il caso

Carceri, Petralia al posto di Basentini che lascia dopo le polemiche sulla scarcerazione di boss

Basentini era finito al centro delle polemiche anche per le rivolte nei penitenziari

Il coronavirus incendia le carceri italiane

3' di lettura

Sarà il procuratore generale di Reggio Calabria Dino Petralia il nuovo capo del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, al posto di Francesco Basentini che si è dimesso. La notizia, riportata sul sito di
Repubblica, è stata confermata all'Ansa. Petralia, che è stato procuratore a Sciacca e consigliere del Csm, sarebbe stato contattato nei giorni scorsi dal ministro Bonafede, a cui avrebbe dato la propria disponibilità.

Le dimissioni di Francesco Basentini erano nell’aria, da quando il dirigente era finito al centro delle polemiche per le rivolte scoppiate nei penitenziari e per le scarcerazioni di boss mafiosi. «Le polemiche di questi giorni sono strumentali e totalmente infondate, ma fanno male al dipartimento», avrebbe detto Basentini in un incontro col ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. La vicenda è legata alle scarcerazioni effettuate nel periodo dell’emergenza coronavirus nelle carceri sovraffollate, per evitare il dilagare dei contagi da coronavirus (al 31 marzo sono 57.846 i detenuti in Italia rispetto a una capienza regolamentare di 50.754).

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L’arrivo di Tartaglia al Dap
Dopo le polemiche è in arrivo - nel ruolo di vicecapo del Dap - Roberto Tartaglia, per dieci anni sostituto procuratore della Repubblica a Palermo, dove ha gestito numerosi detenuti sottoposti al regime del 41-bis, da Salvatore Riina a Leoluca Bagarella ai fratelli Giuseppe e Filippo Graviano. «Un magistrato di grande valore, da sempre in prima linea contro la mafia», ha detto il guardasigilli Alfonso Bonafede.

I casi nel mirino
Ci sono alcuni casi nel mirino delle polemiche. Aveva quasi ottenuto i domiciliari Raffaele Cutolo, boss della Nuova camorra organizzata, mentre era stato scarcerato il boss dei casalesi Pasquale Zagaria, malato di tumore. Un ergastolano sottoposto al regine di carcere duro, il 41-bis, seguito presso l’ospedale di Sassari per la sua malattia. E siccome la struttura ospedaliera è oggi riservata ai pazienti Covid-19, secondo il capo del Dap non poteva stare in carcere. Discussioni anche per l’uscita di Pietro Pollichino, detenuto nel carcere di Melfi per associazione a delinquere di stampo mafioso e condannato, nel 2018, a 6 anni e 8 mesi di reclusione.

Salvini chiede le dimissioni di Bonafede
Il leader della Lega Matteo Salvini ha chiesto anche al ministro Bonafede di dare le dimissioni: «Le dimissioni del direttore del Dap Basentini non bastano a cancellare quanto successo in poche settimane tra carceri in rivolta, morti, evasioni e perfino mafiosi e assassini usciti a decine di galera. Il ministro Bonafede è il primo responsabile: dimissioni!». Una posizione che vede sulla stessa linea d’onda Giorgio Mulé, deputato di Forza Italia e portavoce dei gruppi azzurri di Camera e Senato: «Le dimissioni del capo Dap Basentini certificano il fallimento del suo diretto superiore e cioè il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Lo stesso ministro che, in base al principio di responsabilità, se fosse stato in... buona fede avrebbe dovuto pretendere le dimissioni di Basentini ben prima delle rivolte carcerarie durante l'emergenza Covid».

Mirabelli: si verifichi se errori abbiano favorito le scarcerazioni
«Le dimissioni di Basentini sono un atto di responsabilità dell'ex capo del Dap. In questi mesi si sono rese sempre più evidenti le difficoltà della struttura preposta a governare il sistema dell'esecuzione penale e questo passo può e deve aiutare il cambiamento e un migliore funzionamento del sistema carcerario», ha detto Franco Mirabelli, vice presidente dei senatori del Pd e capogruppo Pd in commissione Antimafia, chiedendo di verificare se eventuali scelte sbagliate da parte di chi ha avuto e ha ruoli nella direzione della struttura penitenziaria «abbiano consentito o favorito la scarcerazione di tanti boss». Dimissioni necessarie ma tardive, quelle di Basentini per Maria Elena Boschi (Iv): «Si rincorrono voci, non confermate, sulle dimissioni del Capo dell'amministrazione delle carceri, Basentini. Sarebbero un gesto necessario anche se tardivo. Bonafede proponga come nuovo capo una figura saggia e autorevole».

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