Ladri d’auto: per chi disattiva il Gps c’è anche il reato di interruzione del sistema telematico
Scatta anche il reato previsto dall’articolo 617-quater del Codice penale. Ad “incastrare” l’indagato proprio un Gps montato sulla sua macchina
di Patrizia Maciocchi
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Rischiano una condanna per un doppio reato i ladri seriali di auto che disattivano il Gps: furto aggravato e interruzione di sistema telematico. La Corte di cassazione, con la sentenza, bolla inammissibile il ricorso contro l’ordinanza di custodia in carcere emessa in relazione al reato di partecipazione ad associazione a delinquere finalizzata a furti aggravati di autovetture. Classico il sistema della catena di “smontaggio”. Le macchine venivano portate in un luogo sicuro dove i componenti della banda selezionavano le parti essenziali lasciando solo la scocca.
L’uso dello Jammer e del lettore Obd
L’organizzazione, che operava nei territori di Bari, Cerignola e nella provincia di Lecce, utilizzava strumenti elettronici sofisticati in grado di impedire il funzionamento dei dispositivi di localizzazione Gps di cui erano dotate alcune delle auto rubate. I sodali usavano il meccanismo cosiddetto Jammer, oltre al lettore Obd codificatore delle chiavi. Ma l’idea di mettere fuori uso il localizzatore costa al ricorrente anche la contestazione per il reato previsto dall’articolo 617-quater che scatta nei confronti di chiunque « fraudolentemente intercetta comunicazioni relative a un sistema informatico o telematico o intercorrenti tra più sistemi, ovvero le impedisce o le interrompe» . Con una pena prevista che spazia da sei mesi a quattro anni. Ironia della sorte, ad “incastrare” l’indagato era stato proprio un Gps montato sull’auto usata, con un complice, per commettere i furti. È proprio il caso di dire chi di Gps ferisce...
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