ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùStati Uniti

Las Vegas punta su Formula 1 (e Super Bowl) per rinnovare il turismo

La città più luccicante d’America prova a rilanciare il turismo mettendo in calendario questa settimana la Formula 1 e a febbraio 2024 il Super Bowl

di Alex D'Agosta

8' di lettura

La città più luccicante, peccaminosa ed eccessiva di tutti gli Stati Uniti non rinnega se stessa e prova a rilanciare le sue strategie turistiche includendo per la prima volta alcuni dei più grandi eventi sportivi mondiali, mettendo in calendario nientemeno che questa settimana la Formula 1 e a febbraio 2024 il Super Bowl numero 58. Per molti, il sogno è che diventi il Gran Premio più maestoso di tutti i tempi.

Al contrario dell’evento clou annuale della NFL, per la regina del motorsport non è un debutto assoluto ma un ritorno dopo oltre 40 anni, anche se su un tracciato differente. La prima volta che i motori della Formula 1 rombarono nella Sin City fu nel 1981, ma l’edizione più significativa fu la seguente, nel 1982. Una gara memorabile perché rappresentò la prima vittoria per Michele Alboreto sulla Tyrrell-Ford Cosworth e, come sedicesimo e ultimo appuntamento dell’anno, incoronò campione Keke Rosberg sulla Williams, mentre il campionato costruttori fu il settimo ad arricchire la bacheca Ferrari.

Loading...

Passo falso per la Ferrari

A questo giro invece una Ferrari ha mosso il primo passo male, ma non per colpa propria. Nonostante la pista non sia più letteralmente disegnata all’interno dell’indegno parcheggio dell’hotel Caesars Palace, nello svolgimento delle prime prove libere, la vettura di Carlos Sainz è stata colpita al fondo della scocca, subito dopo il passaggio della Alpine di Ocon, da un tombino probabilmente mal posizionato o mal cementato, che ha danneggiato fortemente la sua monoposto, costringendo gli organizzatori a una sospensione immediata delle prove. Nella prosecuzione della inconsueta e abbastanza fredda notte non ci sono stati tuttavia altri grossi problemi durante la successiva seconda sessione, dove fortunatamente Sainz è riuscito a rientrare con l’auto riparata: ma a causa della necessaria sostituzione della batteria della sua Ferrari, la Fia ha deciso di applicare il regolamento senza deroghe alle penalità previste. Tuttavia, vista l’ora tarda e la seguente riapertura del traffico del primo mattino, il promoter non ha fatto una bella figura, impedendo al pubblico di partecipare alle seconde prove libere (rinviate di due ore e mezza rispetto alla prevista mezzanotte causa riparazioni urgenti) per necessità di sgombero delle tribune, provocando qualche accesa protesta: un ripensamento dell’ultimo minuto che poteva essere senz’altro evitato con una più attenta pianificazione.

La buona notizia per i tifosi delle rosse però è un’altra: Charles Leclerc ha segnato il miglior tempo in entrambe le prime due sessioni del giovedì notte. E se la prima non fa testo perché sono stati completati solo 4 giri, la seconda è molto indicativa di una condizione non perfetta né per le Red Bull né per le Mercedes.

Complessivamente, non è stato del tutto un buon inizio per questo evento, specie dopo le polemiche che si erano già accese su altri piani: prima i dubbi sull’efficienza degli pneumatici durante le ore notturne, poi le critiche dei piloti sulla mancata presenza di curve “veloci”, al contrario degli altri gran premi cittadini. Ma soprattutto la pesante dichiarazione di Verstappen seguita alla presentazione ufficiale, dove ha decretato che secondo lui il format di questo evento è concentrato al 99% sullo spettacolo e all’1% sulla dimensione sportiva. Come se non bastasse, ha aggiunto pure che «lì in piedi si sentiva un clown». Ma d’altra parte, proprio come suo padre, l’olandese non spicca per empatia. Inoltre, non ha molto da recriminare e, dopo aver vinto il suo terzo titolo mondiale consecutivo, sorprende che, rappresentando la figura di punta dei piloti attuali, prenda questa antipatica posizione così apertamente. Di parere opposto tuttavia il veterano sette volte campione del mondo Lewis Hamilton che, al contrario, approva l’organizzazione, testimoniando che «lo sport continua a crescere e che a Las Vegas hanno fatto un bello spettacolo, anche se non sarà mai come Silverstone». Ma nonostante il freddo dell’atmosfera e dell’asfalto, questa prima volta in cui la città più luminosa al mondo si chiude per far spazio alle Formula 1, qualcosa di concretamente buono e innovativo è stato fatto e, anche se non potrà far felici tutti, questo week-end segnerà comunque un punto di svolta nella conoscenza e nella percezione di questo sport non solo negli Stati Uniti.

