La svolta di Conte: da «notaio» del contratto a politico
Si era presentato come «avvocato degli italiani», arbitro equidistante tra i soci di maggioranza M5S e Lega, lontano dalle beghe tra partiti. Il suo intervento al Senato con gli attacchi al vicepremier Salvini segna un cambio della sua natura
di Riccardo Ferrazza
3' di lettura
Giuseppe Conte è stato presidente del Consiglio per 445 giorni ma la sua nascita politica sembra essere arrivata solo nelle ultime ore del mandato a Palazzo Chigi. Quando, leggendo con un tono un po’ monocorde dai suoi fogli, ha cominciato a elencare la serie di accuse e recriminazioni al suo ministro dell’Interno seduto accanto a lui al banco del governo nell’aula del Senato, si faticava a riconoscere il professore di diritto privato a digiuno di politica lanciato alla ribalta a fine primavera dello scorso anno dall’accordo tra Movimento 5 Stelle e Lega.
GUARDA IL VIDEO - DALLA NASCITA ALLA CRISI: DOPO 15 MESI GOVERNO GIALLOVERDE AL CAPOLINEA
L’esordio
Quello che, convocato al Quirinale per ricevere l’incarico di formare un governo, si presentò alle telecamere come «l’avvocato difensore degli italiani» (era il 23 maggio 2018). Lo stesso che, qualche giorno dopo, nel suo esordio in un’aula parlamentare (era proprio Palazzo Madama), chiedeva la fiducia ritagliandosi per sé il ruolo di notaio del contratto di governo siglato tra leghisti e pentastellati, elencato punto per punto in un intervento di 75 minuti. Equidistante dai due soci di maggioranza e poi attento a tenersi lontano dalle beghe politiche.
LEGGI ANCHE /Dai pieni poteri al crocifisso, tutte le accuse di Conte a Salvini
Tra due compleanni
La maturità politica di Conte non è arrivata in una notte ma nel corso di un anno che simbolicamente è racchiuso tra due suoi compleanni: l’ultimo (quello dei 55 anni) coinciso con l’inizio della crisi. Era l’8 agosto quando salì al Quirinale per informare il capo dello Stato delle intenzioni di Matteo Salvini di chiudere l’esprienza del governo giallo-verde. Era l’8 agosto del 2018 quando ricevette i giornalisti per un saluto prima della pausa estiva: un’occasione in cui alcuni notarono il tentativo dell’avvocato originario di Volturara Appula di uscire dall’ombra dei dioscuri Salvini-Di Maio.
La formazione e la popolarità
In ordine sparso: vertici internazionali (Nato, G7, Consiglio europeo, l’intervento all’assemblea dell’Onu) e faccia a faccia con gli altri capi di Stato ma anche l’abbraccio dei cittadini alla parata del 2 giugno. Il suo ruolo emerge anche nella complicata trattativa con Bruxelles che scongiura per due volte l’avvio della procedura di infrazione per i conti pubblici italiani. E la popolarità cresce: Conte prende confidenza con il suo ruolo dentro e fuori l’Italia e gli ultimi sondaggi registrano un indice di gradimento superiore a quello dei suoi vicepremier. Guidare un governo sempre sul filo è faticoso ma finisce per esaltare il suo ruolo.
Migranti e il limite al rigore
Il rapporto con il debordante leader della Lega si fa presto complicato e Conte fatica a far valere ogni volta il suo ruolo di presidente di Consiglio. Il duello diventa anche la palestra della sua formazione politica. Sui migranti e le navi delle ong gli scontri più aspri («c’è un limite ad ogni politica del rigore» dice a gennaio sui casi Sea Watch e Sea Eye bloccate al largo di Malta ma più tardi “blinderà” il ministro sulla vicenda Diciotti) e le tensioni che si scaricano sulla maggioranza a ogni tornata elettorale. Dopo le europee con il rovesciamento dei rapporti di forza tra Lega e M5S sembra impossibile non far deragliare il treno del governo. Ma Conte resta al comando.
L’ultima curva
Sul sicurezza bis si rischia di nuovo la rottura e il premier annuncia che si dimetterà «immediatamente» se si accorgerà di non avere
più «piena delega e mandato» di M5s e Lega. Il governo sopravvive alle tensioni sul dossier autonomie, supera il caso Russia che rischia di travolgere Salvini. Si arriva ad agosto e al voto sulla Tav: al banco del governo il posto di Conte è vuoto. Ma il premier è pronto a riprendersi la scena per la sequenza finale del film governativo. E lo fa con un attacco micidiale al suo ormai ex vicepremier. È l’esame con il quale si laurea politico.
loading...