La strada per la mobilità sostenibile e il trasporto pubblico locale
di Angelo Costa
3' di lettura
Ci troviamo attualmente in una nuova fase di ricostruzione del Paese. Viviamo un periodo difficile, ma di fiducia verso il nuovo Governo guidato da un leader come Mario Draghi, e ciò va colto come opportunità di rilancio dell'economia, ma soprattutto come spunto per un approccio olistico al tema della mobilità sostenibile, considerata come uno dei tasselli basilari per la rigenerazione delle nostre realtà urbane.
Proprio la mobilità è una dei tasselli base del “Recovery plan”, che mette al centro la rivoluzione green, la mobilità appunto e le infrastrutture. Tre sono le strade da percorrere secondo quanto riportato nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica e inclusione sociale.
I fondi per la mobilità saranno destinati per la maggior parte a progetti di investimento, e in misura minore a sussidi e agevolazioni, mentre per i settori interessati si va dall'idrogeno verde (ovvero prodotto con tecniche sostenibili) alle energie rinnovabili. Alla rete ferroviaria e stradale sono destinati la maggior parte degli stanziamenti sin questo ambito (con una parte dedicata alla logistica portuale). Gli investimenti mireranno a incrementare la presenza dell'alta velocità nel meridione, ma anche alla messa in sicurezza e al monitoraggio digitale di viadotti ferroviari e stradali. Sempre in questa categoria di spesa rientra la creazione di assi viari moderni e sostenibili, con l'implementazione della rete di ricarica per veicoli elettrici.
Anche gli operatori del trasporto pubblico locale sono pronti a svolgere un ruolo di supporto alla generazione di nuove idee e alla messa in atto di soluzioni “intelligenti” per il futuro delle città italiane. Le soluzioni tecnico trasportistiche diventano in questo contesto la “subordinata” di un'attività più complessiva di pianificazione e regolazione degli obiettivi che la “Politica” con la P maiuscola ha preliminarmente stabilito.
Una serie di fenomeni “disruptive” era già in atto da tempo e gli esperti del settore della mobilità sono ormai sempre più focalizzati sul fatidico acronimo ACES (Autonomus, Connected, Electrified and Shared) per esprimere in sintesi gli assi portanti di tale trasformazione. La fase emergenziale del Covid ha impresso una forte accelerazione ad alcuni aspetti di innovazione: la rivoluzione digitale prende sempre più piede anche nel settore della mobilità.
La sostenibilità ambientale è ormai una strada senza ritorno, è necessario comunque abbinare a questo percorso un approccio di sostenibilità economico-finanziaria del settore del TPL che lo stesso Covid ha messo in crisi. La remunerazione del settore, basata sostanzialmente su un criterio fisso €/km, si sta dimostrando sempre più inadeguata. Il parco flotta bus esistente in Italia riporta un'età media di ca 12 anni rispetto a una media europea vicina agli 8 anni. Per raggiungere un livello paragonabile al dato europeo, la transizione ambientale richiede un fabbisogno di investimenti aggiuntivi per circa 8Mld€ di euro rispetto alle risorse già mobilitate a lungo termine dal Governo.
Per realizzare questi progetti di investimento, è necessario lavorare a una crescita dei sistemi di regolazione, seguendo la strada già intrapresa da altri settori dei servizi pubblici (post avvio della regolazione, gli investimenti nel settore idrico sono cresciuti a doppia cifra percentuale).
La regolazione diventa una precondizione per la bancabilità di progetti che, per le loro dimensioni e per la loro durata (un contratto di servizio opera su un orizzonte temporale di 7-10 anni), richiedono un approccio da finanza strutturata. Tali sistemi di regolazione diventano quindi strumento necessario per accrescere l'attrattività degli investimenti in questo settore.
La regolazione ha però bisogno di semplificazione del quadro regolatorio (anche rispetto alla tematica degli affidamenti dei servizi), di adeguatezza delle risorse e regolarità dei pagamenti da parte della PA, nonché di stimolo alle aggregazioni tramite premialità.
Rendendo maggiormente attrattivi gli investimenti nel trasporto pubblico, si aprono opportunità molto interessanti. La domanda crescente da parte degli investitori per prodotti fortemente caratterizzati da fattori ESG, può trovare ampia soddisfazione in una fase di transizione verso motorizzazioni ZEV (zero emission veichle).
È condivisibile la preoccupazione espressa recentemente dal nuovo Governo verso il tema della coesione sociale, il trasporto pubblico locale per diverse ragioni svolge un'azione positiva per la coesione del Paese, in particolare attraverso il presidio dei territori più remoti e la sicurezza delle aree urbane.
La buona notizia, è che vi sono attualmente tutti gli ingredienti per poter intraprendere in maniera brillante la strada verso la mobilità sostenibile, per il “bene comune” di tutto il Paese.
AMMINISTRATORE DELEGATO ARRIVA ITALIA
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