La Virtus Roma a caccia di quote (e nuovi soci) nella Rete
Il club presieduto da Claudio Toti, l’unico della serie A ancora senza sponsor principale, lancia una campagna di equity crowdfunding per raccogliere 2 milioni
di Dario Ricci
4' di lettura
«L’obiettivo non è tanto e non solo raccogliere quote. Ma vogliamo contarci, capire effettivamente chi, a Roma e non solo, vuole bene alla Virtus, alla squadra, al club, alla pallacanestro in città.» Il direttore marketing della Virtus Roma Basket, Nicola Tolomei, è esplicito nel presentare il nuovo progetto – denominato “Nasce la tua Virtus”- che vede protagonista la società capitolina, grande storica della nostra palla a spicchi (leggendario lo scudetto 1982-83 strappato alla Milano di Meneghin, D’Antoni e Peterson, con la successiva vittoria della Coppa Campioni, successi firmati da Valerio Bianchini in panchina e dal ‘folletto' Larry Wright in campo, prima della controversa epoca firmata ‘Il Messaggero' negli Anni Novanta) che sta ora cercando di ritrovare stabilità e consolidamento nei quartieri nobili del basket nazionale.
Niente sponsor
Il contesto in cui nasce la nuova proposta vede il club presieduto da Claudio Toti come l’unico della serie A ancora senza sponsor principale (e per paradosso, l’Acea, gruppo multiutility capitolino attivo nella gestione di energia, acqua e rifiuti, a lungo legato al club in passato col suo nome sulle maglie, sponsorizza ora la Virtus…Siena in serie C). Eppure, sul parquet i ragazzi guidati da Piero Bucchi hanno disputato un girone d’andata al di sopra delle attese, con un record di 7 vittorie e 9 sconfitte che li tiene in linea di galleggiamento con l’obiettivo fissato a inizio anno, cioè la salvezza, e con una media di circa 4.200 spettatori sugli spalti del PalaEur. Il tutto dopo aver ritrovato la massima serie, da cui i giallorossoblu si erano autoesclusi al termine della stagione 2014-15 (dopo 35 anni di presenza ininterrotta), proprio a causa della mancanza di nuovi sponsor, chiedendo quindi il declassamento in A2. Insomma, servono idee forti e nuove per coinvolgere Roma, città che spesso si è dimostrata innamorata della pallacanestro più a parole che nei fatti.
Il progetto
Ecco quindi la scelta di ricorrere all’equity crowdfunding, cioè di fatto alla vendita di quote sociali, mediante la piattaforma web TheBestEquity, una delle 35 autorizzate dalla Consob per operazioni di questo tipo, che fa capo a tre soci tra cui Marco Tajana, commercialista, per un quindicennio presidente del Legnano Basket, consigliere federale e referente per il progetto che coinvolge la Virtus Roma. Dal 1° gennaio fino al 29 febbraio 2020, privati, aziende, società sportive che lo vorranno potranno acquisire delle quote sociali (si parte da un valore base di 250 euro per quota fino – per la tranche A – a 4.999; dai 5.000 ai 14.999 per la B, oltre i 15.000 per la C) ricevendo in cambio benefit di vario tipo (ad esempio, sconti sugli abbonamenti, sull’acquisto di materiale tecnico o sulle stesse sponsorizzazioni del club) modulati a seconda dell'investimento.
Obiettivi
Il massimo previsto è raccogliere 2,1 milioni di euro, il minimo 500mila. «Ma non conta tanto la cifra, ma come verrà raggiunta – chiarisce Tolomei -: la partecipazione definirà di fatto il perimetro del valore del club, dal punto di vista attuale e potenziale; poi ovvio che questo è il seme per far crescere una governance più allargata, e far emergere magari anche una cordata più o meno numerosa di imprenditori pronti a legarsi strutturalmente alla società. L’era del mecenatismo puro, di cui il presidente Toti rappresenta forse l’unico e ultimo esempio in Italia, è finita. Vogliamo coinvolgere al suo fianco altri soggetti, e questo progetto ci aiuterà anche a individuarli e definirne il peso specifico». Se la soglia minima non dovesse invece essere raggiunta, le quote acquisite verranno restituite dall’istituto di credito di riferimento (la Banca Popolare di Milano) ai vari sottoscrittori. «L’equity crowdfounding è uno strumento che può agevolare le finanze del club in differenti ambiti – ha spiegato Tajana in occasione della presentazione ufficiale -. Le società identificano la loro precisa necessità e l'apporto di The Best Equity è quello di realizzare un supporto di progettazione capace di rendere l'iniziativa perseguibile e raggiungibile. I club si rivolgono così ai propri “soci sostenitori” che a seconda del valore della loro contribuzione, avranno la possibilità di accedere ad attività specifiche all'interno della società di riferimento». Non a caso la piattaforma web ha già stretto accordi con la Lega Pro e alcuni club calcistici come Pordenone e Arezzo, e con la stessa Lega Basket.
Scenario
«Il sogno sarebbe raccogliere quote sufficienti per dare solidità tecnica e strutturale al club, avviando anche la realizzazione di Casa Virtus, un centro sportivo di allenamento di proprietà », spiega ancora Nicola Tolomei, chiarendo che quel che conta però è «legare sempre di più la città alla squadra, perché entrambi hanno potenzialità infinite, implementando tutti i settori del club, dal ticketing al merchandising ai possibili rapporti tra aziende», evidenzia il direttore marketing della Virtus preannunciando un ulteriore nuovo progetto, che verrà presentato entro fine gennaio, per la distribuzione di ‘energia green' a tutti i tifosi virtussini. Ulteriore impulso creativo in attesa che si possa sviluppare quella sinergia tra calcio e basket che negli Anni Ottanta sembrava a un passo, e che poi si è invece sempre più allontanata. «Eppure gli esempi positivi non sono poi così lontani da noi – chiosa Tolomei -, basti guardare il Bayern Monaco, che con l’1% del fatturato generato dal club calcistico, ha dato linfa alla sezione basket, che anni fa era inesistente, e ora è in pianta stabile nelle competizioni europee e anzi soffia al nostro basket i nuovi talenti.» Il pensiero corre immediato alla ‘nuova' Roma a stelle e strisce, che dalle mani di quel Pallotta legato ai Boston Celtics sta per passare a quelle di Friedkin , vicino agli Houston Rockets:«Ci fosse la possibilità di fare sinergia, considerando il bacino d'utenza disponibile, non avremmo la minima esitazione», sottolinea Tolomei. Sperando che al nuovo “zio d’America” non piaccia solo il soccer, ma anche i canestri capitolini.
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