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Lavoro di piattaforma, modelli vincenti e accordi con i sindacati

Rafforzare la protezione dei lavoratori, operando diversamente. I casi di batmaid e justeat

di Ivana Pais

(Adobe Stock)

3' di lettura

Il lavoro di piattaforma viene raccontato sempre nello stesso modo: attività frammentate, coordinate da un algoritmo, svolte in isolamento e senza tutele. Le piattaforme stesse confermano questa idea, quando minacciano di lasciare un Paese in caso di regolamentazione del lavoro nel loro comparto. È quanto successo con Foodora in Italia nel 2018, che poi è effettivamente uscita dal nostro Paese ma per ragioni di mercato, a seguito del mancato raggiungimento dei tassi di crescita attesi.

Ora sembra che le cose stiano cambiando. Le piattaforme si stanno differenziando nei modelli organizzativi e di regolazione del lavoro, con conseguenze rispetto alla protezione sociale dei lavoratori.

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Il caso più discusso è JustEat che, dopo aver siglato un accordo collettivo aziendale nel marzo 2021, ha assunto i rider con contratto di lavoro subordinato, con applicazione del Ccnl Logistica, Trasporto, Merci e Spedizione. Fuori dai riflettori, oltre ai rider, la diversificazione dei modelli di piattaforma riguarda anche gli altri lavori mediati attraverso piattaforma.

Tra questi, è particolarmente interessante il caso di Batmaid, piattaforma per il lavoro domestico fondata a Losanna nel 2015. Fin dai primi anni di attività, questa azienda ha offerto supporto alle famiglie per la regolarizzazione del rapporto di lavoro. È quanto accade, anche in Italia, nella maggior parte delle piattaforme per badanti (Amalia Care, Badacare, Epicura), mentre nel settore delle pulizie domestiche questa modalità è poco diffusa (la applicano Agenzia Lavoro Domestico e DoEmploy) e il modello prevalente è quello di piattaforme che si presentano come e-commerce e offrono solo il matching tra domanda e offerta di servizi, senza intervenire negli aspetti contrattuali. Operano con questa modalità Cleanzy, Easyfeel, Helpling, Serviloo. Queste piattaforme di fatto riproducono il lavoro informale, con il paradosso di organizzarlo attraverso dispositivi che pubblicano online il profilo di lavoratori. I lavoratori sono liberi di definire il proprio compenso orario, ma la piattaforma suggerisce una tariffa, che viene parametrata sulla media del lavoro irregolare nella città in cui opera l’addetto. La piattaforma trattiene una percentuale sul transato (generalmente intorno al 30%). Nel 2020, dopo aver valutato i rischi legati al lockdown, Batmaid ha deciso di cambiare modello e rafforzare ulteriormente la protezione dei lavoratori, operando direttamente come datore di lavoro. Nel 2021 ha aperto in altri Paesi, tra cui l’Italia (nelle città di Milano, Torino, Bologna e sta per aprire a Roma), e in tutti ha mantenuto questo modello. Questa è una novità rispetto a Helpling, la più grande piattaforma di lavoro domestico in Europa, che adatta il modello regolativo ai contesti nazionali in cui si inserisce. Dall’agosto 2021, Batmaid ha assunto 125 persone, di cui 45 operative attualmente. Si tratta di lavoro femminile (98%) e svolto da immigrati (82%), per cui la protezione sociale in questo settore è particolarmente rilevante.

JustEat e Batmaid realizzano il modello auspicato dai sindacati, che si sono interessati tardi al lavoro di piattaforma e hanno indirizzato i loro sforzi all’obiettivo di riportare queste nuove forme di lavoro nell’alveo della regolazione tradizionale, attraverso il contratto di lavoro subordinato. Per JustEat il modello è stato oggetto di contrattazione collettiva. Batmaid, invece, ha adottato questo modello spontaneamente, senza il coinvolgimento dei rappresentanti dei lavoratori. Dopo due anni di applicazione del contratto di lavoro subordinato in entrambe le piattaforme, è ora possibile trarre un primo bilancio. La loro presenza ha un valore di testimonianza, perché dimostra che il lavoro di piattaforma non è incompatibile con il contratto di lavoro subordinato, anche nei settori dove prevale il lavoro informale. Al tempo stesso, l’esperienza delle piattaforme che adottano questo modello dimostra che non basta avere un contratto per garantire condizioni di lavoro soddisfacenti. JustEat sta riducendo le ore di lavoro, disattendendo in questo modo proprio le aspettative dei lavoratori che cercano maggiore stabilità. Anche per Batmaid risulta difficile raggiungere le 14 ore di lavoro minimo a settimana stabilite dal Ccnl Multiservizi.

L’eterogeneità dei modelli di piattaforma può dunque rispondere a una differenziazione nei bisogni e nelle priorità dei lavoratori, è però necessario ampliare lo sguardo oltre i rider, per considerare anche gli altri lavoratori di piattaforma; oltre la sicurezza contrattuale, per includere anche la protezione da altri rischi; oltre il modello della subordinazione, per tutelare anche i lavoratori con altri contratti.

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