Lancia 2000: veloce (quasi) come un’Alfa, ma con classe e comfort imparagonabili
Di interesse collezionistico generale soprattutto le Coupé a carburatori e le HF, mentre le bellissime berline sono adatte ai cultori del marchio
di Vittorio Falzoni Gallerani
3' di lettura
È cosa nota che, quando nel 1969 la Fiat acquisì la Lancia, i cassetti del reparto ricerca e sviluppo furono trovati desolatamente vuoti; nello stesso contesto di passaggio delle consegne ci si rese anche conto che della eccellente ma obsoleta Flaminia berlina ne erano state consegnate meno di seicento esemplari negli ultimi sette anni.Persa quindi ormai irrimediabilmente la clientela più elitaria, e prima ancora di pensare a quel rivoluzionario progetto che prenderà forma nei panni della Lancia Beta, fu chiaro ai vertici Fiat che occorreva proporre il prima possibile una vettura che quantomeno permettesse di conservare il tradizionale bacino di utenza della Lancia fatto di benestanti, professionisti, dirigenti e commercianti.
Per fare questo non si poteva che partire dalla Flavia, tecnologicamente ancora senza dubbio all’altezza della situazione grazie al suo brillante motore recentemente portato alla soglia dei due litri, alla perfetta tenuta di strada donatale dalla trazione anteriore che compensava ampiamente l’arcaico retrotreno ad assale rigido con balestre, ed alla frenata a quattro dischi con circuito Superduplex; occorreva invece intervenire velocemente sull’immagine.
E così si procedette con risultati tutto sommato positivi: pur con proporzioni datate, le modifiche apportate al muso ed alla coda della Lancia Flavia 2000 si mostrarono efficaci nel ravvivare l’interesse del pubblico: la Lancia 2000 divenne una delle berline più ambite sul mercato italiano. Proposta inizialmente con il motore a carburatori da 115 CV e cambio a quattro marce, venne poi affiancata nel 1972 da una versione dotata dell’alimentazione ad iniezione elettronica Bosch che aggiunse altri dieci cavalli alla già non scarsa dotazione d’origine consentendo prestazioni di primo livello: tra le concorrenti solo la pari cilindrata dell’Alfa Romeo riusciva, more solito, a sopravanzarla: ma neanche di tanto ed a prezzo di un confort di marcia neppure paragonabile.
In quel frangente la Lancia 2000 era stata anche dotata di serie del cambio a cinque marce ZF già disponibile sulla Coupé, unica versione derivata rimasta in produzione all’atto della promozione della Lancia Flavia nella classe 2000; del tutto soddisfacente poi sia la dotazione di serie (servosterzo, selleria in velluto di elevata qualità, tendine para sole al lunotto, lunotto termico invisibile, vetri atermici) sia a richiesta: condizionatore d’aria, alzacristalli elettrici, interno in pelle.
Abbiamo accennato alla Coupé che merita senz’altro qualche parola in più, anche perché il suo interesse collezionistico è ancora superiore, come è d’altra parte una consuetudine, a quello della berlina e questo anche grazie all’eccellenza della versione 2000 HF ad iniezione che veramente è un’auto di classe superiore. Essa è immediatamente identificabile dalla sorella a carburatori per la calandra in plastica nera con lo scudetto Lancia al centro e per una inopinata striscia adesiva in colore contrastante alla base della fiancata che, del tutto fuori posto su di un’auto di questa classe, fu rimossa da quasi tutti i proprietari spesso ancor prima di ritirare la macchina dal Concessionario; condivisi tra le due versioni invece i bei cerchi in lega di serie simili a quelli della Fulvia Coupé.
Macchina elegantissima in tutti i magnifici colori con cui era proposta, la 2000 Coupé mostrava interamente la sua classe nell’abitacolo: poltrone in panno o pelle, cruscotto e volante in legno e strumenti uguali a quelli delle Ferrari 365 GT 2+2 tant’è che nelle foto di presentazione della HF, per un refuso, sui quadranti si poteva vedere il cavallino rampante. Non a caso quest’auto è una di quelle che hanno visto maggiormente aumentare la propria valutazione in quest’ultimo periodo, in quanto i collezionisti si sono finalmente accorti delle sue prerogative che si possono sintetizzare in questo concetto: cilindrata sì sotto i due litri, a causa del sistema fiscale italiano, ma tutto il resto di livello molto superiore.
Sia la berlina sia la Coupé, HF o no, avrebbero forse meritato un motore più importante, ma non si può negare che il boxer Lancia ad iniezione, una volta trovato chi sapesse tenerlo a punto, avesse doti straordinarie soprattutto negli ultimi esemplari che, pochi lo sanno, furono ottimizzati nel sistema di alimentazione dai tecnici della Bosch facendogli raggiungere i 130 CV: come la BMW ed appena due in meno dell’Alfa Romeo.
Oggi le valutazioni delle Lancia 2000 berlina e Coupé divergono sensibilmente con un massimo di 7.500 Euro per la berlina e di 30.000 Euro per una HF passando per i 18.000 di una Coupé a carburatori. Lasciando la pur interessantissima berlina ai cultori del Marchio, che vedranno il loro acquisto preservare il proprio valore, riteniamo che le Coupé siano a proprio agio presso qualsiasi collezionista ed abbiano appena iniziato la loro risalita verso valori consoni alle loro doti ed al loro lignaggio.
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