Sostenibilità

La transizione ecologica ha tanti volti. Mobilità, sperimentazione, clean tech

Se fosse una nazione, le emissioni zero sarebbero a portata di mano. La case history di una delle green region d'Italia che fa scuola

di Emanuele Bompan

Una vista di Progetto Manifattura, a Rovereto, uno dei più grandi incubatori di startup d’Europa. Foto Lea Anouchinsky.

5' di lettura

Le medaglie non si contano più. Trento è la città più verde d'Italia secondo Legambiente. Medaglia d'argento per l'applicazione dei principi di economia circolare secondo l'Università di Milano-Bicocca. Oro, insieme all'Alto Adige, come “green region”, secondo il certificato Ecolabel, che ritiene i suoi alberghi “i più sostenibili d'Italia”. Molto bene anche per le piste ciclabili: 1,4 chilometri per abitante.

Con il 63 per cento della superficie del Trentino ricoperta da boschi e foreste (sono 51 i tipi di bosco), è una delle regioni dove si respira davvero, grazie a 500 milioni di alberi. Oltre mille alberi per abitante. D'altronde, con ben tre parchi naturali e una rete diffusa di aree protette grandi e piccole, il 30 per cento del territorio è sottoposto a tutela ambientale. C'è poco da fare, la Provincia autonoma di Trento si è guadagnata sul campo il titolo di territorio elettivo della sostenibilità.

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UN OBIETTIVO COMUNE: LA TRANSIZIONE ECOLOGICA Quando si dice Trentino si pensa subito ai boschi di conifere della Val di Fassa o alle torri verticali del Brenta. Meno noto è il grande potenziale di innovazione per la sostenibilità che, negli anni, la Provincia autonoma ha saputo costruire. Progetto Manifattura, a Rovereto, è un incubatore clean tech dove sono insediate quasi cento tra startup, imprese, laboratori di prototipazione e centri di ricerca, impegnati a sostenere la transizione ecologica. 65mila metri quadri di spazi produttivi, uffici e aree pubbliche, creati da Trentino Sviluppo, l'agenzia di sviluppo territoriale della Provincia autonoma di Trento.

Progetto Manifattura. Foto LeaAnouchinsky.

«Qua si fa innovazione attraverso le tecnologie green, dall'edilizia sostenibile all'economia circolare, e il biotech, sia rosso, per le persone, sia green, legato quindi alla natura», spiega Nicola Polito, direttore operativo di Trentino Sviluppo. «Diamo vita all'economia del futuro partendo proprio dal concetto di cura del pianeta e dell'uomo, un tema purtroppo emerso con urgenza negli ultimi due anni». La lista degli insediati è variegata: dalle imprese specializzate in bio-architettura come Boh agli innovatori dell'elettrificazione come Infinity-Hub o Energy, fino all'economia circolare, con SiWeGo, sistema di sharing per pacchi, o Re-Cig, per impiegare come neomateriale i mozziconi delle sigarette raccolte nei bar. Green economy che si poggia sulle spalle di grandi centri di innovazione e ricerca, come la Fondazione Bruno Kessler (FBK), che conta ben 11 centri R&D, con più di 400 ricercatrici e ricercatori e che, oltre a lavorare su intelligenza artificiale e cybersicurezza, ha investito importanti risorse per la ricerca nelle energie rinnovabili. «Ci siamo concentrati su due sfide tecnologiche per la decarbonizzazione profonda», spiega Luigi Crema, direttore aree energie rinnovabili di FBK. «Idrogeno verde e sistemi di accumulo, accelerando il percorso di trasferimento tecnologico tra ricerca e industria».

SALUTE SISTEMICA La Fondazione Edmund Mach è il primo polo di studio One Health italiano, in grado di integrare sostenibilità ambientale dei processi di produzione agro-zootecnica e benessere e salubrità umana. I settori di interesse vanno dagli studi di genomica a quelli nutrizionali, dall'ambiente alla biodiversità, dallo studio delle emergenze fitosanitarie alla riduzione dell'input chimico in campagna, per un'agricoltura più sostenibile. Già perché il Trentino primeggia anche nel bio, nell'agricoltura e viticoltura di qualità. Come in Val di Gresta, dove si lavora quasi esclusivamente biologico: cavoli cappucci, sedano rapa, patate e tanti altri prodotti che vengono ampliamente usati nei ristoranti della zona. Cibo sano per corpi sani.

Il panorama fra la Vallagarina e la Val di Gresta, il primo distretto biologico del Trentino.

