La Stazione sperimentale industria pelli rilancia la ricerca di filiera
L’ente, dotato di una nuova sede e di laboratori avanzati, realizza progetti per migliorare la sostenibilità delle produzioni
di Vera Viola
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sperimentare nanotecnologie e approcci 4.0 per produrre nuove generazioni di cuoi sostenibili destinati all’industria della moda; dare nuova vita agli scarti dall’industria della moda in pelle; adottare (programma Leonardo) soluzioni per il comfort del veicolo nell’ambito del progetto «Borgo 4.0» sull’auto elettrica o a guida autonoma. Sono solo pochi esempi dei numerosi progetti di ricerca che vedono impegnata in prima linea la Stazione sperimentale industria pelli (ssip) in partnership con numerose istituzioni e imprese.
Progetti di ricerca che, aggiunti a pubblicazioni scientifiche di rango e partecipazione a congressi internazionali di settore sono, in sintesi, il bilancio del primo quadriennio di un nuovo corso. L’ente è più che centenario, ma per molti anni è rimasto quasi dormiente. Fino al 2017, quando un nuovo management, con il sostegno dei soci e dopo il trasferimento in una sede adeguata e attrezzata, ha dato una spinta al rilancio. Soci per legge della Stazione sperimentale pelli sono le Camere di commercio di Napoli, Pisa e Vicenza, aree in cui sono presenti i tre principali distretti industriali italiani specializzati nel trattamento delle pelli di Arzignano (Vicenza), Santa Croce sull’Arno (Pisa) e Solofra (Avellino).
«La Stazione sperimentale pelli negli ultimi quattro anni ha svolto un intenso ruolo di ente di ricerca sperimentale e di formazione a supporto dell’industria del settore – spiega il direttore generale Edoardo Imperiale – Questa oggi è dotata di laboratori accreditati e dotati di tecnologie molto sofisticate . Supporta il settore conciario, oggi costituito da circa 1.200 imprese distribuite principalmente nei tre distretti». Diventa, in altre parole, centro gravitazionale di un metadistretto manifatturiero. «Lavoriamo anche con il vice presidente nazionale di Assocalzaturifici, Pasquale Della Pia, a un progetto di innovazione, sostenibilità e digitalizzazione anche del comparto calzature. In Campania, insomma, si va a costruire una intera filiera della pelle sempre più competitiva e rappresentativa».
La Ssip si occupa di ricerca industriale e sviluppo sperimentale, opera su tutto il territorio nazionale attraverso la sede principale all’interno del Parco Scientifico e Tecnologico Adriano Olivetti di Pozzuoli (Napoli) e presso le sedi presenti nei Distretti Industriali. La importante dotazione di tecnologie fa sì che si configuri come un dimostratore tecnologico di fabbrica conciaria sostenibile e 4.0, nel quale poter svolgere attività di testing e certificazione.
Dal momento della sua ripartenza, i temi della sostenibilità e dell’economia circolare sono stati la priorità. «Siamo convinti – aggiunge Imperiale – che il manifatturiero legato alla pelle possa essere sempre più sostenibile e innovativo. Tecnologie di processo, ambiente e sostenibilità e tecnologie di prodotto per la pelle italiana: su questi tre ambiti si muove la Stazione Sperimentale. Ci stiamo specializzando su sistemi per il recupero degli scarti della lavorazione e per ottimizzare i processi di depurazione».
La sostenibilità ambientale è il pilastro anche della seconda delle missioni della Ssip: la formazione di nuove competenze tecniche per creare i profili professionali di cui hanno bisogno i settori che sono connessi a quello della pelle: moda, arredamento, automotive, calzatura, interiors, pelletteria. Va in questa direzione l’Academy Politecnico del cuoio. E, sempre a questo scopo, la Ssip ha attivato nell’ambito dell’Its Moda un corso per preparare figure specializzate nella progettazione, trasformazione e innovazione del cuoio: i cosiddetti “Green ed Innovation Leather Manager”.
Infine, la Ssip realizza un’ intensa attività di divulgazione scientifica finalizzata al trasferimento di know how tecnologico.Attività rivolta a circa 2000 imprese della filiera, studiosi, ricercatori, università, istituzioni, centri di ricerca. Intensa anche la partecipazione a congressi internazionali: come il “The 13th European Conference on Industrial Furnaces and Boilers (19-22 aprile Algarve – Portogallo) dove sarà presentato uno studio sulla Valorizzazione energetica dei fanghi di conceria.
Altro fronte di grande importanza: la Ssip ha assunto il ruolo promotore e guida di un programma volto a ridurre l’impatto delle concerie sul fiume Sarmo, conosciuto come il più inquinato d'Europa. La Ssip ha siglato una convenzione con l'Autorità di Bacino Distrettuale dell'Appennino Meridionale finalizzata a verifiche sullo stato degli impianti e dei processi produttivi delle aziende. È prevista, alla fine, un’attestazione per le imprese che rispettano il fiume.
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