ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùLa giornata dei mercati

L'inflazione record americana non spaventa l'Europa, a Milano (+0,6%) strappa Azimut

I prezzi Usa a dicembre salgono del 7%, in linea con le stime. Wall Street volatile mentre l'euro supera 1,14 dollari

di Cheo Condina ed Enrico Miele

Aggiornato alle 17.35

La Borsa, gli indici del 12 gennaio 2022

4' di lettura

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - I listini europei superano indenni lo scoglio dell’inflazione Usa, che tocca livelli record (+7% su base annua) ma si conferma in linea con le attese del mercato. La mancanza di sorprese nell’indice dei prezzi riduce i timori degli investitori che l’aumento di tassi d’interesse – confermato anche alla vigilia dal presidente Fed, Jerome Powell – possa essere ancora più rapido del previsto. E così le Borse del Vecchio Continente chiudono in rialzo per la seconda seduta consecutiva, forti anche delle quotazioni del petrolio ai massimi da metà novembre, quando la nuova ondata del Covid ha iniziato a far sentire i suoi effetti anche sui mercati azionari.

In questo clima di (prudente) ottimismo, non fa eccezione Piazza Affari, dove il FTSE MIB, dopo una mattinata di attesa, è migliorato in scia all’inflazione Usa assieme al resto d’Europa, chiudendo in guadagno. A Milano a fine seduta brillano Iveco Group e Azimut dopo che il gruppo del risparmio gestito ha annunciato che chiuderà l'anno con il miglior utile netto consolidato di sempre, tra 600 e 650 milioni di euro. Giornata invece da dimenticare per Unicredit (in fondo al listino) con gli investitori che non hanno accolto bene le indiscrezioni su un eventuale interesse per la banca russa Otkritie, sia per le dimensioni dell'operazione che per il rischio geopolitico connesso. Deboli le due protagoniste del risiko bancario,ovvero Banca popolare Emilia Romagna e Banca Carige, sempre vicina al prezzo di 0,80 euro della possibile Opa.

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Inflazione Usa al top dal 1982, Wall Street apre bene poi frena

Apertura in rialzo a Wall Street che poi frena attorno alla parità, dopo i dati sull'inflazione. A dicembre, i prezzi al consumo negli Stati Uniti sono aumentati dello 0,5% rispetto al mese precedente, contro attese per un +0,4%, e del 7% su base annuale, il maggior rialzo dal giugno 1982, come atteso. Il dato "core", ovvero quello depurato dalla componente dei prezzi dei beni alimentari ed energetici, è cresciuto dello 0,6%, contro attese per un +0,5%, e del 5,5% su base annuale, il dato più alto dal febbraio 1991; le attese erano per un +5,4%. Rispetto al mese precedente, in calo i prezzi dell'energia (-0,4%), dopo una lunga serie di rialzi; nell'ultimo anno, sono aumentati del 29,3%. Ieri, il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, ha cercato di rassicurare i senatori statunitensi sul fatto che la Banca centrale potrà frenare l'aumento dei prezzi senza danneggiare l'economia. Powell ha affermato che il ritorno alla normalità sulle catene di approvvigionamento aiuterà probabilmente ad allentare le pressioni inflative, che dovrebbero persistere fino alla metà dell'anno; se l'inflazione persisterà per un periodo più lungo, la Fed non avrà problemi ad alzare ulteriormente i tassi d'interesse. La Fed prevede tre rialzi dei tassi nel 2022, il primo probabilmente a marzo, "ma dipenderà dai dati". "L'economia statunitense non richiede più una politica estremamente accomodante. Quest'anno - ha detto Powell - torneremo a una politica più normale [...] ma la strada verso una politica monetaria normale è lunga". La variante Omicron del coronavirus "potrebbe provocare una pausa nella crescita" dell'economia statunitense, "ma dovrebbe essere di breve periodo". La rapida diffusione di Omicron ha intanto provocato una carenza di lavoratori in molti settori industriali negli Stati Uniti e gli economisti sono sempre più preoccupati che l'aumento dei contagi in Cina possa causare nuove difficoltà sulle catene di approvvigionamento.

A Milano giù Unicredit, bene il risparmio gestito

Seduta positiva per l’intero risparmio gestito con Finecobank e Banca Mediolanum. Bene tra i farmaceutici Diasorin e tra i bancari Intesa Sanpaolo. In calo Unicredit, invece, secondo quanto anticipato ieri da Bloomberg, la banca guidata da Andrea Orcel potrebbe essere tra i soggetti interessati all’acquisizione della banca russa Otkritie Bank, l'ottava banca russa per dimensioni, e potrebbe entrare in data room nel corso della settimana per poi decidere se presentare o meno un'offerta. «Anche se l'operazione rientrerebbe nelle opportunità di consolidamento 'in-market' che il gruppo ha detto di voler considerare, è probabile che la notizia venga accolta con qualche scetticismo/cautela - dicono gli analisti di Jefferies - vista l'entità dell'operazione». Anche gli analisti di Equita ritengono «tuttavia che un`operazione di questo tipo si caratterizzi da un rischio di execution non trascurabile (sebbene in parte mitigato dal fatto che Unicredit sia già presente nel paese), oltre ad aumentare in modo significativo l`esposizione a un Paese con un elevato rischio geopolitico». Seduta di acquisti per Prysmian dopo la notizia, riportata dal Sole 24 ore, secondo cui Goldman Sachs ha offerto una compensazione da 60 milioni di euro a Prysmian per chiudere una causa su un presunto cartello nell’industria in Gran Bretagna. All’epoca dei fatti, nel 2014, Goldman Sachs controllava Prysmian. «La notizia è positiva - commentano gli analisti di Equita - l'impatto quantitativo è limitato, circa l'1% della market cap». Debole invece Telecom Italia mentre trapelano le indiscrezioni sul piano industriale 'stand-alone' del direttore generale, Pietro Labriola, in pole position per la nomina ad amministratore delegato da parte del cda del 21 gennaio prossimo.

Il cambio euro / dollaro
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Spread in calo sotto 140, rendimento decennale a 1,37%

Chiusura in calo, sotto quota 140 punti, per lo spread tra BTp e Bund, sul mercato secondario Mts dei titoli di Stato europei. Al termine degli scambi il differenziale di rendimento tra il decennale benchmark italiano (IT0005436693) e il pari scadenza tedesco e' indicato a 138 punti base dai 141 punti del closing di ieri. In forte flessione il rendimento del BTp decennale benchmark che registra un'ultima posizione all'1,33% dall'1,38% del riferimento della chiusura precedente. Il rendimento del Bund tedesco si attesta a -0,05% dal -0,04% dell'ultimo riferimento.

BoT: assegnati annuali per 6,5 mld

Rendimento in lieve aumento per i BoT annuali assegnati dal Tesoro. Nel collocamento il Tesoro ha emesso 6,5 miliardi di Buoni a 12 mesi scadenza 13/01/2023 spuntando un rendimento pari a -0,444%, in rialzo di 2 centesimi rispetto all'asta del mese precedente. Buona la domanda che si e' attestata a 9,128 miliardi di euro, con un rapporto tra domanda e offerta pari a 1,40. Il regolamento dell'asta cade sul prossimo 14 gennaio.

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