La tuta spaziale di Armstrong in mostra allo Smithsonian
Dopo il restauro da mezzo milione di dollari esposta per l’anniversario dell’allunaggio. La sicurezza garantita dalla vetrina tecnologica realizzata dalla Goppion, che protegge anche la Gioconda al Louvre, appena spostata nella Galerie Médicis. In asta la sua medaglia d'oro Robbins vola a 2 milioni di dollari
di Marilena Pirrelli
4' di lettura
La tuta spaziale di Neil Armstrong che indossò durante la sua missione sulla luna è per la prima volta in 13 anni esposta allo Smithsonian National Air e Space Museum di Washington, esattamente 50 anni dopo il lancio dell'Apollo 11 nello spazio e all’allunaggio di Armstrong e Buzz Aldrin. Il museo americano celebra la data del 20 luglio 1969 con un'ampia serie di attività educative e commemorative culminate con l’esposizione della tuta spaziale con la quale Armstrong compì 46 anni fa il suo celebre ‘piccolo passo per l'uomo ma grande passo per l'umanità' sulla superficie lunare.
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In asta. Ma non ci sono solo i musei a festeggiare l’evento, dall’americana Heritage Auctions nella tre giorni d’asta online iniziata martedì a Dallas la medaglia d'oro Robbins di 14 carati di Armstrong è volata al prezzo di 2,05 milioni dollari e molti altri cimeli della collezione Armstrong hanno avuto un gran successo (finora sono stati aggiudicati pezzi per 2,4 milioni di dollari ): la bandiera americana volata a bordo dell'Apollo 11 è arrivata a 137.500 $, la copia personale di Armstrong del “Piano di volo preliminare Apollo 11” della Nasa è stata battuta per 112.500 $, la sua tuta di volo con il marchio dell'agenzia Nasa ha fermato il martello a 81.250 dollari e la sua copia personale di Life del numero del 25 luglio 1969, nella quale l'astronauta esce dall'aereo dopo essere tornato sulla Terra, è stata aggiudicata per 21.250 $. Domani Sotheby’s offrirà 11 oggetti della collezione personale di Buzz Aldrin: il pezzo forte dell'asta sono tre bobine di nastro della Nasa, contenenti 2,5 ore di film con le immagini “più antiche, nitide e accurate” dei primi passi dell'uomo sulla luna: stima 1-2 milioni di $.
Torniamo al museo. La tuta spaziale, concepita dalla Nasa usa-getta, indossata da Armstrong ha avuto però bisogno di manutenzione per essere preservata correttamente, per questo nel 2015 lo Smithsonian lanciò una campagna di crowdfunding su Kickstarter, intitolata “Reboot the Suit: Bring Back Neil Armstrong's Spacesuit” alla quale 9mila persone da tutto il mondo aderirono. Il museo così ha raccolto quel mezzo milione di dollari, stimato necessario, in cinque giorni. Moltissime persone hanno partecipato al progetto con aggiornamenti costanti dal museo sull'andamento del restauro nel seguenti quattro anni. Ora la tuta – insieme ad altri oggetti della spedizione – è esposta solo temporaneamente, in attesa del completamento della galleria “Destination Moon”, sua sede definitiva, prevista per il 2022.
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La tuta, cucita rigorosamente su misura e composta da circa 20 strati di fibre sintetiche, è stata indossata da Armstrong per un totale di circa 12 ore: il 16 luglio, durante il lancio, e il 20 luglio per circa due ore e un quarto per la ‘passeggiata' nel Mare della Tranquillità e, infine, il 24 luglio per lo splashdown nell'Oceano Pacifico.
Nata per motivi squisitamente funzionali – garantire le migliori condizioni di vita e di operatività possibili in un ambiente estremo come quello lunare e il ritorno sulla terra – a cinquant'anni di distanza i restauratori del Museo, hanno oggi accettato la sfida di salvarla per affidarla, simbolo della conquista dello spazio e del potere della scienza, ai posteri. I conservatori del museo hanno lavorato per stabilizzare il degrado della tuta, prestando attenzione a non rimuovere i resti di polvere lunare incorporati nel tessuto esterno, ma la vera sfida era quella di fornire un ambiente stabile per la sua esposizione. E qui la strettissima collaborazione tra il team dello Smithsonian e la Goppion – azienda italiana di Trezzano sul Naviglio leader mondiale nella progettazione di sistemi espositivi e conservativi in ambito museale - ha portato al progetto e alla realizzazione di una vetrina dalle eccezionali prestazioni di conservazione e tenuta: il manichino “attivo” – costruito sulle misure di Armstrong - permette al sistema di controllo microclimatico di soffiare aria attraverso il tessuto della tuta per poi assorbire i composti volatili emessi e aspirarli nel filtro Goppion, per bloccarne i principi nocivi, mentre un altro sistema mantiene basse e costanti temperatura e umidità relativa. Questo avanzato sistema di circolazione consente di abbattere i vapori causati dal deterioramento dei tessuti gommosi di cui si compone la tuta e di rallentarne il degrado.
“La combinazione di immagini avanzate, la ricerca storica e il controllo del clima ci consentono di condividere questa tuta con il mondo in un modo che prima non era possibile” ha affermato la curatrice Cathleen Lewis.
Dalla Luna a Leonardo
Nell'anno in cui si celebra anche il 500° dalla morte di Leonardo da Vinci, altro simbolo del progresso scientifico e tecnologico il cui nome viene spesso associato alla conquista della Luna, la Goppion ha realizzato un altro capolavoro dell'engineering design, paragonabile per prestazioni solo alla vetrina che del genio vinciano conserva la creazione più celebre, la Mona Lisa, che – per un'altra inaspettata coincidenza – nello stesso giorno in cui a Washington è stata svelata la tuta di Armstrong, al Louvre di Parigi è stata spostata dalla sua sede iconica della Salle d'Etats, la più visitata del museo con 8 milioni di presenze annue, di cui oltre il 70% visita la Gioconda, per trasferirsi nella Galerie Médicis, sala temporanea, sempre all'interno di una vetrina Goppion, per consentire l'ammodernamento della sala storica. Luce, umidità, clima e sicurezza sono tutte sotto controllo made in Italy.
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