La Ue va incontro all’Italia: le giornate di pesca si riducono solo del 6%
Il Commissario Ue all’Ambiente, Virginijus Sinkevicius: Italia, Francia e Spagna avrebbero potuto perdere il 20% dei posti di lavoro nel settore
di Micaela Cappellini
2' di lettura
Nel 2022 le giornate di pesca nel Mediterraneo si ridurranno del 6% invece che del 7,5% proposto dalla Commissione. Dopo oltre due giorni di trattative, tra i ministri dell’Agricoltura europei riuniti in Consiglio è stato raggiunto l’accordo sulle quote pesca . Per l’Italia, che si opponeva a un ampliamento del fermopesca per non incidere sui fatturati delle flotte nazionali, si tratta di una parziale vittoria: «Il taglio alla riduzione delle giornate di pesca rispetto alla proposta iniziale è importante per salvare 2000 pescherecci italiani a strascico che producono circa il 50% del valore dell'ittico made in Italy», si legge in una nota della Coldiretti. Impresapesca. A preoccupare era il rischio che tagli drastici alle uscite in mare in tratti di mare strategici come l'Adriatico, il Tirreno ed il Canale di Sicilia, riducessero le giornate di pesca al di sotto del “punto di pareggio economico”.
Il commissario Ue all’Ambiente, Virginijus Sinkevicius, ha salutato le nuove misure come un «passo sostanziale nella governance sostenibile»: senza di esse, ha ammesso, Italia, Francia e Spagna avrebbero potuto perdere il 20% dei posti di lavoro nel settore pesca nel giro dei prossimi tre anni, per colpa della diminuzione degli stock ittici. Anche l’Alleanza Cooperative Pesca si dice soddisfatta: «Fermo restando l’obiettivo della piena sostenibilità da raggiungere al massimo entro il 2025 - si legge in una nota - grazie al lavoro del governo le nostre imbarcazioni che praticano la pesca a strascico saranno chiamate a restare in porto solo fino a un massimo di 4 giorni in più rispetto al 2021. Un risultato tutt’altro che scontato fino a qualche settimana fa».
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