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«Lavorare sul consolidamento delle telco e tutelare asset strategici, Sparkle essenziale»

Lo sottolinea . Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy. Ottimismo su innalzamento dei limiti elettromagnetici e sull'utilizzo dei voucher

di Simona Rossitto

Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy

4' di lettura

(Il Sole 24 Ore Radiocor). La strada per risollevare il settore delle tlc passa dal consolidamento e, in Italia, in particolar modo, «occorre certamente lavorare» in questa direzione. Lo afferma Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, in un'intervista a DigitEconomy.24, report del Sole 24 Ore Radiocor e di Digit'Ed, nuovo gruppo attivo nella formazione e nel digital learning. Riguardo agli alri strumenti da utilizzare per sostenere il settore delle telco, oggi in difficoltà, il ministro, alla luce del tavolo governativo ad hoc, si dice «ottimista» sia sull'innalzamento dei limiti elettromagnetici sia sull'utilizzo dei voucher mentre sull'Iva occorre aspettare il parere del Mef. Quanto alla tutela di un asset strategico come i cavi sottomarini, per Urso occorre aumentare la «cooperazione internazionale» mentre «venendo più specificamente all'Italia, credo che quanto detto valga a maggior ragione per Sparkle che è proprietaria di un'infrastruttura essenziale e che, con le sue partnership, è al centro dei più rilevanti progetti di sviluppo nell'ambito del Mediterraneo. Un punto di forza del Paese che va assolutamente preservato».

Il consolidamento, spesso invocato dagli operatori italiani, non ultimo il ceo di Tim Pietro Labriola, come necessario, può essere la strada per uscir fuori dall'impasse determinato da ricavi in calo e investimenti in aumento?

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È stato uno degli argomenti che ho affrontato con la commissaria Vestager a Bruxelles. La filiera delle telecomunicazioni è strategica, in Italia come anche in Europa. Ma i ricavi delle tlc europee hanno un tasso di crescita talmente basso rispetto ai competitor globali da realizzare un divario competitivo anche sugli investimenti: rispetto all'Europa, l'Asia cresce più del triplo (3,2% vs. 1%) e l'America più del doppio (2,4% vs. 1%). In ambito europeo, l'Italia è il Paese dove i ricavi sono in flessione più netta. In questo quadro, che ha sicuramente tra le sue cause la frammentazione del mercato, occorre certamente lavorare nella direzione di un consolidamento del mercato. Basti rilevare che negli Stati Uniti gli operatori sono 3, in Italia 5, nella UE 67.

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Si parla di fusioni e consolidamento possibile, e in parte già in atto, anche tra settori diversi, nel senso che le tlc si potrebbero consolidare sempre più con system integrator, aziende di servizi e di informatica. È una strada percorribile?

Non v'è dubbio che la digitalizzazione abbia avvicinato sensibilmente settori che inizialmente erano distanti. Si pensi, solo per fare un esempio, alle frequenze che oggi interessano le tlc, i fornitori di servizi media e gli internet provider. O alla rilevanza dell'elettronica nella gestione delle reti. Non so dire se questo produrrà nel prossimo futuro operazioni industriali in Italia, ma è un fenomeno che deve essere seguito con attenzione, pensando parimenti al fabbisogno di investimenti e alla tutela dell'occupazione.

A proposito di occupazione, questo Governo ha sempre detto che l'obiettivo è tutelare i livelli del settore che però è in difficoltà. A che punto siamo con strumenti, richiesti dagli operatori, come l'abbassamento dell'Iva, la richiesta dell'innalzamento dei limiti elettromagnetici o di voucher per stimolare la domanda?

Il tavolo aperto dal Governo sulla rete nazionale ha consentito di approfondire molti degli aspetti che indica. Sull'occupazione, che è al centro della politica industriale, abbiamo da un lato registrato le giuste preoccupazioni dei sindacati e dall'altro la strutturale carenza di manodopera per la posa dei cavi. Bisognerà lavorare in entrambe le direzioni. Sull'innalzamento dei limiti elettromagnetici, sono ottimista: ho condiviso alcune riflessioni con il ministro Gilberto Pichetto Fratin e sul tema c'è una forte sensibilità da parte di tutto il Governo. Lo stesso per i voucher, dove il dialogo con gli operatori è stato molto fattivo. Sull'Iva attendiamo ovviamente le valutazioni del Mef.

Passando a un altro fronte caldo, quello della cybersecurity, alla luce della sua esperienza come presidente del Copasir, quali sono le infrastrutture critiche da tutelare e sulle quali il Governo non può perdere il controllo?

A partire dall'inizio del 2022 c'è stata un'intensificazione degli attacchi informatici, sia in ambito nazionale che europeo, che hanno inoltre rivelato un più elevato grado di complessità. Anche grazie agli stimoli del Copasir, l'Italia si è dotata, negli anni, di un sistema di protezione molto efficace, sia dal punto di vista della governance, sia dal punto di vista normativo. Penso, in particolare, alla Strategia nazionale di Cybersicurezza 2022-2026 e al relativo Piano di implementazione, ma anche all'attenzione che il Governo sta continuando a dedicare alle tecnologie che possono essere oggetto di incursioni. L'obiettivo è garantire il connubio tra l'analisi prettamente tecnologica e le valutazioni strategiche e geopolitiche. Occorre garantire sicurezza alle istituzioni, alle imprese, ma anche a tutti i cittadini. In questo senso vanno anche le norme inserite nel decreto golden power.

Che cosa si può fare per tutelare i cavi sottomarini, asset strategico su cui si sono registrati attacchi e sabotaggi, nei mesi scorsi, in vari Paesi d'Europa?

La tutela della rete dei cavi sottomarini è cruciale per il commercio e per le comunicazioni internazionali. Su di essa passa la gran parte del traffico internazionale voce e i dati di svariati miliardi di persone. È evidente, dunque, che non ci si possa limitare a una sorveglianza generica: occorre che gli Stati intensifichino la cooperazione internazionale e adottino misure in grado di mantenere il controllo su un'infrastruttura che non esito a definire strategica per la sicurezza globale. Venendo più specificamente all'Italia, credo che quanto detto valga a maggior ragione per Sparkle che è proprietaria di un'infrastruttura essenziale e che, con le sue partnership, è al centro dei più rilevanti progetti di sviluppo nell'ambito del Mediterraneo. Un punto di forza del Paese che va assolutamente preservato.

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