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La via italiana all’e-commerce per conquistare i mercati globali

Il remote working apre l’opportunità di innovare lontano dai grandi centri, ma per un vero salto di qualità servono partner finanziari evoluti e capitali “pazienti”

di Francesco Grillo

La ricetta. Premiati gli imprenditori che si dedicano alle rinnovabili o che sviluppano piattaforme digitali usando intelligenza artificiale per far incontrare domanda ed offerta

2' di lettura

Potrà mai l’Europa avere la propria Amazon? La domanda riceve una risposta irriverente dalla classifica dei Leader della crescita di Statista e Sole 24 Ore. Per il periodo gennaio 2020-dicembre 2022, quello segnato dalla pandemia che ha fermato il mondo cambiandolo definitivamente, la vincitrice è una piattaforma di commercio elettronico che è riuscita a moltiplicare tra il terzo e il quinto anno di vita il proprio fatturato più velocemente di quanto non riuscì a Jeff Bezos con Amazon vent’anni fa. Ovviamente le differenze tra la capolista Parcop (che gestisce il sito e-com WiAutomation) e il suo modello di Seattle sono molto più grandi delle similitudini. E, tuttavia, dalla graduatoria arrivano messaggi interessanti.

Stanno vincendo gli imprenditori che si dedicano alle rinnovabili o che sviluppano piattaforme digitali usando intelligenza artificiale per far incontrare domanda ed offerta. Non mancano casi di innovazione di puro made in Italy nell’agrifood e nel turismo. Il remote working apre l’opportunità di innovare anche lontano dai grandi centri urbani: Siena, Saluzzo, Trento, Cuneo, Carrara, Benevento ospitano imprese della lista con più di 100 milioni di euro di fatturato e tassi di crescita annuali superiori al 30%. E ciò ribalta anche narrative antiche: in Campania ci sono più imprese in crescita che in Piemonte. Alla base delle 500 diverse storie del ranking c’è un approccio unico: trovare un posizionamento distintivo lungo la filiera delle mutazioni ecologiche e digitali che cambiano la natura di tutti i settori industriali, percependosi come parte di mercati globali; con una maniacale attenzione ai dettagli dietro i quali si nasconde il diavolo del fallimento che è fisiologico per chi cresce.

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Le stelle della Silicon Valley sono un modello per qualsiasi imprenditore. Eppure, come racconta uno studio sull’impatto delle piattaforme digitali (realizzato dalla società di consulenza Vision & Value con il supporto di Amazon) è possibile creare vantaggi competitivi persino rispetto a quei modelli. Se si parte dall’identificazione di un problema diffuso (ad esempio di sostenibilità) che le tecnologie non hanno risolto. E se i mercati finanziari sono sufficientemente grandi e sofisticati per accompagnare l’innovazione. È vero che l’impresa italiana che ha vinto la classifica dei Leader della crescita, è cresciuta più di Amazon nei primi anni di vita. Tuttavia, è anche vero che Jeff Bezos tre anni dopo essere arrivato a Seattle, aveva già trovato i partner per potersi quotare in Borsa. Partner sufficientemente ambiziosi e pazienti da aspettare sette anni prima di vedere il primo utile di un’idea che nel frattempo aveva cominciato a cambiare il mondo.

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