Musei, festival e molto altro da scoprire in 48 ore a Berlino

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La tragedia dell’Olocausto nelle installazioni del Jewish Museum

Tre immagini del Museo Ebraico. Lla prima foto da sinistra mostra la proiezione di luce sulle scale verso il nucleo espositivo (crediti Museo Ebraico di Berlino, foto Roman März); gli altri due scatti sono due scorci del Museo Ebraico

La raccomandazione è d’obbligo: se si decide di visitare il Museo Ebraico di Berlino, in Lindenstraße 9-14, occorre essere consapevoli di “vivere” le emozioni forti di opere che provano a ricordare in forma artistica una pagina tragica della società moderna. Anche solo un’ora passata a interagire con le installazioni e le postazioni multimediali e di realtà virtuale della “Core Exhibition” è qualcosa che lascia traccia in un viaggio personale all’interno delle sale che raccontano ( il passato e il presente degli ebrei in Germania con un’attenzione particolare al periodo nazista e agli anni successivi al 1945. Il Vuoto della Memoria, uno degli spazi simbolici al piano terra del museo, comprende l’opera “Shalekhet” (Foglie cadute) di Menashe Kadishman: più di 10mila volti con la bocca aperta, tagliati da pesanti lastre di ferro rotonde, ricoprono il pavimento di una stanza dalle altissime pareti per suscitare il dolore delle vittime della guerra. Da vedere anche il Garden of Exile, camminando fra le 49 steli di cemento posizionate su un pavimento di pietre obliquo per evocare la sensazione di speranza e disorientamento che prova chi è costretto a fuggire. A partire dall’8 settembre e fino al 14 gennaio 2024, invece, è il Museo Ebraico presenterà la prima mostra su larga scala dedicata alla storia e alle esperienze degli ebrei sopravvissuti alla Shoah tornati a vivere nella DDR, la ex Repubblica Democratica Tedesca.

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