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Le banche pagano già il primo conto: a piazza Affari in fumo quasi 10 miliardi

di Maximilian Cellino

4' di lettura

Dieci miliardi di euro o poco meno. È il conto immediato pagato dalle banche italiane all'annuncio di un'imposta una tantum sugli extra profitti realizzati negli ultimi due anni. A tanto ammonta la perdita di capitalizzazione subita in Borsa dai titoli del comparto finanziario all'indomani dell'introduzione a sorpresa da parte del Governo nel Decreto Legge Omnibus di una norma che prevede una tassazione del 40% sull'utile netto da interessi degli istituti di credito. Una debacle senza mezzi termini che non ha risparmiato nessuno (dal -5,9% di UniCredit al -10,9% di Bper, passando per il -8,7% di Intesa Sanpaolo, il -9.1% di Banco Bpm e il -10,9% di Mps, tanto per citare le banche di maggior peso), che si è tradotta in un tracollo dell'indice di settore del 7,59% e ha trascinato giù Piazza Affari a -2,12% per farle segnare la peggior perfomance in un'Europa già orientata al ribasso.

Avevano appena terminato di presentare bilanci semestrali record le banche italiane (ieri è stata la volta di Credem e Popolare di Sondrio), accolti tuttavia non sempre con favore dai mercati, che si chiedevano appunto quanto potesse protrarsi la stagione d'oro dei conti del credito propiziata dal rapido incremento dei tassi di interesse Bce. L'iniziativa aggiunge ulteriore incertezza al quadro generale e agisce sul conto economico a valle del margine di interesse che il Governo intende colpire: sugli utili registrati dalle banche e a caduta su quanto di questi viene redistribuito ai soci sotto forma di dividendi e non soltanto (basti pensare alle operazioni di buyback al momento attive anche fra gli istituti di primo piano).

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Occhi puntati sui dividendi

È in particolare proprio a quest’ultima cifra che gli investitori guardano del resto quando si tratta di valutare e scegliere i titoli delle banche italiane Questi possono infatti vantare un rendimento cedolare (dividend yield) fra i più elevati in Europa e che prima della tempesta di ieri Intermonte stimava pari all’8,7% in relazione agli utili attesi quest’anno e addirittura al 9,3% per il 2024. Logico quindi che gli analisti si siano dedicati subito a calcolare l'eventuale impatto, che secondo Banca Akros potrebbe per esempio valere in media il 7% sull'utile per azione (Eps) degli istituti di credito nazionali, giustificando quindi una reazione negativa dei prezzi di mercato.

La decisione può essere vista come una confisca ex-post, con implicazioni negative per la capacità del settore di attirare capitale azionario a costi ragionevoli nei momenti di bisogno

Scope Ratings Marco Troiano

ll nodo della certezza delle regole

C'è poi una questione più sottile da considerare, che va oltre la logica dei numeri. «L'aumento dei tassi ha determinato un aumento significativo degli utili delle banche, che i governi europei vedono sempre più spesso come una fonte di gettito fiscale aggiuntivo per finanziare i loro piani di spesa», osserva Marco Troiano, Head of Financial Institutions Ratings Team di Scope Ratings, ricordando come l'Italia non sia un caso isolato, ma accompagnata sul terreno delle imposte sulle plusvalenze da Spagna, Ungheria e Repubblica Ceca. «Condividiamo le preoccupazioni sulla definizione arbitraria di profitto normale o eccezionale e sulla capacità del potere esecutivo di creare imposte retroattive ad hoc» prosegue Troiano, sottolineando inoltre il rischio che «la decisione possa essere vista come una confisca ex-post, con implicazioni negative per la capacità del settore di attirare capitale azionario a costi ragionevoli nei momenti di bisogno».

Il provvedimento rischia di minare la certezza delle regole del gioco di fronte ai mercati finanziari perché cambia improvvisamente i parametri su cui prendere le decisioni di investimento

Alisei Sgr Roberto Brasca

Non è certo l'unica voce a sottolineare il pericolo dei classici «effetti collaterali» sul listino azionario italiano, che già di per se' fatica a raccogliere interesse su scala globale. «Il provvedimento rischia di minare la certezza delle regole del gioco di fronte ai mercati finanziari - segnala infatti Roberto Brasca, a.d. di Alisei Sgr - perché cambia improvvisamente i parametri su cui prendere le decisioni di investimento e rende in questo modo più elevato il costo del capitale per le imprese italiane: oggi sono le banche, ma domani potrebbe toccare a un altro settore».

Se l'Italia delle banche piange, il resto d'Europa non ride

Su questo aspetto vale tuttavia la pena di notare come le perdite si siano ieri estese al comparto finanziario in tutta l'Europa, dove l'indice Stoxx settoriale ha ceduto il 2,7% con Deutsche Bank (-3,8%), Commerzbank (-3,4%) e Credit Agricole (-2,5%) tra i più penalizzati. «Non è solo una questione italiana, e sicuramente le banche nel Regno Unito e altrove nell’Unione europea sono attente a valutarne gli sviluppi all'interno dei propri confini», conferma Giorgio Broggi, analista quantitativo di Moneyfarm, al quale sembra fare da eco Chris Beuchamp, Chief Market Analyst di Ig quando avverte che «se un Paese si muove, altri potrebbero seguirlo, e con le numerose elezioni che si terranno nei prossimi mesi, i politici di tutto il continente potrebbero cercare di aumentare gli indici di gradimento con accenni a tasse sulle banche e su altri settori accusati di trarre profitto mentre i consumatori fanno fatica a tirare avanti».

Infine anche negli Stati Uniti la decisione di Moody's di declassare il rating dieci fra le banche di medio e piccolo taglio (e di mettere sotto osservazione con implicazioni negative altri big del calibro di Bank of New York Mellon, US Bancorp, State Street e Truist Financial) ha finito per mettere ulteriore pressione e zavorrare Wall Street. Giornata da dimenticare ieri per il credito, su tutti i fronti.

Riproduzione riservata ©
  • Maximilian CellinoRedattore

    Luogo: Milano

    Lingue parlate: italiano, inglese, tedesco

    Argomenti: Mercati finanziari, politiche monetarie, risparmio gestito, investimenti, fonti alternative di finanziamento, regolamento del sistema finanziario

    Premi: Premio State Street 2017 per il giornalista dell'anno - Categoria Innovazione

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