smart working

Lavorare dove si vuole: una startup connette aziende e talenti digitali

A Milano la proposta di «Cosmico», che guarda i i professionisti del digitale con forti competenze soprattutto in design e sviluppo e social media

di Gianni Rusconi

(EPA)

3' di lettura

Popolo di lavoratori autonomi, gli italiani. E non è un'affermazione che richiama vecchi adagi. Lo dicono i dati contenuti in un rapporto pubblicato lo scorso novembre dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, che contabilizzava in oltre cinque milioni il numero di professionisti freelance in Italia, un numero che nel 2019 è valso al nostro Paese il primo posto in Europa in questa speciale classifica. Se n'è parlato tanto in questi mesi delle partite Iva e dei lavoratori a progetto, una categoria fra le più penalizzate (o forse meno tutelate) dagli effetti della pandemia e che annovera fra le sue file soprattutto i giovani: su più di quattro milioni di occupati tra i 25 e i 34 anni, il 16,3% svolge infatti una professione indipendente.

Secondo la ricerca in questione, nove autonomi su dieci (l'89,9%) lamentano però notevoli ostacoli nello svolgimento della propria attività, a cominciare dal carico di oneri burocratici da gestire per proseguire con l'instabilità degli incarichi e dei committenti e con la difficoltà di trovare nuovi clienti con cui collaborare.Perché allora non provare a lavorare, cavalcando l'onda dello smart working, in modo più organizzato e al servizio di imprese multinazionali direttamente da casa propria, ovunque essa sia (connettività permettendo) e senza essere costretti a spostarsi in un appartamento in città?

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Si sono posti questa domanda i fondatori di Cosmico, startup nata a Milano lo scorso febbraio 2020, appena prima dello scoppio del Coronavirus. La sua missione? Connettere, per l'appunto, e su scala internazionale, i talenti del mondo digitale con le aziende (e le startup) che hanno bisogno di accelerare il processo di digitalizzazione.Il modello alla base del servizio è semplice. Da una parta le aziende possono trovare nella startup un partner per azzerare i tempi della ricerca di professionisti qualificati e abituati a dinamiche di lavoro smart per progetti di breve ma anche di lunga durata so, massimizzando flessibilità e contenimento dei costi.

Dall'altra, Cosmico vuole essere un punto di riferimento per i professionisti del digitale con una forte competenza soprattutto in design e sviluppo e social media. Un ponte fra due mondi, come dice Francesco Marino, 30 anni, il Managing director della startup, che parla di opportunità per andare oltre le barriere geografiche e per accorciare sensibilmente i tempi di scouting di profili qualificati.

Quali sono le aziende che si stanno affidando al vostro servizio, e quali sono i profili che cercano maggiormente?
Lavoriamo principalmente con società di consulenza e grandi organizzazioni che stanno sviluppando prodotti e servizi digitali. Le figure più ricercate sono quindi tutte legate al mondo digital, quali per esempio sviluppatori web e mobile, user experience designer e poi ovviamente social media, content e community manager.

Questa forma di recruitment può diventare preponderante nell'era post Covid-19?
A nostro parere è destinata a diventare sempre più importante, poiché è l'unica in grado di rispondere ai bisogni di scalabilità delle aziende in un mondo che cambia velocemente ed è la sola a permettere al talento di lavorare per le grandi aziende. Il Covid ha solo accelerato questo processo, costringendo tutte le aziende ad aprirsi organizzativamente e culturalmente al lavoro da remoto.

Che esperienze vantano i professionisti iscritti alla piattaforma: vi sono requisiti minimi? È aperto anche agli stranieri?
Collaborano con noi agenzie focalizzate in “user experience” e “user interface”, sviluppo mobile e servizi per le banche. Il requisito minimo è che già siano in grado di abbracciare un modo di lavorare per obiettivi e in totale autonomia, basato su organizzazione e massima puntualità. L'universo di Cosmico è assolutamente aperto anche a professionisti stranieri, anche se al momento il 90% dei team è impegnato in Italia.

Quali sono le “regole” che utilizzate per valutare un professionista e assegnarlo al progetto di una determinata azienda?
Tutti i professionisti hanno già una forte expertise in un determinato settore: dopo una prima call conoscitiva, vengono testati su alcuni progetti mirati e in base alle richieste del cliente selezioniamo e presentiamo un pool di talenti candidati dopo aver studiato accuratamente il loro portfolio dei professionisti, associando il profilo più adatto ad ogni progetto e creando, dove necessario, anche team di sviluppo ad hoc. Al cliente spetta la scelta del professionista preferito e spesso accade che, in seguito, lo stesso professionista sia ricercato per collaborare su un altro progetto del cliente.

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