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Lavoratori extra Ue: altri 40mila ma nei campi resta poco oltre alla vendemmia

Posti disponibili dal 14 agosto, quando gran parte dell’attività in agricoltura si è conclusa. Necessario regolamentare in tempo utile

di Matteo Prioschi

CdM, via libera al nuovo decreto flussi sui lavoratori stranieri

I punti chiave

  • Uva e mele
  • Provvedimenti tardivi
  • Programmare gli ingressi
  • I flussi 2023-25

2' di lettura

Dal 14 agosto sono disponibili 40mila quote aggiuntive per gli ingressi di lavoratori stagionali extra Ue con contratto subordinato nei settori agricolo e turistico-alberghiero. Conseguenza della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del Dpcm che integra il contingente stabilito con il decreto flussi dell’anno scorso (Dpcm 29 dicembre 2022). Un provvedimento adottato dal Governo a fronte dell’alto numero di richieste registrato nel click day del mese di marzo (150mila) a fronte dei 44mila posti disponibili originariamente.

Per quanto riguarda il comparto turistico-alberghiero, Federalberghi ribadisce la soddisfazione per il provvedimento già espressa in occasione dell’approvazione del Dpcm da parte del Governo, nel mese di luglio. Apprezzamento per la procedura che mantiene valide le domande già presentate senza necessità di inoltrarne di nuove.

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Uva e mele

In agricoltura, invece, gli effetti del provvedimento vengono limitati dai tempi della stagionalità, quella che il decreto flussi dovrebbe assecondare. In una nota, Coldiretti ha definito «salva vendemmia» il via libera ai 40mila lavoratori extracomunitari e spiegato che, per accelerare le procedure, il Dpcm «riserva alle associazioni datoriali 15mila quote sulle 40mila previste, che saranno utilizzate a scorrimento rispetto alle domande già presentate alla data di pubblicazione del decreto». Inoltre le quote sono già state ripartite a livello territoriale in base al fabbisogno che, nelle prossime settimane, riguarderà la raccolta delle mele, oltre alla vendemmia.

Provvedimenti tardivi

«Va dato atto al Governo di aver portato a termine l'iter per gli ingressi dei lavoratori, tuttavia è evidente che i tempi sono purtroppo tardivi rispetto alle esigenze della campagna», commenta Confagricoltura. Secondo la Confederazione, ormai le produzioni sono state pressoché tutte raccolte, «rimane la vendemmia che impiega circa 200mila lavoratori assunti con contratto stagionale, e poco altro. Auspichiamo che per il prossimo anno si riesca a far combaciare i tempi delle imprese e della natura con quelli dei provvedimenti legislativi. Anche nel 2023, infatti, si è registrata grande difficoltà a reperire manodopera disponibile e adeguatamente qualificata».

Programmare gli ingressi

Il peso dei lavoratori stranieri in agricoltura è rilevante. Coldiretti, citando il dossier Idos, spiega che si contano 358mila lavoratori regolari provenienti da 164 Paesi impiegati nei campi e nelle stalle, che forniscono oltre il 30% del totale delle giornate di lavoro. Confagricoltura evidenzia che quasi un terzo dei dipendenti nelle campagne italiane è straniero e continua a cambiare la geografia di provenienza dei lavoratori: «aumentano gli extracomunitari, in particolare indiani, albanesi e marocchini. Di qui l’importanza di poter programmare le necessità di manodopera stagionale, preferibilmente su un arco temporale pluriennale».

I flussi 2023-25

Da questo punto di vista, quindi, gli ulteriori 82.550 ingressi per lavoro subordinato stagionale previsti per quest’anno dal decreto flussi 2023-2025 che però, probabilmente, sarà approvato in via definitiva a settembre, non faranno la differenza. Per il 2024 lo stesso decreto fissa i permessi stagionali a 89.050, di cui 41mila riservati all’agricoltura in favore delle richieste di nulla osta all’ingresso in Italia, per lavoro stagionale anche pluriennale, presentate da Confederazione nazionale coltivatori diretti, Confederazione italiana agricoltori, Confederazione generale dell’agricoltura italiana, Confederazione di produttori agricoli, Alleanza delle cooperative italiane.

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