Vino

La wine-library del Barolo: bottiglie da investimento nel cuore di Langa

di Emanuele Scarci

3' di lettura

Dopo la costruzione dell'archivio del Barolo ora si passa alla vendita. La cantina Poderi di Gianni Gagliardo ha accumulato nella wine library 10mila bottiglie di particolare pregio, dal valore indicativo, intorno ai 2 milioni. E ora ha avviato una vendita controllata di vecchie etichette. “Piccoli numeri per ristoranti certo - sostiene Gianni Gagliardo, anche presidente dell'Accademia del Barolo e ideatore dell'Asta - ma anche per investitori e collezionisti. Non è consuetudine tra i produttori, ma c'è un'interessante richiesta mondiale. Abbiamo fatto due test a New York, dal prossimo autunno avvieremo un'iniziativa più strutturata, che punta agli Usa ma anche al Giappone”. Gagliardo assicura che il valore nominale delle bottiglie cresce del 6-8% l'anno per le vecchie bottiglie. Una sorta di obbligazione garantita.

Com'è venuta l'idea della wine library? “Inizialmente abbiamo fatto alcuni test che abbiamo chiamato 10anni - spiega Stefano Gagliardo, figlio di Gianni - un piccolo stock di bottiglie del 2005 vendute nel 2015 e un'annata 2006 venduta nel 2016 con una contro-etichetta di garanzia per testimoniare che si trattava di un prodotto uscito nella nostra cantina-archivio e non dall'open market, il cui iter è spesso incerto e non garantito”.

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Secondo il produttore piemontese la risposta è stata al di sopra delle aspettative. “Una ricompensa per la lunga attesa che somma ai dieci anni d'archivio, un minimo di 38 mesi di invecchiamento per un Barolo classico e di 62 mesi per un Barolo Riserva, secondo disciplinare”.

Bottiglie da investimento
La biblioteca di La Morra custodisce migliaia di bottiglie di Barolo pregiato, “grazie a una selezione - ricorda Stefano Gagliardo - che a seconda degli anni e delle etichette varia tra il 10 e 15% della produzione annuale sulla base del potenziale di invecchiamento, a questo capitale vanno aggiunti gli investimenti per una cantina speciale, un caveau moderno e sotterraneo in cui le bottiglie riposano in totale sicurezza. Un'operazione che permette di garantire la qualità ai collezionisti e prolungare ulteriormente la vita del vino”. Di contro, una bottiglia più anziana, di un'annata spesso difficile da trovare sul mercato, acquista valore anche del 6-8% l'anno. Ad esempio un Barolo posto sul mercato a circa 50 euro nel 2005 a distanza di 15 anni potrebbe raggiungere i 120 euro”.

Qual è l'identikit tipo del cliente? “Il cliente tipo non c'è - risponde Gagliardo -. In genere si tratta di consumo in privato con la famiglia e gli amici. Diversamente da quanto di possa pensare la clientela è abbastanza giovane: mezz'età, ma anche trentenni che voglio distinguersi da ciò che hanno acquistato per la cantina padri e nonni. Il Barolo per molti è una scoperta recente e quindi sono molto presenti le generazioni che si stanno avvicinando al bere di qualità e che amano sperimentare.”

L'acquirente è globale, anche di paesi emergenti, dove ci sono giovani con un crescente potere d'acquisto, “ma con una peculiarità, rispetto a chi acquista i rossi francesi: sono molti di più quelli che comprano per bere rispetto a quelli che considerano il vino un investimento speculativo. Sono persone che partecipano alle grandi aste internazionali sui mercati inglese, americano, di Hong Kong, ma che apprezzano molto avere un nuovo canale diretto per intenditori”.

L'acquisizione: Barbera nell'Astigiano
Tutti i vini di Poderi Gianni Gagliardo sono prodotti da vitigni autoctoni. Una ventina di ettari: i vigneti sono distribuiti tra le Langhe e il Roero, e comprendono alcuni tra i cru della zona del Barolo tra cui Lazzarito, Castelletto, Monvigliero, Mosconi e Fossati mentre la cantina si trova nel comune di La Morra. I vigneti sono in conduzione di biologico. La cantina dichiara una produzione di 500mila bottiglie.

A fine giugno la cantina ha annunciato l'acquisizione della Tenuta Garetto: una quindicina di ettari di vigneti coltivati a Barbera, tra le colline dell'Astigiano, ad Agliano Terme. Secondo i Gagliardo i territori del Nizza e del Barolo sono molto simili in quanto entrambi ad altissima vocazione vitivinicola. Galiardo proseguirà il suo percorso di “nebbiolista” in Langa e Tenuta Garetto quello di “barberista” ad Agliano.

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