Il primo bilancio

La Valle d’Aosta ritrova i turisti e guarda alla stagione invernale

Dagli albergatori e dai commercianti giudizio positivo sull'andamento dei mesi estivi Ma ora le aspettative puntano soprattutto alla riapertura degli impianti sciistici per una vera ripresa

di Carlo Andrea Finotto

Green pass. I timori della vigilia legati a una possibile penalizzazione dovuta all'introduzione del green pass si sono poi rivelati infondati

4' di lettura

Un primo quasi-ritorno alla normalità. Potrebbe essere definita così, con tutte le cautele del caso, la stagione turistica estiva della Valle d’Aosta.

«Luglio è stato un po’ penalizzato dal fattore climatico, che non ci ha aiutato molto, per contro agosto non ha deluso le aspettative» afferma Filippo Gérard, presidente di Adava (l’associazione degli albergatori della Valle d’Aosta, legata a Federalberghi), «bisognerà però vedere quale sarà il bilancio del mese di settembre. Se sarà ai livelli dello scorso anno, quando era stato molto buono, o se sarà sottotono».

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La Valle d’Aosta, una regione con circa 125mila abitanti, era abituata ad accogliere oltre 3 milioni di visitatori nell’arco dell’anno con un’economia quasi interamente legata al settore turistico, come ricorda Gérard. Poi il Covid ha stravolto tutto.

In attesa dei dati finali della stagione estiva, dall’assessorato regionale al Turismo ricordano che «l’impatto della cancellazione della scorsa stagione invernale è stato pesantissimo». A essere penalizzate in modo particolare «sono state soprattutto quelle imprese che avevano sostenuto investimenti per rinnovare le strutture o quelle appena nate e poi i bar e i ristoranti sulle piste da sci».

È normale, quindi, che le aspettative del settore e dell’economia locale fossero elevate. Dal suo punto di osservazione privilegiato, il presidente di Ascom-Confcommercio Valle d’Aosta Graziano Dominidiato, dà «un giudizio positivo sulla stagione estiva sia per quanto riguarda Aosta che per le valli laterali. Possiamo affermare di essere avviati verso una nuova normalità. In generale, il tempo, ha facilitato l’utilizzo delle attività all’aperto e l’afflusso di turisti ha inoltre portato clienti anche alle attività collaterali. Abbiamo rilevato una buona soddisfazione da parte degli operatori».

Sia Dominidiato sia Gérard spiegano come i timori della vigilia legati a una possibile penalizzazione dovuta all’introduzione del green pass si siano poi rivelati infondati.

«I nostri associati hanno rilevato un’ottima risposta da parte della clientela e questo è stato molto importante per le attività commerciali e i pubblici esercizi, che fanno da terminale all’economia locale» sottolinea il presidente Ascom Vda. E Gérard conferma come non ci siano «mai stati problemi, non solo per le agevolazioni che hanno riguardato il circuito alberghiero (i clienti delle strutture potevano pranzare e cenare liberamente all’interno dei ristoranti degli alberghi, ndr), ma anche per la preparazione e la collaborazioni dei clienti esterni».

Prima di tornare all’epoca pre-covid, però, servirà tempo. «La globalizzazione ci aveva abituati a un mondo senza frontiere, con spostamenti a basso costo. La pandemia ci ha messi di fronte alla fragilità di quel sistema complesso, e il turismo è stato tra i settori che hanno subito maggiormente le ripercussioni» spiega il presidente di Adava, associazione che raggruppa in Valle d’Aosta quasi 900 strutture tra alberghi, b&b, chambre d’hote, rifugi, dando lavoro a diverse migliaia di persone.

A occupare le attività ricettive e a frequentare le attività collaterali sono stati quest’anno soprattutto «italiani (in alcuni casi anche il 70-80% delle presenze), francesi e svizzeri, oltre a un po’ di inglesi e tedeschi. Prima del covid la clientela era molto più variegata, con arrivi anche da Stati Uniti e Giappone». Le vallate, come detto, hanno avuto buoni riscontri, da Cogne a Cervinia a Courmayeur.

«Si avverte la voglia di vacanza, di stare a contatto della natura e questo ci ha favorito».

Ora per le imprese del settore una delle sfide è cercare di allungare la stagione. «Sempre più strutture cercano di allungare il periodo, coprendo da inizio giugno fino a ottobre - chiarisce Filippo Gérard – L’autunno è una stagione molto bella ed è un periodo su cui vale la pena investire. Negli ultimi anni il clima ha regalato spesso giornate belle e clima mite, offrendo possibilità di passeggiate ed escursioni».

Certo, però, tra le imprese un po’ di apprensione aleggia in vista della prossima stagione invernale. Come dice Graziano Dominidiato, «non ci possiamo permettere un’altra stagione come quella dell’anno scorso», che di fatto non c’è stata.

Va ricordato che con l’esplosione della pandemia la Regione è corsa ai ripari, «integrando le misure statali con ulteriori contributi rivolti a tutti i settori – sottolineano dall’assessorato al Turismo – lo scorso anno con la legge regionale 8/2020 che stanziava circa 130 milioni, attualmente con la legge 15/2021 che ha messo a disposizione altri 120 milioni di euro». Tuttavia Dominidiato sintetizza chiaramente il sentiment delle circa 1.500 imprese associate (600 tra i pubblici esercizi, 800 nel settore commercio, un centinaio nel settore ricettivo): «Va bene i ristori, sono stati fondamentali e ci hanno sicuramente aiutato, ma noi non vogliamo più sussidi, vogliamo poter lavorare. Per questo diciamo che sarà importante potersi muovere tempestivamente con certezze, per raccogliere le prenotazioni e reperire il personale. In questo senso le recenti parole del presidente del Consiglio Mario Draghi sul green pass e sui vaccini ci hanno dato maggiore fiducia sulla possibilità di affrontare la prossima stagione invernale con più certezze».

Aspettative condivise dal presidente Adava Gérard: «Alcune strutture, in particolare a Cervinia sono chiuse in pratica da quasi un anno e mezzo. Vaccinazioni e green pass sono l’unica arma e strumento che abbiamo per difenderci da questa situazione e tornare il prima possibile alla normalità. Lo sci è uno sport sicuro, all’aria aperta».

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