ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùBasilicata - L’emergenza da 40 anni

La vergogna di Bucaletto: ancora 250 famiglie in case di legno malsane

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di Luigia Ierace

3' di lettura

Il sogno di Bucaletto, la Cittadella dei prefabbricati, simbolo delle periferie degradate e disagiate della Basilicata, sorta a Potenza all’indomani del sisma del 1980 per garantire una risposta abitativa ai terremotati, scivola in un fiume di soldi. In oltre 40 anni quei prefabbricati in legno (744 in origine), che erano da abbattere dopo 10 anni, sono serviti a tutte le amministrazioni per far fronte all’emergenza abitativa. Consistente bacino di voti, sulla sua riqualificazione si sono giocate le campagne elettorali di un ventennio tra proclami, burocrazia, soldi spesi male o non spesi e una demolizione che procede a rilento. Dopo continue occupazioni, per accaparrarsi il diritto alla casa, oggi sono baracche fatiscenti, insalubri e piene di eternit, 250 delle quali ancora occupate da famiglie in difficoltà e una settantina, sono libere e inagibili in attesa di essere abbattute.

Tra faldoni di progetti avviati e rimodulati, pronti a partire e mai conclusi, si tirano le somme di una miriade di linee di finanziamento assegnate per riqualificare Bucaletto, ma frenate da una capacità attuativa molto lenta. Sono in tutto 37,8 milioni per realizzare 223 alloggi. Fondi del Piano nazionale per le Città (D.L. 83/2012) pari a 12,3 milioni (per 78 alloggi); 15 milioni del Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare “PINQuA” (PNRR) per 65 alloggi; 3,5 milioni del Programma di riqualificazione di edilizia residenziale pubblica (PNRR) per 20 alloggi; 7 milioni del Piano di Investimento Territoriale Integrato (ITI) Sviluppo urbano “Città di Potenza” e del POC Basilicata 2014-2020 per altri 60 alloggi.

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Tutta la pianificazione su Bucaletto è sul tavolo dell’assessore comunale all’Urbanistica, Antonio Vigilante. «La vera sfida – sottolinea - è la sostituzione abitativa. Per costruire bisogna liberare le aree, smantellare i prefabbricati e trovare subito un alloggio alle famiglie anche con incentivi alla delocalizzazione».

Si deve correre a partire dal Piano città, che «potrà essere realizzato dal prossimo anno dopo l’approvazione delle opere di urbanizzazione di tutta l’area, con interventi anche di partner privati», aggiunge Vigilante. Ma è sul PINQuA, nell’ambito del PNRR, che il Comune concentra le sue attenzioni con incontri e sopralluoghi quotidiani. «Entro un mese il progetto definitivo, per costruire abitazioni secondo criteri di sostenibilità, con luoghi di socialità, verde pubblico, una rete ciclo-pedonale, infrastrutture di teleriscaldamento. Poi si potranno avviare i cantieri, essendoci già un appalto quadro con Invitalia, progettista ed esecutore. L’attuazione del PINQuA sarà poi propedeutica all’altro programma PNRR di 3,5 milioni che è un intervento complementare», conclude l’assessore. Quanto ai 70 milioni dell’Iti Sviluppo urbano, dopo la revoca all’Ater, la Regione in accordo con il Comune lo ha ora affidato al Provveditorato alle Opere pubbliche con una rigida tempistica: sottoscrizione del contratto con l’aggiudicatario dei lavori entro aprile 2024 e completamento delle opere entro il 2026. Nessuna speranza per il Bando Periferie delle città metropolitane e dei comuni capoluoghi di provincia istituito con DPCM 25 maggio 2016, che assegna i fondi a rendicontazione delle opere effettuate, viste le difficoltà del Comune di Potenza di ingaggiare un altro mutuo di 18 milioni avendo un piano di riequilibrio da 60 milioni.

Il sindaco Mario Guarente non teme di perdere i fondi del Pnrr e punta a «fare di Bucaletto un quartiere attrattivo». Oggi è un dormitorio dove le attività economiche si contano sulle dita di una mano e la parrocchia, a un anno dalla costruzione della chiesa con l’8 per mille, è l’unico punto di aggregazione. «La Chiesa crede e investe nelle periferie e nelle persone. È l’unica istituzione che promuove cultura, socialità, educazione», ribadisce don Salvatore Sabia, giovane sacerdote da un anno, che con il parroco don Luigi Sarli, è una presenza costante per gli oltre mille abitanti: famiglie in assoluta povertà, tanti bambini e adolescenti, anziani soli e malati.

«Bucaletto è la vergogna della Basilicata, come lo era Matera negli anni Cinquanta - ripete Michela Marino presidente dell’Associazione “La nuova Cittadella” -. Durante la pandemia i bambini, vivendo in baracche si vergognavano di accendere la telecamera del pc. Qui ci sono trentenni che non hanno mai vissuto in una vera casa».

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