A PIENI POLMONI Le foreste in Trentino, per il 76 per cento di proprietà pubblica, contribuiscono al 43 per cento della produzione nazionale di legname. Non si direbbe a vedere i paesaggi rigogliosi delle vallate del Lagorai o ai piedi del Brenta. Merito di un consolidato sistema di gestione e certificazione della filiera foresta-legno che attesta la provenienza del legno da boschi gestiti in maniera sostenibile. Oltre 270mila ettari di boschi trentini sono certificati PEFC. Nel 2018 la tragedia della tempesta Vaia ha abbattuto oltre 14 milioni di alberi. Ma la provincia e i suoi abitanti hanno saputo reagire: pellet, legname per mobili pregiati, oggetti di design come l'amplificatore Vaia Cube. Una buona parte del legno è stata recuperata. E la filiera è più in forma che mai, grazie ai maestri del legno in grado di costruire palazzine di otto piani in legno, usando il Sistema Costruttivo Fiemme (SOFIE) con criteri biologici e antisismici fra i più sorprendenti. Per certificare il processo è anche stato sviluppato ARCA, che sta per ARchitettura–Comfort– Ambiente, il primo sistema italiano di certificazione delle costruzioni e della componentistica in legno di alta qualità.

Uno scatto del quartiere Le Albere, aTrento, realizzato da Renzo Piano. Foto Lea Anouchinsky.

CAMBIO DI PASSO, ANCHE AD ALTA QUOTA Se si entra a Baita Tre Larici, delizioso rifugio famoso per i suoi gelati fatti in casa, si nota subito che la plastica è sparita del tutto. «Abbiamo eliminato le bottiglie, i contenitori monouso, le cannucce, le bustine delle salse», spiega la rifugista Agnese Framba. Un progetto che coinvolge tutto il comprensorio sciistico della Val di Pejo che ha deciso di diventare plasticless coinvolgendo rifugi e punti ristoro. Nonostante il Covid si tiene duro e si punta a essere green. Al passo del Tonale www.rifugipassotonale.it , all'ombra del ghiacciaio Presena, un gruppo di rifugi (Capanna Presena, Panorama 3000, Passo Paradiso e Malga Valbiolo) hanno deciso di investire per essere alimentati al 100 per cento da energie rinnovabili, liberarsi della plastica e scegliere strategie di gestione dei pasti attente alla sostenibilità ambientale e sociale. «I rifugi – spiega Fabio Sacco, direttore APT Val di Sole – utilizzeranno, nel maggior numero di casi possibili e con percentuali minime ben definite, materie prime locali e con indicazione geografica (Dop e Igp). Inoltre, privilegeranno i piccoli produttori del territorio che scelgono metodi di coltivazione naturale, biologica o biodinamica». Il turismo trentino punta sulla sostenibilità per il rilancio post-pandemia. Una strategia che nei prossimi anni sarà ben ripagata.

CIRCOLARITA'

La forza delle rinnovabili: un punto su solare, eolico, idroelettrico

In Trentino, l'autosufficienza energetica è anticamera di un approccio olistico. Tutti i comuni dispongono di almeno un impianto da fonti rinnovabili

Fosse una nazione, potrebbe raggiungere emissioni nette zero in poco tempo. La Provincia autonoma produce infatti più del 75 per cento da fonti di energia rinnovabili (3.468,7 GWh/anno) con una capacità installata di solare, eolico e idroelettrico di 1.791,9 MW. Una quantità sufficiente per coprire completamente i consumi elettrici totali (104 per cento) ed esportare il resto. Tutti i comuni dispongono di almeno un impianto da fonti rinnovabili, con Trento e Isera (il cui maxi-impianto funge anche da barriera fonoassorbente per la A22) che hanno installato complessivamente oltre 2mila kW su edifici pubblici.

Anche sull'economia circolare non ci sono molti rivali: su una produzione totale di rifiuti urbani di 285mila tonnellate, ne è stato raccolto in maniera differenziata il 77,6 per cento. Di questa quota solo il 5,3 per cento non è stato avviato al riciclo, segno dell'impegno dei cittadini a fare bene la differenziata.

Barriera antirumore e fonoassorbente di Isera.

Avanti tutta sulla mobilità leggera: ci sono oltre 450 km di piste da percorrere, dalle ciclabili del lago di Garda al lungo percorso in bici che da Levico Terme attraversa la Valsugana. Nel 2020 si sono pedalati complessivamente 45 milioni di chilometri (tanti i pendolari) con un risparmio di 7,5mila tonnellate di CO2 e 3,3 milioni di litri di carburante equivalente risparmiato. Ma il dato che sorprende sono i 5.500 km di sentieri gestiti dalla Società degli Alpinisti Tridentini, una lunghezza superiore alla rete autostradale in Italia. Un lavoro che genera un impatto sul territorio di notevole valore economico, turistico, sociale e ambientale.

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