La start up che converte (facilmente) la barca all’elettrico
L’anconetana Elettrica Wave ha ideato un sistema di conversione di barche tradizionali in full electric o ibrido, grazie al fotovoltaico
di Marco Trabucchi
4' di lettura
L'attenzione all'ambiente e alla sostenibilità sta premendo l'acceleratore nello sviluppo del mercato della nautica elettrica, con le previsioni che stimano il raggiungimento valore di 7,76 miliardi di dollari entro il 2028 (considerando che questo stesso valore per il 2021 si assestava a 3,32 miliardi). Da queste premesse è nata l'idea di creare un facilitatore di penetrazione della tecnologia green, convertendo le barche tradizionali con motore termico in elettriche o ibride.
Elettrica Wave è il nome della system integrator per la nautica elettrica, con focus principale sulla conversione di barche tradizionali in full electric o ibride, ma attiva nello sviluppo di una rete di ricarica portuale con un approccio circolare nautical zero emission.
Con sede ad Ancona, la startup ha concluso la realizzazione dell'EW01, la barca demo 100% elettrica a disposizione di potenziali armatori interessati a toccare con mano i grandi vantaggi di silenziosità, comfort e sostenibilità di una imbarcazione di questo tipo. Si tratta di un gozzo lungo 8,5 metri, con motore Bellmarine da 15 kW provvisto di tendalino fotovoltaico con moduli Sunerg a celle bifacciali con potenza da 1 kWp. A una velocità di 5 nodi, in una giornata di sole, l'imbarcazione ha un'autonomia di oltre 6 ore in modalità full elettric, che può essere estesa a 20h utilizzando l'apposito kit Range Extender in modalità ibrida.
«Siamo partiti dallo scorso settembre al salone nautico di Genova, dove abbiamo ufficializzato il nostro business model per poi presentare il nostro gozzo a ottobre ormeggiato ad Ancona - spiega l'ingegner Mauro Moroni, Ceo e fondatore di Elettrica Wave dopo l'esperienza con la Moroni & Partners, società di ingegneria energetica venduta nel 2019 al Gruppo Kiwa -. Purtroppo il mercato italiano sta andando a rilento per quanto riguarda l'elettrificazione nautica, una crescita che stenta ancora a decollare. Si soffre della mancanza di incentivi governativi, che darebbero una spinta propulsiva notevole, come avviene per l'automotive».
Un mercato che guarda con interesse soprattutto alla navigazione nautica per trasporto di persone, come conferma Moroni: «Sulla conversione in elettrico le potenzialità maggiori sono per le tratte fisse e programmate di trasporto passeggeri: traghetti marittimi a breve percorrenza, trasporto lacustre e fluviale e nelle aree marine protette. Senza dimenticare tutte le attività professionali che guardano con interesse al rispetto dell'ambiente, come pesca e selvicoltura biologica».
La conversione delle piccole barche è semplice: basta sostituire il motore termico con un generatore che alimenta batterie e motore. Per i sistemi più complessi serve la certificazione e Elettrica Wave pensa anche a questo, grazie alla sinergia con Enave (Ente navale europeo), organismo che si dedica alla certificazione finale delle conversioni a garanzia per l'armatore sul fronte della sicurezza del lavoro svolto. I partner sono Torqeedo e Bellmarine/Transfluid – alle batterie – le Victron – compresi tutti i sistemi di controllo e gestione fino all'infrastruttura di produzione energetica e ricarica.
«Abbiamo industrializzato il processo di conversione nel modo più semplice possibile: l'armatore porta la sua imbarcazione al proprio cantiere di fiducia, il cantiere smonta la parte termica e la nostra squadra arriva con i materiali e ci lavora per un paio di settimane. Effettuata l'ispezione di Enave il lavoro è fatto. Inoltre, per quanto riguarda la parte infrastrutturale siamo partner di Plenitude + Be Charge, lavorando in sinergia con porti e marine per lo sviluppo delle stazioni di ricarica».
La gran parte delle perplessità, quando si parla di trasporto elettrico, riguarda l'autonomia, la durata di una batteria e ovviamente il costo di conversione. «Sull'autonomia i limiti sono ancora tecnologici, dovuti al peso e all'ingombro delle batterie da stivare. Se ipotizziamo una barca a vela tra i 9 e 15 metri un pacco batteria può oscillare tra i 70 Kg e i 180 Kg, peso che è abbondantemente compensato dalla mancanza di carburante a bordo e dal motore elettrico decisamente più leggero di quello diesel. Per quanto riguarda la durata media delle batterie, qui l'evoluzione tecnologica sta rendendo sempre più longeve ed efficienti le prestazioni nel tempo. Normalmente una batteria ad utilizzo nautico (es. LiFePO4) ha una durata dai 3500 ai 4500 cicli, che consente di avere dopo 15 anni ancora l'80% della capacità disponibile, se opportunamente manutenuta», spiega Moroni.
Per quanto riguarda i costi, sono a disposizione nel sito aziendale con alcuni esempi indicativi. Ad esempio, per l'elettrificazione di una barca a vela da sei metri con un motore elettrico da 5 Kw, batterie da 5 kWh, carica batterie da 2 kW e pannello solare da 50 Wp. Un sistema che garantisce autonomia da 5 ore con velocità da 3 nodi, 2 ore a 4 nodi, 1 ora a 5 nodi, per un costo a partire da 11.900 euro (esclusa Iva e installazione).
Per un gozzo linea d'asse di 8 metri full elettric con un motore da 10 Kw, batterie da 12 Kw e caricabatterie da 3 Kw con autonomia a 4 nodi di 6 ore, il costo è indicativamente di 22.900 euro. Per la conversione in modalità ibrida sempre per un gozzo da 8 metri con motore e batteria da 15 Kw, con un'autonomia in Full electric di 8 ore a 4 nodi e di 90 ore in ibrida, il kit di conversione ha un prezzo indicativo di 27.900€ sempre esclusa iva e installazione.
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