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Anche l’edilizia vede le prime applicazioni dell’intelligenza artificiale. Federico Furlani, ad di Simem Spa (società italiana macchine edili Minerbe), spiega quanto sia rivoluzionaria questa fase «in un settore poco artificiale e a volte poco intelligente come questo». L’azienda, familiare, ha 60 anni appena festeggiati e produce macchinari per le costruzioni: prima le betoniere, ora il prodotto di riferimento è il calcestruzzo. Simem ha contribuito alla realizzazione di lavori di rilevanza mondiale: l’aeroporto di Hong Kong, le Petronas Tower in Malaysia, il Mose a Venezia e l’allargamento del Canale di Panama, la più grande opera della storia dell’uomo per la quale ha fornito gli impianti lato Atlantico e Pacifico insieme a un contratto di teleassistenza per cinque anni in un contesto complesso sotto molti punti di vista: sensoristica e automazione hanno consentito una manutenzione predittiva grazie all’analisi dei dati e a una serie di tecnologie sviluppate internamente. «Questo accadeva ormai 13 anni fa: oggi la spinta è verso una progettazione multidimensionale degli edifici, che comprende non solo le tre dimensioni geometriche, ma anche il tempo di realizzazione, le risorse necessarie, la gestione della vita utile della struttura fino alla sua dismissione». Ora sta nascendo una piattaforma digitale per aiutare i cantieri, sulla base dei dati, a rispettare tempi e budget. Andrea Guderzo porta invece l’esperienza da amministratore di Volteco Spa, specializzata in prodotti per l’edilizia destinati al recupero e al restauro, in particolare impermeabilizzazione sotto quota. La novità è una membrana multistrato autosigillante e autoriparante, pensata per semplificare l’applicabilità in cantiere, ma anche la trasportabilità e minimizzare il deterioramento: «Ci sono voluti 10 anni di ricerca e sviluppo, tanti fallimenti, alla fine è nato un impianto con tre linee di dosaggio di materiali diversi, su uno spessore di 1,3 millimetri. Un processo produttivo molto complesso, con diverse variabili di ogni sorta. L’intelligenza artificiale ha consentito di gestirle prevedendo le condizioni che portavano ai difetti di produzione. Oggi riusciamo anche ad anticiparli».
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