Il gigantismo di strutture e sponsorizzazioni per segnare nuovi standard

A partire dalla lunghezza del tracciato di 6,12 km, il secondo più lungo in calendario dietro solo a Spa, non si può dire che gli americani non abbiano fatto le cose in grande. E non solo di temporaneo e smontabile, ma anche in ambito di infrastrutture fatte per restare. Non passa inosservato l’edificio permanente dei box della F1 a quattro piani e quasi 28000 metri quadrati, testimone della portata della trasformazione che Las Vegas ha subito e dell’impegno della F1 nei confronti della città. Il nuovo edificio funge analogamente agli autodromi da hub centrale per i concorrenti e per i fan con suite di lusso, sale per banchetti e balconi con vista sui “monumenti” di Las Vegas.

Gli ospiti da soddisfare a questo giro dovrebbero essere proprio tanti, anche perché il promoter della Formula 1 non vuole sfigurare né ‘”svendere” uno show di massimo livello, considerando che a titolo di confronto, la prossima edizione del Super Bowl nella stessa città tornerà a proporre i ticket più cari a oltre 9.000 dollari a persona.

La posta in gioco è quindi notevole. Sono stati coinvolti personaggi dello spettacolo e della musica ai massimi livelli: non solo Lebron James, Rihanna, Bad Bunny, Will.i.am, per citarne alcuni, ma un intero esercito di protagonisti della cultura pop con il più alto livello di apprezzamento e notorietà. I brand coinvolti si sono spesi in azioni di marketing celebrati e da manuale, dimostrando gradimento, supporto e coinvolgimento all’evento tali da poter in futuro sollecitare confronti anche con l’appuntamento glamour del Principato di Monaco.

Con la celebre Strip di Las Vegas trasformata in una pista da Formula 1 si raggiunge uno dei massimi sogni possibili per qualunque organizzatore di eventi: meglio di questo forse solo il cuore di Manhattan, da sempre sognato e mai realizzato anche per un guru quasi onnipotente come Bernie Ecclestone.

A fronte di un investimento complessivo superiore ai 500 milioni, la Formula 1 prevede che lo spettacolo genererà un impatto economico complessivo probabilmente superiore ai 1,3 miliardi di dollari dell’ultimo Super Bowl LVII, che si è svolto a febbraio. Numeri enormi ma non difficili da credere pensando a un afflusso stimato in oltre 100.000 persone per ciascuno dei tre giorni clou di questa settimana.

Per questo motivo, gli sponsor e i partner coinvolti hanno investito cifre da record, partendo da una stima media di costi per ospite vip, secondo Tag Heuer, superiori ai 20.000 euro ciascuno. Tommy Hilfiger non si è risparmiato, dichiarando che «Las Vegas sarà uno dei più grandi eventi sportivi nella storia degli Stati Uniti e negli anni a venire sarà più grande del Super Bowl».

Un altro segno di cambiamento nella Formula 1, quando tanti grandi annunci venivano riservati nelle settimane delle gare di Monaco, Silverstone o Monza, è anche nella lista di novità rese note di recente. Lunedì, il marchio britannico di streetwear Palace e il marchio di abbigliamento sportivo Kappa hanno annunciato una collaborazione con il team Alpine F1. Il marchio di lusso giapponese Sacai ha lanciato una collaborazione con Mercedes-AMG. Palm Angels, fondata negli Usa dall’italiano Francesco Ragazzi, ha esibito una serie di magliette a tema Las Vegas in edizione limitata come parte della sua partnership in corso con il team Haas F1. AlphaTauri, la linea di moda di proprietà della Red Bull, propone una capsule collection con l’artista californiano Brendan Monroe. E non poteva mancare l’etichetta +44 del noto ‘modaiolo’ Lewis Hamilton, che sfrutta l’occasione per lanciare una nuova collezione in collaborazione con Takashi Murakami.

