Le borse del brand Maria La Rosa tra innovazione e antichi telai
Ricerca e artigianalità danno vita a oggetti unici, fatti a mano con tessuti di qualità. Oggi la società produce 10mila pezzi all’anno, ai quali abbina una collezione di calze dalla seta al cachemire
di Paola Dezza
2' di lettura
Suggestioni che arrivano da lontano, dall’infanzia in Sicilia, e si arricchiscono negli anni delle esperienze milanesi e parigine. Il brand Maria La Rosa, che prende il nome dalla sua ideatrice oggi affiancata nel lavoro dalle figlie Lisa e Alice, nasce da un incontro a Parigi, dove la designer vede per la prima volta un vecchio telaio. Con la scelta delle prime stoffe realizza alcune borse. Utilizzando antiche tecniche per produrre capi innovativi e originali tanto da dare vita a un brand simbolo dell’eccellenza dell’artigianato italiano, venduto in store selezionati presenti in tutto il mondo.
Con l’arrivo delle figlie in atelier si amplia la ricerca e la tessitura a telaio viene abbinata alla maglia, al macramé, all’uncinetto e al ricamo. Tutto fatto rigorosamente a mano con filati italiani di prima qualità e prediligendo fibre di origine naturale.
Il team è tutto al femminile, composto da sei ragazze, tre dipendenti. L’atelier è in un cortile vecchia Milano. «La nostra piccola società ci ha permesso di cavalcare la realtà anche nei momenti difficili e di adattarci alle nuove esigenze, scaturite soprattutto dal Covid - dice Alice -. Abbiamo riprogettato anche il prodotto e la distribuzione».
La ricerca tessile resta sempre molto importante, a partire dall’archivio storico al quale il team attinge per proporre le nuove collezioni.
«Oggi siamo passati a quattro collezioni dalle due che facevamo in precedenza - raccontano ancora dalla società -. Ogni anno proponiamo prodotti nuovi in tessuti rivisti. Ogni borsa viene interamente fatta a mano e richiede ore e ore di lavoro. Un tempo di lavorazione dipende proprio dal tessuto sviluppato: una borsa media ha un pannello delle dimensioni di 50x60 cm che viene tutto fatto a mano con diverse tecniche, a telaio oppure a crochet e tricot».
La produzione arriva a 10mila pezzi all’anno e l’intenzione è di crescere ulteriormente.
Accanto alla collezione di borse, nata subito dopo il lancio dei primi prodotti, coesiste una linea di calze, per la quale per 25 anni c’è stato un rapporto di esclusiva con Barney's.
«Anche in questo caso la ricerca è una nostra priorità - dicono -. In particolare per fantasie e tessuti, ma abbiamo anche continuativi in seta e cachemire. Per ogni collezione sviluppiamo anche una serie di calze».
La borsa iconica si chiama Game, di fettuccia o nastro tessuto a telaio e poi intrecciato. Si tratta di una clutch foderata in viscosa con taschina applicata e cerniera rigida. Ha due dimensioni media e piccola, con una catena da mettere a tracolla. Può essere tinta unita o in fantasia, nelle quali le borse vengono tinte una volta intrecciate. Segno distintivo essere un accessorio elegante.
La clutch viene poi realizzata anche per l’estate e in questo caso viene declinata in rafia, anche a righe.
Molte le boutique esclusive in Italia e nel mondo nelle quali si possono trovare i prodotti del brand. A Milano per esempio si possono acquistare da Imarika, ma anche a La Rinascente, nel mondo si va da 58 M e Arlette a Parigi e Alicia a Saint Tropez fino a Bergdorf & Goodman a New York.
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