantenere lo stadio all'interno dello stesso sedime, ampliandone però la capacità – spiega l'architetto – abbiamo smontato e ricostruito in modo filologico la facciata monumentale della tribuna autorità, ripristinandola anche come valore e ruolo di elemento di accesso alle aree Vip dello stadio».
Oltre all'elemento della torre, il nuovo stadio si caratterizza per la presenza di tre tribune, invece che quattro, e si presenta come una sorta di teatro classico, riproponendo l’idea de La Bombonera di Buenos Aires, per dare una risposta allo spazio limitato dell'area di progetto.
Per l'involucro si sono scelti i colori rosso e nero che richiamano quelli della bandiera nazionale e le facciate, per una superficie di 30mila mq, sono state rivestite con 3.200 colonne/brise-soleil, «elementi verticali, alti un piano, realizzati ad hoc – spiegano dallo studio Archea – decorati in bassorilievo con un pattern che ricorda il tessuto degli abiti e dei tappeti tradizionali albanesi».
Il nuovo stadio, che prende il nome dallo sponsor (Air Albania Stadium), è anche un segno della collaborazione Italia-Albania che si rinnova cent'anni dopo la collaborazione di architetti e urbanisti italiani che hanno disegnato l'impostazione urbana negli anni 20 e 30. Un progetto di restauro, inedito a Tirana; un’opera complessa che in 3 anni è stata progettata, autorizzata e costruita; una fabbrica che ha visto impegnati 500 operai al giorno (i calcestruzzi sono stati gettati in tre turni, anche di notte).
Guardando al futuro, il sindaco di Tirana Erion Veliaj ricorda che «tanti architetti come lo stesso Marco Casamonti, Stefano Boeri e Mario Cucinella stanno lavorando in città e qui trovano un contesto nuovo dove c'è voglia di fare, è il posto ideale se sei un architetto che ha delle idee. A Tirana non ci sono i valori di mercato di Milano ma dove si fanno interventi mirati il real estate ne giova con prezzi superiori dal 50 al 300%».
Dai data center alla moda con il design, alla logistica: da Tirana una mano tesa per aprire un altro secolo di relazioni tra i due Paesi.
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