Non è un caso che si siano mossi così tanti nomi della moda. Sebbene la Formula 1 sia molto indietro rispetto al calcio e, negli Usa, al basket e al football, sia in termini di popolarità che di partnership commerciali, questo sport offre l’opportunità di confrontarsi con un nuovo tipo di pubblico. Secondo una ricerca Nielsen e F1, l’età media dei fan della F1 è di 32 anni, molto più bassa di quella della MLB di baseball (57), della NFL di football americano (50) e della NBA (42). I fan più giovani si sono riversati sulla F1 negli ultimi anni, sotto la proprietà di Liberty Media Corporation e la gestione di Stefano Domenicali.

Lo sport come nuova forma di turismo a Las Vegas

Come accennato, questo evento vuole rimanere nella storia di Las Vegas e nello sport, cercando di segnare nuovi record anche dal punto di vista economico. La ricca quantità di fantasia nello spettacolo e intrattenimento ha indubbiamente convinto il pubblico a partecipare a questo nuovo appuntamento autunnale. Una scelta strategica ponderata, letteralmente una “scommessa” distribuita nell’arco di dieci anni: un intervallo notevole e vantaggioso rispetto ai “soliti” rinnovi molto più sacrificati a cui la gestione successiva ad Ecclestone ha sottoposto le altre nazioni ospitanti. D’altra parte Liberty Media ha interesse a vincere la sfida di far funzionare e adattare la Formula 1 al pubblico americano, per questo insieme alle autorità territoriali ha puntato su un intervallo di tempo confortevole e sufficiente per poter calibrare anche il tiro strada facendo e raggiungere gli obiettivi previsti entro la “scadenza” senza sfigurare.

D’altro canto, «Las Vegas sta sempre di più guardando al di là del gioco. Gli investimenti in campo sportivo sono fondamentali in questo senso», spiega Marta Soligo, italiana, Direttrice alla Ricerca in Turismo presso l’Ufficio per lo Sviluppo Economico della University of Nevada, Las Vegas (UNLV). «Il termine chiave è “diversificazione dell’economia turistica”. Dai nostri dati emerge che la comunità locale spera che questi investimenti negli eventi sportivi regalino una nuova immagine a Las Vegas. Per una città che viene spesso definita “finta”, avere una forte identità sportiva rappresenta una sorta di opportunità di riscatto».

Indubbiamente non è tutto oro quello che luccica. Se lo stop dopo 8 minuti della prima sessione e il maxi ritardo della seconda con i piloti che hanno guidato di fronte a tribune vuote non è stata una bella figura, nemmeno la rincorsa a riempire le camere degli albergatori fa pensare che il pubblico reale sia pari a quello stimato, almeno per i giorni precedenti a quello della gara. Imprevisti che si aggiungono a una lunga lista «di disguidi “da prima volta” – continua Soligo-. La F1 aveva già creato diversi disagi alla popolazione residente, in particolare il traffico per i lavori in corso, protrattosi per mesi. C’è poi da riflettere sul perché, a pochi giorni dalla gara, il numero di biglietti e camere d’hotel invendute fosse notevole (i resort hanno ridotto drasticamente le tariffe, dal 60 all’80%)».

Comunque l’ottimismo è prevalente: «Liberty Media, proprietaria di F1, stima che l’impatto sarà di 1,7 miliardi di dollari, contribuendo all’occupazione e aumentando gli arrivi turistici. Prevede poi che le entrate fiscali toccheranno i 87 milioni».

E non è solo questione di Formula 1, conclude Soligo: «Abbiamo anche rilevato la speranza che questa diversificazione economica porti particolari benefici alle piccole imprese locali. Infine, gli sforzi nell’affermarsi come una destinazione sportiva nel loro complesso si riflettono anche in altri ambiti. Ad esempio nel successo della squadra di basket femminile Aces (che ha già vinto due volte il campionato WNBA), della squadra di hockey Vegas Golden Knights (che ha vinto la Stanley Cup quest’anno) e l’apertura dell’Allegiant Stadium, costato quasi 2 miliardi di dollari, dove gioca la squadra di football Raiders. Inoltre, a febbraio 2024 Las Vegas ospiterà il Super Bowl, il cui impatto economico potrebbe superare il miliardo di dollari. Si stima che più di 450.000 persone visiteranno l’area durante il Super Bowl weekend».

Riproduzione riservata ©

loading...

Loading...

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti