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Le bufere di borsa affondano i buyback: Apple brucia 9 miliardi sui propri titoli

di Marco Valsania

Wall Street nella trappola di buyback e super debito

2' di lettura

New York - Non tutti gli investimenti delle grandi aziende americane, certo, hanno successo. Ma questa volta la scommessa rivelatasi costosa e' particolarmente paradossale: e' quella su se stesse. A non pagare, infatti, sono oggi le puntate sui propri titoli attraverso grandi operazioni di share buyback.
I capitali ottenuti grazie alla riforma americana delle tasse aziendali sono stati quest'anno in buona parte riversati in piani di acquisto di titoli propri. E le cadute della borsa hanno visto quell'investimento sempre più spesso andare almeno temporaneamente in fumo. Apple ha perso ben 9 miliardi di dollari. E perdite sono state sofferte da altri colossi della Corporate America, da Wells Fargo e Citigroup a Applied Materials.

I buyback sono stati una delle piu' popolari forme di impiego - piu' di nuovi investimenti produttivi -dei fondi entrati di sgravi fiscali, che hanno visto l'aliquota per le imprese scivolare dal 35% al 21% e incentivi al rimpatrio di profitti parcheggiati all'estero. Tanto popolare e' diventa come forma di restituzione di capitali agli investitori che i piani annunciati hanno superato il record dei mille miliardi di dollari - 1,1 miliardi per l'esattezza - nel corso dell'anno. Gran parte di questi annunci sono stati gia' messi in pratica: il terzo trimestre e' stato record per i marchi dell'S&P 500 con 200 miliardi in buyback effettuati. E la tendenza e' proseguita nel corso di un quarto trimestre dell'anno nonostante la volatilita', raggiungendo gia' a meta' dicembre il totale di 800 miliardi effettivi per il 2018.

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Ancora soltanto nel mese in corso, forse convinte di approfittare di temporanee flessioni dei titoli, numerose societa' nei settori piu' diversi hanno sollevato il sipario su una ripresa dei buybasck o su un loro incremento: da re dei social media Facebook al colosso delle carte di credito Mastercard, dalla farmaceutica AbbVie al gruppo petrolifero e del gas naturale Pioneer Natural Resources. Altri nomi protagonisti di recenti annunci vanno Boeing a Johnson & Johnson e Pfizer.

La partita va pero' andata bene finche' i singoli titoli mantengono comunque tendenze al rialzo, marciando verso massimi sostenuti proprio dai buyback. Si tramuta invece in perdite davanti a virate al ribasso dello quotazioni. Una vetrata protratta che ora sta mettendo a rischio la prosecuzione di un mercato rialzista del Toro ormai durato dice anni. Molte aziende, in un simile clima, rischiano di aver comprato i propri titoli a livelli sopravvalutati.

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