ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùEnelX e gruppo Magaldi

La svolta delle batterie a base di sabbia: energia ad alte temperature per aziende energivore

Al via la sperimentazione della tecnologia italiana per elettrificare processi industriali. Si parte da Salerno con la Igi che produce olii per la Ferrero

di Laura Serafini

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4' di lettura

La crisi energetica e il balzo del prezzo del gas hanno dato una spinta senza precedenti anche al settore industriale, soprattutto quello delle aziende energivore, per cercare fonti di energia meno costosa e più sostenibile.

Il maggior ostacolo per l’utilizzo delle tecnologie rinnovabili nei processi industriali che richiedono alte temperature sinora era legata alla difficoltà per pompe di calore e batterie elettrochimiche di raggiungere temperature oltre i 90 gradi.

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Adesso la strada per superare questa barriera è stata individuata: EnelX e il gruppo Magaldi, attraverso Magaldi Green Energy, hanno avviato una collaborazione per sperimentare la tecnologia Thermal energy storage (Tes) Power to heat, ovvero un sistema di storage termico da circa 13 megawattora che genera vapore termico.

La maxi batteria sviluppata da Magaldi (Mgtes) è alimentata da fonti rinnovabili e utilizza la sabbia silicea come materiale di stoccaggio.

La sabbia viene scaldata con un sistema di resistenze e riesce a raggiungere temperature di 300 gradi e oltre, trasformando questo calore in vapore che può essere utilizzato nei processi industriali. Il progetto sperimentale avviato da EnelX e Magaldi sarà realizzato presso un’azienda di Salerno, la Igi di Buccino, che produce olii vegetali ed è un fornitore del gruppo dolciario Ferrero di Alba.

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Magaldi: l’Italia può svolgere ruolo di rilievo negli stoccaggi

«La partnership con EnelX rappresenta un passo importante, coerente al percorso della nostra azienda, da più di 90 anni costantemente orientata all’innovazione e allo sviluppo di soluzioni affidabili e sostenibili per le industrie.

La tecnologia Mgtes, in particolare, offre una risposta immediata all’esigenza di decarbonizzazione dei processi industriali e quindi di sostituzione del gas - spiega il Cavaliere del lavoro Mario Magaldi, presidente Magaldi Group -. L’Italia ha risorse e competenze per svolgere un ruolo di rilievo nello stoccaggio energetico, fattore abilitante nella produzione di energie rinnovabili in continuo, contribuendo così a rendere stabile e sicuro l’intero sistema».

Il progetto sperimentale viene presentato a Salerno alla presenza del presidente di Magaldi, di Augusto Raggi, head di EnelX Italia, Ernesto Ciorra, head of Innovability Enel, di Antonio Visconti, presidente Ficei e di Mario Sepe, amministratore delegati di Igi.

Venturini: la filiera italiana può avere sbocchi all'estero

«Da oltre un anno abbiamo avviato sperimentazioni per individuare le migliori soluzioni per elettrificare i processi industriali - spiega Francesco Venturini, ceo di EnelX –. Abbiamo condotto sperimentazioni in Sardegna, Spagna e in Cile. Finora il limite era appunto legato alle temperature non troppo elevate che si riuscivano a raggiungere. Questa nuova tecnologia sta dando risultati eccezionali: riesce a determinare un’efficienza piuttosto elevata e in certe condizioni a raggiungere anche i mille gradi. Questo può consentire di elettrificare e decarbonizzare anche i processi industriali che richiedono elevate temperature, come la lavorazione della ceramica. È un risultato importante, perché si tratta di una tecnologia italiana ed è sostenuta da una filiera italiana che può trovare sbocchi in mercati esteri. Stiamo guardando anche ad altri paesi per elettrificare i processi industriali: in Spagna, ad esempio, potremmo sviluppare iniziative per elettrificare i processi produttivi degli impianti della Renault».

Alternativa all’idrogeno green

L’aspetto interessante della tecnologia sviluppata dal gruppo Magaldi è il suo avanzato stato di sviluppo, con prototipi preindustriali, che consentirebbero di partire con lo sviluppo sul mercato nel giro di un paio di anni. E, in verità, questa tecnologia sta già dimostrando potenzialità tali da spiazzare l’impiego di idrogeno green (costoso da realizzare per la necessità di utilizzare elettrolizzatori).

«L’energia rinnovabile convertita in calore ed accumulata con questa tecnologia, ha un’efficienza superiore al 90%, mentre quella dell’idrogeno è molto più bassa - spiega Luigi Lanuzza, responsabile Innovazione B2B ed Energy Storage di EnelX -. Si possono raggiungere temperature molto elevate, almeno 300 gradi. Si può immaginare che la tecnologia Tes possa essere utilizzata per elettrificare almeno il 50% dei processi industriali in Italia, ma anche all’estero».

Il calore incamerato attraverso la sabbia, che in questo modo diventa un sistema di accumulo, può essere rilasciato nell’arco di 8-10 ore e anche di più. «È adatto per i processi che richiedono almeno 8 ore di calore continuativo. In particolare questo sistema si adatta alle esigenze di chi deve fare essiccazione come, ad esempio, il food and beverage», continua Lanuzza.

«Pronti per andare sul mercato in due anni»

La diffusione di questo tipo di accumulo può essere sostenuta anche dalla convenienza economica: secondo gli addetti ai lavori, in termini di costo livellato dell’energia accumulata il costo è di 20 euro a megawattora, a cui poi va aggiunto il costo per produrre l’energia rinnovabile.

Una batteria classica al litio costerebbe almeno 40-60 euro a megawattora. La sperimentazione avviata con EnelX serve al gruppo elettrico per testare modalità e orari migliori per caricare e scaricare il sistema di accumulo, stabilire quale taglia (nella sperimentazione si parte con un impianto da 13 megawattora) si adatta meglio a un determinato processo industriale. Ma si studia anche come questi sistemi di accumulo possono partecipare al mercato della flessibilità, ovvero per caricare questa batteria quando i prezzi sono più bassi oppure per immettere l’energia in rete in caso di necessità.

EnelX ha già raccolto l’interesse di una decina di imprese interessate a installare questi impianti in Italia e «con alcune abbiamo già avviato progetti preliminari». Il gruppo elettrico si sta muovendo in altri mercati, come gli Stati Uniti: la tecnologia Tes potrà accedere ai sussidi previsti dall’Ira per il settore storage e il gruppo elettrico sta valutando come partecipare ai bandi esecutivi e «stiamo valutando come partecipare».

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