La mossa di Phillips: Milano sede strategica per l’Europa
La nuova sede nel cuore della città presenterà selling exhibitions di arte e fungerà da hub per collezionisti e buyer. Parola Cheyenne Westphal
di Silvia Anna Barrilà
5' di lettura
Arrivata per l'opening della nuova sede espositiva di Phillips in Via Lanzone, nel cuore di Milano, Cheyenne Westphal, Global Chairwoman della casa d'aste di proprietà del gruppo russo di beni di lusso Mercury Group, ha raccontato ad Arteconomy24 la sua strategia in Italia e gli attuali trend del mercato dell'arte ultra-contemporanea.
Perché avete deciso investire in Italia?
Siamo attivi in Italia dal 2015. Il nostro ufficio è guidato da Carolina Lanfranchi che lavora insieme a Margherita Solaini. Negli ultimi anni l'Italia è diventata un mercato molto attivo in molti dei sei dipartimenti in cui lavoriamo, soprattutto, il design, gli orologi e sempre più anche i gioielli. È un paese in cui abbiamo sia compratori che venditori che per noi è diventato di prima importanza in Europa. Abbiamo un importante ufficio a Parigi, ma l'inaugurazione dello spazio a Milano è per noi di rilevanza strategica.
In che modo lavorerete a Milano? Terrete anche delle aste?
No, non faremo aste a Milano. Abbiamo tre luoghi in cui le svolgiamo: Londra, New York e Hong Kong, ma abbiamo alcuni uffici strategici, per esempio, un anno fa abbiamo aperto a Los Angeles e ora Milano, dove abbiamo intenzione di organizzare un calendario regolare di selling exhibitions, eventi, anteprime delle opere che vendiamo a Londra, collaborazioni e partnership con altre organizzazioni.
Ma l'Italia è più un mercato di venditori o di compratori?
Entrambi. In termini di venditori è il paese più importante per il design, ma è rilevante anche per l'arte del XX secolo e l'arte contemporanea e per gli orologi. Ma abbiamo anche tanti collezionisti che acquistano in tutti i dipartimenti.
Esempi di opere che vengono consegnate dai collezionisti italiani?
Per il design, i grandi nomi del 900. Per l'arte, Fontana, naturalmente, ma non solo. Anche opere di artisti molto contemporanei, che sono state acquistate dalle gallerie locali e sono state poi vendute a livello internazionale a Londra, New York e anche a Hong Kong. Ma abbiamo anche compratori italiani che cercano opere per completare le loro collezioni, anche di artisti giovani.
Come decidete dove espandervi?
Osserviamo da dove arrivano le opere che vendiamo e l'Italia da qualche tempo è di importanza primaria, per cui è un'area che vogliamo sostenere e dove vogliamo crescere. In Italia siamo rispettati per la qualità che portiamo in termini di arte del XX e XXI secolo. Quest'anno abbiamo aperto anche la nuova sede di Hong Kong, dove siamo la prima casa d'aste con uno spazio dedicato, che si trova di fronte al museo M+. Siamo un'azienda moderna che riflette in modo strategico su dove basarsi. Los Angeles è stata strategica per gli Usa. Milano lo è per l'Europa. Ci è voluto del tempo, ma quando decidiamo che è un'area di importanza strategica, agiamo di conseguenza.
Altre aree strategiche?
Ci siamo concentrati su Milano e non abbiamo intenzione di aprire altre sedi in Europa quest'anno. In passato abbiamo investito molto su Parigi. Nel resto del mondo, appunto, Los Angeles e Hong Kong.
Ci saranno acquisizioni di altre case d'aste italiane?
No, questa non è la nostra strategia. Ci piace collaborare, lo abbiamo fatto in molti modi grazie alla nostra flessibilità, ma non con altre case d'aste e non prevediamo acquisizioni di altri player al momento.
Come cambia il mercato dell'arte ultra-contemporanea, in cui Phillips è specializzata?
