La tuta che misura i movimenti del corpo e permette di collaborare con i robot
I sensori monitorano postura e movimenti, gli algoritmi interpretano i dati e comunicano con i robot rendendo possibile la collaborazione
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La persona si sposta e ogni suo più piccolo movimento è registrato attraverso sensori che interagiscono con algoritmi e tecnologie che a loro volta permettono di interagire con i robot. Nascono così i nuovi robot industriali collaborativi, i cosiddetti cobot, resi possibili da AnDy, la tuta sensorizzata messa a punto dai ricercatori dell’Istituto italiano di tecnologia.
I sensori registrano e misurano la postura del corpo umano, anche durante movimenti rapidi e dinamici, e gli sforzi muscolo-scheletrici che si possono compiere nell’ambito delle attività lavorative.
I ricercatori, coordinati da Daniele Pucci, responsabile del Dynamic Interaction Control Lab dell’Iit, hanno testato il prototipo durante sessioni di allenamento sportivo, come gli esercizi tipici di una preparazione calcistica, e all’interno di un magazzino mentre vengono spostati carichi.
In prospettiva, infatti, la tuta AnDy potrà trovare applicazione anche nello sport per monitorare le prestazioni degli atleti e all’interno degli ambienti di lavoro per aumentarne l’ergonomia.
Il prototipo, sviluppato nell’ambito del progetto AnDy, finanziato dall’Unione europea nell’ambito del programma Horizon 2020, rappresenta il primo passo per la creazione di tecnologie che consentano ai robot di interagire con le persone. In un prossimo futuro, infatti, la tuta sensorizzata sarà lo strumento che trasmetterà i dati dei movimenti degli umani ai robot, in modo che questi possano interpretare le esigenze fisiche delle persone e intervenire con compiti specifici con l’obiettivo di ottimizzare l’ergonomia, minimizzare lo stress muscoloscheletrico e diminuire il rischio di infortuni.
La tuta è munita di 17 sensori commerciali indossabili, abbinati a scarpe sensorizzate progettate, prodotte e calibrate dall’Iit e potenziati da algoritmi scritti dei ricercatori per elaborare i parametri del corpo quali postura e fatica.
I sensori forniscono i dati dell’orientamento nello spazio di 23 arti umani, gli algoritmi, in meno di un millisecondo, ricostruiscono i 66 angoli che caratterizzano la postura, come, per esempio, l’angolo del ginocchio quando viene piegato per camminare o correre, o la velocità con cui le braccia si muovono per creare movimenti rotatori durante una partita di calcio.
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