Lagarde: recessione contenuta, ma inflazione resta troppo alta. «Determinati ad agire»
A Davos la presidente della Bce afferma che i tassi continueranno a salire
dal nostro inviato Gianluca Di Donfrancesco
2' di lettura
La contrazione dell’economia nell’Eurozona sarà probabilmente «contenuta»: lo ha detto la presidente della Bce, Christine Lagarde, al World Economic Forum di Davos il 19 gennaio. I dati sono diventati «molto più positivi», il 2023 «non sarà brillante ma sarà comunque molto meglio di quanto si temesse, il mercato del lavoro non è mai stato così vivace come adesso», ha aggiunto. Tuttavia, «l’inflazione ha numeri ancora troppo alti: alla Bce - ha detto Lagarde - valutiamo tutti gli elementi che la compongono ma da qualunque parte la si guardi, resta troppo elevata. Restiamo determinati a riportarla al 2% in maniera ordinata, abbiamo già alzato i tassi e rimarremo su questo percorso fino a quando a non sarà scesa. Non vediamo un disancoraggio delle aspettative, ma non possiamo rischiare».
Secondo i dati diffusi il 18 gennaio, l’inflazione nell’Eurozona è scesa a dicembre al 9,2% dal 10,1% di novembre. È però salita la componente core, quella più sensibile per la Bce: l’indice depurato da energia e alimentarie è passato dal 6,6% al 6,9%.
Avanti con transizione green
«Dobbiamo muoverci verso una transizione digitale e green, è una necessità. Come evidenziato perfettamente dal Next Generation Eu e dal Recovery and Resilience Fund, dobbiamo proseguire», ha detto Lagarde. La presidente della Bce ha sottolineato che «i finanziamenti per compiere i passi necessari saranno fenomenali, dobbiamo muoverci in modo rapido».
Knot: prematuro dire se non ci sarà recessione
In mattinata, prima dell’intervento di Lagarde, il governatore della Banca centrale olandese Klaas Knot, ha detto che la stretta sui tassi non si limiterà a un solo aumento di 50 punti base: «Questo è certo». L’inflazione core nell’Eurozona, «questo significa che gli sviluppi del mercato che ho visto, diciamo nelle ultime due settimane, non sono del tutto graditi dal mio punto di vista. Non credo che siano compatibili, anzi, con un tempestivo ritorno dell’inflazione verso il 2%». Per quanto riguarda l’economia, Knot ha spiegato che è prematuro dire ora se avremo o meno una recessione, ma quello che appare chiaro è che «probabilmente stiamo guardando a un anno di crescita lenta. E prevediamo anche un anno di crescita lenta, perché ci sarà pochissimo spazio per le politiche di sostegno. Non ci sarà spazio per il sostegno della politica monetaria e ci sarà poco o nessuno spazio per il sostegno della politica fiscale».
Mercoledì, il governatore della Banca centrale francese, François Villeroy de Galhau, aveva a sua volta detto che occorre «mantenere la rotta nella nostra battaglia contro l'inflazione, che non è ancora vinta».
Bonomi: «Bce fa il suo lavoro, noi dobbiamo fare i compiti»
Il rialzo dei tassi da parte della Bce «fino a una forchetta del 3% credo sia gestibile, nella speranza che non ci sia un aumento dei costi dell’energia e che quindi ci sia una discesa dell’inflazione». Lo ha detto il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, a Radio24, rimarcando che la Bce «sta facendo il suo lavoro per raffreddare l’impennata dell’inflazione. Io credo che un tasso di sconto del 2% non sia un problema per l’economia. Quello che si può imputare alla Bce è forse che nella comunicazione non è stata impeccabile. Questa, se vogliamo, è la critica che possiamo muovere. Noi però dobbiamo fare i compiti a casa», ha detto Bonomi, sottolineando che ancora «non abbiamo tagliato il debito pubblico.
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