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Lavoro, dalle quote alla formazione: come entreranno i migranti regolari in Italia

I primi cinque articoli del decreto flussi approvato giovedì dal Cdm riunito a Cutro sono tutti dedicati all'immigrazione regolare, con un focus specifico sulla semplificazione e l'accelerazione delle procedure di rilascio del nulla osta al lavoro e misure per favorire l'ingresso e il soggiorno al di fuori delle quote per chi completa nel suo Paese un corso di formazione professionale

di Andrea Gagliardi

Meloni: "Ripristiniamo decreti flussi, criteri e quote triennali con alcune corsie preferenziali"

4' di lettura

Il decreto legge sull'immigrazione approvato ieri dal Consiglio dei ministri riunito a Cutro, in Calabria, a undici giorni dal naufragio in cui hanno perso la vita 72 persone, parte con le norme sull'ingresso legale dei lavoratori stranieri: la previsione di un Dpcm flussi per il triennio 2023-2025, che potrà essere integrato con altri decreti; semplificazioni e accelerazioni delle procedure di rilascio del nulla osta al lavoro; via libera all'ingresso extra quote di chi abbia completato in patria un corso di formazione professionale e civico-linguistica promosso dal ministero del Lavoro; estensione a tre anni della durata del permesso di soggiorno in rinnovo. Poi, nella seconda parte, la stretta sull'immigrazione irregolare.

In arrivo un Dpcm triennale

L’allargamento dei flussi di lavoratori extra Ue in ingresso nel triennio 2023-2025, sarà definito con Dpcm, anche in base all'«analisi del fabbisogno del mercato del lavoro effettuata dal ministero del Lavoro e delle politiche sociali previo confronto con le organizzazioni dei lavoratori e dei datori di lavoro maggiormente rappresentative sul piano nazionale». E le quote massime di stranieri da ammettere nel territorio dello Stato per lavoro subordinato, anche per esigenze di carattere stagionale e per lavoro autonomo, sono definite, con decreto del presidente del Consiglio dei ministri, sentiti i ministri interessati, il Cnel, la conferenza Unificata e le principali associazioni di lavoratori e datori. I pareri delle commissioni parlamentari competenti sono resi entro trenta giorni dal ricevimento della richiesta.

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Nel Dpcm le quote massime di ingresso per ogni anno

Al Dpcm spetterà indicare le quote massime di ingressi per ciascuno degli anni del triennio di riferimento. «Qualora se ne ravvisi la necessità, ulteriori decreti possono essere adottati durante il triennio, con nuovi Dpcm. E sono assegnate «in via preferenziale» quote riservate ai lavoratori di Stati che, in collaborazione con l'Italia, «promuovono per i propri cittadini campagne mediatiche aventi a oggetto i rischi per l'incolumità personale derivanti dall'inserimento in traffici migratori irregolari».

Ingressi per chi completa in patria corsi di formazione

I primi cinque articoli del decreto sono tutti dedicati all'immigrazione regolare, con un focus specifico sulla semplificazione e l'accelerazione delle procedure di rilascio del nulla osta al lavoro e misure per favorire l'ingresso e il soggiorno al di fuori delle quote per chi completa nel suo Paese un corso di formazione professionale e «civico-linguistica» organizzato sulla base dei fabbisogni manifestati al ministero del Lavoro dalle associazioni di categoria.

I controlli sugli accessi dei lavoratori stranieri

Le verifiche in relazione agli ingressi dei lavoratori stranieri sono demandate, per quanto concerne il rispetto dei contratti di lavoro e la congruità del numero delle richieste presentate, ai consulenti del lavoro e alle «organizzazioni dei datori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale». Si stabilisce inoltre che le verifiche di congruità «tengono anche conto della capacità patrimoniale, dell'equilibrio economico-finanziario, del fatturato, del numero dei dipendenti e del tipo di attività svolta dall'impresa».

La procedura per l’ingresso dei lavoratori stranieri

Se tutto va liscio, viene rilasciata l'apposita asseverazione che il datore è tenuto a produrre insieme alla richiesta di assunzione del lavoratore straniero. Fanno eccezione e non devono presentare l'asseverazione le istanze presentate dalle associazioni di categoria più rappresentative che hanno sottoscritto con il ministero del Lavoro un protocollo ad hoc con cui si impegnano a garantire il rispetto, da parte dei propri associati, dell'osservanza delle prescrizioni contrattuali. Resta ferma la possibilità, da parte dell'Ispettorato del lavoro, in collaborazione con l'Agenzia delle Entrate, di effettuare controlli a campione.

Lavoratori agricoli

L'articolo 5 è riservato ai lavoratori agricoli: per loro si prevede che i datori che abbiano presentato regolare domanda e non sono risultati assegnatari di tutta o di parte della manodopera richiesta, «possono ottenere, sulla base di quanto previsto dai successivi decreti sui flussi emanati nel corso del triennio, l'assegnazione dei lavoratori richiesti con priorità rispetto ai nuovi richiedenti, nei limiti della quota assegnata al settore.

Coldiretti: servono 100mila addetti

Va ricordato che il primo decreto flussi ha definito una quota di lavoratori stagionali da impiegare in agricoltura e turismo di 44mila unità (erano 42mila lo scorso anno) con una “riserva” destinate alle organizzazioni agricole, firmatarie con il Ministero del Lavoro di un apposito protocollo, di 22mila (erano 14mila nel 2022). Numeri in netto miglioramento ma ancora insufficienti rispetto alle reali necessità. Per la Coldiretti per i lavori stagionali in agricoltura servono almeno 100mila addetti. E nel click day in calendario per il prossimo 27 marzo le quote assegnate saranno di gran lunga superate dalle richieste delle aziende agricole.

L’ultimo decreto flussi

L'ultimo decreto flussi, pubblicato i Gazzetta Ufficiale il 26 gennaio 20232, fissa una quota massima di ingressi pari a 82.705 unità, 44.000 delle quali riservate agli ingressi per motivi di lavoro stagionali /che consente un soggiorno fino a un massimo di nove mesi) per i cittadini di Paesi che hanno accordi con l'Italia. Le quote fissate per gli ingressi per motivi di lavoro non stagionale e autonomo sono 38.705 unità, di cui la stragrande maggioranza (30.105 unità) riservate agli ingressi per lavoro subordinato non stagionale nei settori dell’autotrasporto, dell’edilizia e turistico-alberghiero, nonché, novità di quest’anno, della meccanica, delle telecomunicazioni, dell’alimentare e della cantieristica navale, sempre riservate ai cittadini di Paesi che hanno sottoscritto o stanno per sottoscrivere accordi di cooperazione in materia migratoria, con un rafforzamento dei rapporti bilaterali e un potenziamento dei rimpatri

Colf e badanti senza quote

Nella cura della persona lavora il 23% di stranieri contro il 5,7% degli italiani sull’occupazione totale. Assindatcolf chiede «non solo uno snellimento delle procedure di ingresso, chiediamo al governo di allargare le maglie dei decreti flussi e di prevedere espressamente delle quote dedicate al comparto domestico, escluso da ben 12 anni». «La strutturale carenza di personale domestico, ed in particolare di quello dedito all’assistenza di anziani e non autosufficienti, sta mettendo in seria difficoltà le famiglie, che non riescono più a trovare badanti, baby sitter e colf disposte a farsi assumere. In un settore come quello domestico, in cui è storicamente prevalente la componente straniera, e soprattutto quella non comunitaria, sarebbe miope continuare a non gestire la programmazione dei flussi di ingresso regolare»

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