Le aziende devono saper ascoltare la voglia di un futuro diverso
Chi si occupa di management ha sempre sostenuto l'importanza dell’ascolto e del confronto per creare sviluppo. Ora è un imperativo
di Giovanna Prina *
3' di lettura
Durante questo periodo di emergenza Covid le nostre routine quotidiane, personali e professionali, sono state scardinate o messe a dura prova. Si è creato un grande senso di attesa verso i prossimi tempi: prima verso la fase due, poi verso il futuro. Si è iniziato a dire ovunque che non si può tornare a lavorare e vivere come prima, ma è davvero difficile capire quale è la direzione da seguire per trovare il nuovo equilibrio. Di fatto ciascuno di noi si è trovato a riflettere e a riorganizzare in qualche modo la propria vita, e a mettere in atto una serie di comportamenti che volenti o nolenti determineranno il nostro futuro individuale e collettivo.
Nel tentativo di dare un nostro piccolo contributo nell'indentificare la direzione abbiamo creato un blog, «Cartoline per il Futuro», per raccogliere esperienze, desideri e speranze su come vogliamo lavorare e vivere “dopo” questo periodo. Scopo del blog è recuperare e mettere in luce i comportamenti positivi nati magari sull'onda emotiva del momento, ma che hanno portato valore alle persone. Qualcosa che le persone pensano valga la pena riproporre quando le cose non saranno più in emergenza.
Ci ha davvero stupito la risposta che questa iniziativa ha ricevuto. Abbiamo ricevuto da subito molte cartoline e continuiamo a riceverne. Ogni cartolina presenta brevi e sintetiche riflessioni sul “mondo che vorrei” e su quello che sto già facendo per realizzarlo. Nella vita personale o nella vita professionale.
Ma non è sul contenuto delle cartoline che voglio ora concentrarmi. È piuttosto sul livello di partecipazione, sulla voglia delle persone di raccontarsi e di esprimere un desiderio per il futuro su cui credo sia importante riflettere. È su questi aspetti che chi nelle aziende ha ruolo per decidere deve mettere l'attenzione.
Il futuro da costruire rispetto all'organizzazione del lavoro, alle modalità smart da portare avanti, alle logiche di collaborazione o a quelle di gestione a distanza dei team, deve essere condiviso e creato insieme. Non può essere definito solo da un gruppo ristretto di manager che si trova a dover rispondere alle pressioni dell'emergenza. All'inizio di questo periodo, per la maggior parte dei leader e dei manager è stato necessario decidere in fretta e da soli. Non c'era tempo, non avevano scelta ed è stato giusto così.
Ora non c'è solo da rispondere all'emergenza; c'è da costruire il futuro. I business e le modalità per gestire la customer experience cambieranno radicalmente; l'employee experience si sta sviluppando su dinamiche non previste o immaginate prima. Gli stessi manager non hanno più sottomano schemi o modelli di riferimento stabili per valutare con sicurezza per le proprie scelte.
Chi si occupa di management ha sempre sostenuto l'importanza dell'ascolto e del confronto per crescere e creare sviluppo. Ma ora questi aspetti non possono essere solo importanti: sono diventati degli imperativi.
Per costruire il futuro, leader e manager hanno bisogno di persone propositive e capaci di mettersi in gioco per trovare soluzioni non ancora pensate; devono incrementare le loro capacità di ascolto e massimizzare la raccolta dei contributi. Perché non solo devono decidere cosa fare, ma devono costruire un nuovo progetto che aggreghi e crei nuovi valori da condividere.
Per fortuna, mai come in questi mesi c'è a disposizione un serbatoio di idee, di spunti e di proposte. Più siamo e stiamo fisicamente distanti, più abbiamo bisogno di essere presenti e di partecipare. Di essere realmente ascoltati e presi in seria considerazione per il contributo che possiamo offrire nel costruire un futuro condiviso e migliore. Bisogna fare in modo di non perdere questa occasione.
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