«La Tav una priorità, vicini agli espropriati per la nuova abitazione»
Giacomo Possamai, eletto sindaco di Vicenza a maggio, traccia le priorità: un clima sereno anche nelle partecipate serve a progettare meglio
di Sara Deganello
4' di lettura
«Ho sempre avuto la passione per la politica, fin dalle scuole superiori», racconta Giacomo Possamai, 33 anni, sindaco di Vicenza da maggio, eletto nelle file del Pd, in una tornata elettorale dominata dal centro-destra. «Sono stato dipendente di un’azienda privata e partita Iva. L’esperienza lavorativa è stata importante, per avere indipendenza nelle decisioni e nelle scelte». Il sindaco è chiamato in causa in tantissimi aspetti della vita di una città. «È un’esperienza travolgente da tutti punti di vista: dall’impegno alle varietà cose di cui ci si occupa. Il sindaco passa dalla cultura all’infrastruttura, dal sociale alle partecipate. È un ruolo da direttore d’orchestra, da organizzatore. È un lavoro di squadra, con la giunta, con i collaboratori, con la città stessa», racconta Possamai.
È una visione che sta cercando di tradurre anche in azioni concrete: «La vittoria elettorale ha dimostrato che siamo riusciti a parlare con la città. Abbiamo fatto tantissimo lavoro sui quartieri, con il coinvolgimento di mondi diversi e liste con candidati radicati. Ora vogliamo tornare ad avere i consigli di quartiere: sono passati 15 anni dall’abolizione delle circoscrizioni. Abbiamo una città da 110 mila abitanti governate da giunta di 32 persone: la partecipazione è importante», sottolinea Possamai.
Laureato in giurisprudenza, pratica forense, un’esperienza nelle relazioni esterne per un’azienda locale. Possamai ha cominciato presto il suo percorso politico: a 17 anni diventa segretario provinciale dei giovani democratici. Poi a Roma, nello staff di Enrico Letta. La stelletta della partecipazione alla campagna di Barack Obama nel 2012, nel comitato di Filadelfia. Nel 2013 entra con 964 voti in consiglio comunale a Vicenza, diventando capogruppo Pd e delegato alle politiche giovanili del sindaco Achille Variati. Nel 2020 è stato eletto nel consiglio regionale del Veneto.
Tra le questioni più pressanti che la sua amministrazione deve affrontare c’è quella della Tav. «È un tema enorme. Vicenza è forse il nodo più complicato, per tanti anni il vero tappo dello sviluppo a Nord-Est, perché i binari attraversano quartieri densamente popolati. In questo momento stiamo chiedendo modifiche alle opere complementari in città e siamo a fianco degli espropriati delle case che saranno interessate dagli abbattimenti per cercare una nuova abitazione. Secondo le ipotesi i primi lavori cominceranno tra un anno e poi continueranno per una decade. Non c’è tanto tempo. Abbiamo già avuto un incontro con gli amministratori dei condomini coinvolti. E faremo assemblee per dialogare con ogni cittadino. È un’opera dello Stato, il comune non ha un ruolo diretto istituzionale, ci siamo comunque offerti di essere a fianco delle persone coinvolte».
Tra le priorità su cui è al lavoro Possamai c’è anche l’emergenza case: «Una grande questione che tocca le città. Abbiamo circa 200 persone nei dormitori cittadini pubblici, tra un quarto e un terzo ha un lavoro ma non riesce a trovare una casa. Il pubblico deve dare una risposta: con il sostegno agli affitti, la riqualificazione degli alloggi popolari. Per questi, a Vicenza su 7-800 richiedenti anno, si riesce a dare una risposta solo al 10-15%. È una questione antica».
Un’altro punto che gli sta a cuore è lo sviluppo della città insieme al territorio in cui è inserita: «Vicenza è una capitale inconsapevole. È una capitale economica, lo dicono i dati, e potenzialmente anche culturale,con un patrimonio monumentale importante. Ma ha tantissimo lavoro da fare per essere più centrale. Per esempio mettere in campo alleanze con altre amministrazioni, come Venezia e Verona che soffrono di overtourism. Serve costruire una politica di promozione insieme alle altre città». Già i cosiddetti sindaci della A4 (Brescia, Verona, Vicenza, Padova), tutti del centro-sinistra si stanno parlando per preparare l’assalto al fortino leghista della regione. E Possamai non manca di indicare il modello Brescia Bergamo capitali della cultura come esempio di collaborazione a cui ispirarsi. Si candiderà anche Vicenza? «Sì, lo vorremmo fare. Tra qualche anno perché c’è stata una candidatura recente e bisogna dunque aspettare».
Anche la formazione è un settore su cui puntare per il futuro: «La Fondazione studi universitari di Vicenza è modello unico in Italia», ricorda il sindaco. Mette insieme Iuav, Università di Padova e di Verona, promuovendo a Vicenza corsi legati anche alle esigenze del territorio. «Siamo arrivati a 5mila studenti in città. Stiamo lavorando al recupero di un immobile comunale per una sede da destinare alla Iuav. Seguiamo l’aspetto degli studentati. L’obiettivo è aumentare la presenza degli studenti». I giovani hanno pesato sulla vittoria di Possamai: «Anche se numericamente sono pochi. La loro partecipazione è stata grandissima durante la campagna. Mi ha colpito incontrarli: venivano da Roma, Milano, Parigi. Erano tornati per votare».
Sul fronte delle partecipate, Possamai si sofferma sul Gruppo Agsm Aim, multiutility nata dall’unione delle municipalizzate di Verona e Vicenza, al centro di tensioni tra amministrazioni, di colore diverso fino a maggio. «La priorità è riportare la pace: i dissidi e le tensioni di quest’ultimo anno hanno nuociuto alla vita dell’azienda. Deve tornare a occuparsi della sua attività caratteristica, facendo il meglio, visto che gestisce servizi strategici per i cittadini. Questo è la pre-condizione per ragionamenti su allargamenti e fusioni. Dobbiamo rimettere ordine, è quello che stiamo cercando di fare». Sulla parte progettuale Possamai traccia qualche prospettiva: «Stiamo ragionando sulle comunità energetiche a Vicenza e sull’efficienza energetica degli edifici pubblici. Per un processo di trasformazione della città più sostenibile che possa essere all’avanguardia».
loading...