Lavoro, il traino del turismo Prima frenata per l’industria
Calo dei reclutamenti in settori che includono metalmeccanico, legno, calzature e occhialeria Nei primi sette mesi bilancio del mercato dell'impiego dipendente privato positivo per 85.400 posizioni
di Barbara Ganz e Valeria Zanetti
3' di lettura
Un segnale fra i molti, quasi sempre positivi, che arrivano dal mercato del lavoro in Veneto, fa alzare la soglia di attenzione: è quel segno meno riferito all’industria. Nel periodo gennaio-luglio - come mostrano i dati di Veneto lavoro - la domanda di lavoro nel settore industriale mostra un calo del -6% rispetto a un anno fa. Il calo dei reclutamenti interessa soprattutto metalmeccanico, chimica-plastica e alcuni ambiti del made in Italy (industria conciaria, legno, calzature e occhialeria).
«L’equazione fra mobilità green e auto elettrica non è sostenibile, e gli effetti di questa di questa scelta a mio avviso sbagliata iniziano a vedersi sul mercato del lavoro del Veneto: la regione conta su una filiera dell’automotive completa, dalla componentistica a stampaggio e concia per gli interni fino all’elettromeccanica, ma la domanda è ferma». È questa - insieme all’inflazione - una delle chiavi di lettura di un dato che preoccupa, spiega l’assessore al Lavoro Elena Donazzan: «I dati di luglio evidenziano alcuni elementi da monitorare con attenzione. Pur rimanendo positivo il trend occupazionale da inizio anno, a luglio, nonostante le assunzioni stagionali, vi è stata una leggera flessione della domanda di lavoro e la contestuale riduzione delle cessazioni. Ciò fa ipotizzare una progressiva diminuzione della mobilità complessiva del nostro mercato del lavoro che è stata particolarmente intensa dopo la pandemia».
I numeri
I dati indicano che nei primi sette mesi del 2023 il bilancio del mercato del lavoro dipendente privato in Veneto è positivo per +85.400 posizioni di lavoro ma che, a partire dal mese di maggio, ha mostrato alcuni segnali di rallentamento.
Secondo Veneto Lavoro «il saldo registrato nel mese di luglio, in buona parte condizionato dalla stagionalità turistica estiva, è positivo per +2.700 posizioni di lavoro e mostra un miglioramento rispetto al 2022. Le assunzioni continuano a essere maggiori di quelle registrate nel 2019, pari a +4%, tuttavia segnano un calo del -2% rispetto al 2022».
Il bilancio dei primi sette mesi del 2023 è positivo e migliore di quello del 2022 in quasi tutte le province del Veneto, con l'unica eccezione di Rovigo dove si registra un saldo (pur positivo) leggermente al di sotto di quello dell'anno precedente. Nel dettaglio i territori di Venezia e Verona si contraddistinguono sia per i maggiori incrementi occupazionali, sia per il rafforzamento della domanda di lavoro (+7% rispetto al 2022 nel primo caso, +3% nel secondo). Nel mese di luglio, nonostante una flessione delle assunzioni più pronunciata che altrove (rispettivamente del -6% e -4%) il saldo si conferma positivo soprattutto nelle province di Venezia (+2.400) e Belluno (+1.300).
L’industria
Nel periodo gennaio-luglio, nonostante il calo della domanda di lavoro nel settore industriale, si registra un numero complessivo di assunzioni che si mantiene ancora al di sopra dei livelli raggiunti nel 2019.
Il calo dei reclutamenti rispetto al 2022 interessa soprattutto alcuni comparti del metalmeccanico (in particolare macchine elettriche e mezzi di trasporto), le industrie della chimica-plastica ed alcuni ambiti del made in Italy (industria conciaria, legno mobilio, calzature ed occhialeria). Il rafforzamento registrato nel terziario si associa invece ad una nuova espansione delle assunzioni e delle posizioni di lavoro in essere nelle attività turistiche e nel commercio.
«A fronte di una quasi cronica carenza di personale, la stagione turistica ha permesso di mantenere buoni livelli occupazionali anche nel mese scorso – commenta ancora Donazzan – nell’industria invece il problema sembra incidere molto insieme ad altri elementi congiunturali non particolarmente favorevoli. Attendiamo in mesi autunnali per capire in quale direzione andrà il nostro mercato del lavoro. Nel frattempo la Regione, oltre a monitorare le tendenze e programmare azioni, è impegnata nel sostenere con tutti gli strumenti a disposizione le nostre imprese per l’inserimento di personale e per la qualificazione di quello in organico».
Il quadro
Dal punto di vista socio-anagrafico, il rafforzamento del bilancio occupazionale complessivo è trainato dalla crescita delle posizioni di lavoro in essere per le donne, i lavoratori stranieri, i giovani under 30 e gli over 55, mentre l'incremento delle assunzioni interessa soprattutto gli uomini (+2% a fronte di una stabilità delle donne) e, ancora, gli stranieri (+7%, contro invece il -1% registrato per gli italiani). Gli ingressi in condizione di disoccupazione nei primi sette mesi del 2023 sono stati complessivamente 73.900, in calo del -4% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. La riduzione risulta essere particolarmente marcata nel caso degli inoccupati (-11%), mentre è più contenuta per i disoccupati veri e propri (-3%), che rappresentano la principale componente dei disponibili iscritti ai Centri per l'impiego della regione.
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