Il 30% dei nostri collezionisti sono Millennials o Gen Z. Ciò vuol dire che un terzo della nostra clientela è un pubblico giovane che cerca artisti della propria generazione. Il focus su quanto accade oggi nell'arte fa parte del nostro Dna: i nostri specialisti sono informati sulle mostre, sanno quali artisti sono richiesti, per quali ci sono liste d'attesa, quali escono sulla stampa grazie ad Articker. Sappiamo dove è l'interesse dei collezionisti. Quindi, abbiamo notato che l'interesse ricade sui giovani e siamo stati pionieri nell'introdurre i giovani artisti all'asta. Ma lo facciamo con grande cura. Proponiamo un artista quando sappiamo che c'è richiesta. Certo l'arrivo dell'artista sul mercato secondario creerà eccitazione, anche in Italia lo abbiamo notato, perché ci sono ottime gallerie locali che mostrano nuovi talenti per i quali c'è richiesta internazionale, per cui è successo che i valori siano aumentati molto velocemente. E questo ha portato le persone a pensare di vendere, oppure a notare artisti che non conoscevano. Ma questo è anche pericoloso per l'artista.
Come evitate la speculazione, per mantenere i valori nel tempo?
Investiamo grande cura nel comprendere quando l'artista è pronto per l'asta, cioè quando c'è richiesta a livello globale. Stimiamo le opere con grande attenzione. Non attribuiamo mai stime più elevate del prezzo del mercato primario, anche se siamo certi che i valori saliranno. In tal caso, non alziamo le stime ma continuiamo ad essere cauti, anche all'asta successiva. Diamo tempo al mercato di stabilire il giusto livello di prezzo.
Quali artisti ultra-contemporanei mostrerete a Milano?
Iniziamo piuttosto con i classici, come Matisse, Lucio Fontana, Marino Marini. L'artista più giovane in mostra è Beatriz Milhazes.
Esporrete solo opere consegnate dai collezionisti italiani?
No, la provenienza delle opere è internazionale. Alcune opere arrivano dalle esposizioni di Londra, come quella di Milhazes, e sono state inviate a Milano.
In termini di trend artistici, che cosa notate attualmente sul mercato?
Al momento i trend si succedono molto velocemente. Alcuni si sono imposti negli ultimi anni: uno è certamente quello della figurazione; e poi l'inclusività, sia in termini di artisti provenienti da regioni che non erano rappresentate, come l'Africa, sia in termini di genere. Abbiamo notato che le artiste sono bene presenti in tutti i segmenti, ma in quello ultra-contemporaneo la loro performance supera quella degli uomini. Questi trend noi non li imponiamo, bensì li riflettiamo attraverso le nostre aste. Soprattutto in Asia abbiamo assistito alla crescita dell'interesse per l'arte ultra-contemporanea da parte dei collezionisti giovani e ciò si riflette non solo a Hong Kong, ma anche nelle aste di Londra e New York. Sono taste-maker globali che dettano trend internazionali.
Che cos'è la nuova iniziativa Drop Shop?
È una novità che abbiamo lanciato ad agosto, che ci dà la possibilità di lavorare direttamente con gli artisti. Insieme a lui produciamo un'opera che viene venduta direttamente attraverso la nostra piattaforma online solo per un certo periodo di tempo. La prima è stata CJ Hendry, un'artista con un grande seguito su Instagram che ha fatto subito il tutto esaurito. Proporremo un'edizione al mese.
Come funziona con le commissioni, la produzione e la galleria?
Collaboriamo con la galleria, se l'artista è rappresentato, aiutando nella produzione dell'opera. Tratteniamo una commissione sulla vendita, ma se l'opera che abbiamo venduto su Drop Shop ritorna, più tardi, all'asta da Phillips, cediamo una commissione all'artista. È un modo per lavorare sul lungo termine con gli artisti emergenti e creare una comunità.
Chi è il prossimo artista?
Abbiamo appena lanciato due edizioni di Renée Cox, un'artista giamaicana, classe 1960, che mira a includere persone di discendenza africana nella storia dell'arte e a eliminare gli stereotipi.
Gli artisti per Drop Shop sono scelti da curatori?
Sono scelti internamente dal nostro team. L'idea è quella di offrire opere a prezzi accessibili attraverso un processo di acquisto più veloce. È per noi anche un modo di allargare la nostra base di nostri collezionisti.
Phillips è proprietà di un gruppo russo. Avete subito conseguenze dall'inizio della guerra in Ucraina?
Phillips ha espresso un messaggio molto forte a favore dell'Ucraina quando è scoppiata la guerra all'inizio dell'anno scorso. Infatti, abbiamo donato l'intero incasso della vendita serale di arte del XX secolo alla Croce Rossa ucraina, pari a 7,7 milioni di $: un gesto molto signifivcativo. I proprietari di Phillips non sono stati sanzionati e la casa d'aste ha potuto continuare a operare liberamente senza restrizioni.
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