Le Bibliotechine rurali di Zia Mariù
A 150 anni dalla nascita riemerge la figura di Paola Lombroso Carrara, pedagogista, scrittrice e giornalista, che dell’iniziativa fu ideatrice
di Stefano Biolchini
2' di lettura
Ideatrice e promotrice della Bibliotechine rurali, ebbe un ruolo determinante nell'impostare il “Corriere dei Piccoli” e rimase figura indimenticabile per intere generazioni di giovani studenti. A 150 anni dalla nascita riemerge con forza la figura di Zia Mariù, al secolo Paola Lombroso Carrara, pedagogista, scrittrice e giornalista geniale. La figlia di Cesare Lombroso e Nina De Benedetti è al centro di un convegno nazionale promosso dalla Fondazione Tancredi di Barolo e le verrà intitolata una sala del MUSLI, Museo della Scuola e del Libro per l'Infanzia ricorda.
Una donna importante dal punto di vista storico, artistico e letterario, oltre che per le sue iniziative assistenziali, educative e di promozione attiva della lettura fra i ragazzi.Tra le prime donne a interessarsi anche sperimentalmente di psicologia, fu promotrice della nascita e diffusione delle “Bibliotechine rurali”, con lo scopo di fornire libri di amena lettura alle scuole più disagiate di tutta Italia. Partendo da Torino e dal Piemonte, nel 1908 avviò le prime iniziative denunciando la disattenzione delle istituzioni e il disagio economico delle scuole, e coinvolgendo direttamente i bambini, sostenne anche il ruolo fondamentale dei maestri: un esempio più che mai attuale di promozione attiva della lettura. Il progetto proseguirà per tutta la vita della scrittrice, affiancandosi via via ad altre iniziative assistenziali e benefiche, sempre rivolte ai bambini.
Le “Bibliotechine” di Zia Mariù
Il progetto delle Bibliotechine è ricostruito nei documenti della stessa Paola Lombroso Carrara. “Nel 1909 – racconta – ero stata incaricata di tenere la corrispondenza con i giovani lettori del Corriere dei Piccoli con cui nacque subito un rapporto di amicizia”; e fu in seguito a una lettera di una maestra inviata in redazione che iniziò a pensare a una raccolta di libri per aiutare le classi più sfortunate. Così, grazie a una commovente partecipazione dei piccoli lettori, raccolse in pochi mesi la cospicua cifra “di 112 lire e un certo numero di volumi”. Dopo vari tentativi di finanziare il suo progetto tramite francobolli, si fece strada in Paola l'idea di ricorrere alla vendita di cartoline propagandistiche, con l'obiettivo di coinvolgere direttamente i bambini, secondo una filosofia che a una logica puramente caritativa contrapponeva quella del self help. Le cartoline, stampate e opportunamente marchiate, venivano inviate in pacchetti ai bambini (e alle loro famiglie), che s'impegnavano a colorarle e a venderle. Con il ricavato, zia Mariù provvedeva ad acquistare e a spedire alle scuole individuate una bibliotechina di dieci libri (tra cui Pinocchio e Cuore non dovevano mai mancare) secondo il principio che fosse meglio mandare pochi libri scelti a molte scuole bisognose che tanti libri a poche scuole privilegiate… Il fine ultimo delle sue attività era sempre il medesimo: educare i ragazzi alla lettura con iniziative pubbliche di diffusione del libro.
Il convegno nazionale sarà organizzato il 7 dicembre presso il salone d'onore di Palazzo Barolo, parteciperanno fra gli altri, Pompeo Vagliani, Presidente FTB; Mario Carrara, nipote di Paola Lombroso Carrara e donatore del fondo; Luca Scarlini, curatore della mostra su Edina Altara presso il MAN Museo d'Arte Provincia di Nuoro; Sabrina Fava, curatrice del libro Piccoli lettori del Novecento. I bambini di Paola Lombroso Carrara sui giornali per ragazzi.
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