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La svolta nella valutazione dell’impatto sociale degli Atenei va confermata. Si dia il via alle linee guida del Mur

Nell'ultimo Rapporto Anvur è stata introdotta una svolta importante nel modo di interpretare e valutare l'impatto sociale ed economico della ricerca. Per confermarla e completarla basterebbe un adempimento ordinario del ministero

di Fulvio Esposito*

(ANSA)

3' di lettura

Il Governo Draghi è adesso in carica per gli “affari correnti”, ma il premier, a nome e per conto dei propri ministri, si è impegnato ad usare i giorni da qui alle elezioni per accelerare l'attuazione di tutto il possibile. Un impegno accolto con favore in ogni angolo del paese, atterrito dall'idea di una paralisi istituzionale in una fase in cui molteplici elementi di crisi si accavallano. Proprio per evitare che la crisi sociale ed economica precipiti, ciò che non si deve fermare, ma, anzi, dovrebbe essere accelerato è l'impegno sociale di tutte le istituzioni, fra le quali vogliamo qui porre l'attenzione sulle università e, più in generale, sulle istituzioni che svolgono quel complesso di attività essenziali per lo sviluppo sostenibile della società che vengono comprese nel termine di “ricerca”.
Il 20 luglio scorso, l'Agenzia nazionale per la valutazione dell'Università e della Ricerca (Anvur) ha presentato il Rapporto sulla Valutazione della Qualità della Ricerca (VQR) relativa al periodo 2015-19. Si tratta del terzo “esercizio” di questo tipo e, come è giusto che sia, ogni volta si sono introdotte modifiche, più o meno sostanziali.
In questo esercizio, sulla spinta venuta dal Forum Disuguaglianze e Diversità e da un folto gruppo di Università, e grazie agli indirizzi del ministero dell'Università e Ricerca, è stata introdotta una svolta importante nel modo di interpretare e valutare l'impatto sociale ed economico della ricerca.
Università ed enti di ricerca sono state invitate dall'Anvur a presentare un certo numero (in proporzione alle rispettive dimensioni) di case studies su queste attività, ripartite in 10 “campi d'azione” che spaziano dalla valorizzazione commerciale della ricerca alla produzione e gestione di beni artistici e culturali, dalla sperimentazione clinica alla formazione permanente e aperta, dalla produzione di beni pubblici di natura sociale e/o educativa allo sviluppo d'iniziative per l'inclusione, alle attività collegate all'Agenda Onu 2030 e agli obiettivi di sviluppo sostenibile. Insomma, uno spettro assai più ampio rispetto al “classico” trasferimento tecnologico, che ha consentito anche ad istituzioni la cui ricerca investe prevalentemente il campo delle discipline delle scienze sociali ed umane di valorizzare il proprio impatto.
Tutte le istituzioni hanno apprezzato la svolta, avendone compreso e condiviso il fine di mettere radicalmente in discussione assestate gerarchie, che vedevano la cosiddetta “terza missione” confinata in uno spazio residuale di attenzione e riconoscimento. Con la svolta si lancia in maniera inequivocabile il segnale che l'impatto delle attività di ricerca sulla società deve assumere un ruolo di primo piano, dando così sostanza alla “restituzione” di quello che la società, comprese le persone che non hanno usufruito e non usufruiscono della formazione universitaria, ha investito nella ricerca.
Ci si attende, adesso, che la svolta, appena iniziata, venga confermata e completata. Per far ciò occorre mettere in moto, al più presto, il prossimo esercizio di VQR, che riguarderà le attività svolte dal 2020 in avanti. Il primo passo è rappresentato dalla formulazione e pubblicazione delle “Linee Guida” da parte del ministero dell'Università e della Ricerca. Le Linee Guida, che fanno conoscere a Università ed enti ricerca l'oggetto e i criteri di valutazione e permettono ad Anvur di predisporre il bando per la raccolta dei dati, dovrebbero essere rese note prima che l'attività valutata abbia luogo, non, come in passato, alla fine e siamo già in grande ritardo.
Si tratta di un adempimento ordinario, di un “atto dovuto”, rispetto al quale la situazione politica contingente non rappresenta un ostacolo: non c'è motivo per non procedere sollecitamente.

*Forum Disuguaglianze e Diversità

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