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Le Cesarine, per il salto di qualità apertura al venture capital

Obiettivo ricavi a 34 milioni nel 2024 per la startup specializzata in home food. L’aumento di capitale alla fine sarà nell’ordine dei 4 milioni.

di Andrea Biondi

(bernardbodo - stock.adobe.com)

2' di lettura

Aumento di capitale, apertura al venture capital e obiettivo di fatturato a 34 milioni nel 2024. Punta a fare il salto di qualità il gruppo Le Cesarine-Home Food, startup il cui core business si basa su una community di persone che fa leva sull’autenticità della cucina casalinga ospitando nelle proprie case turisti per corsi di cucina o cene.

Una storia, quella de Le Ceasarine, che prende il via nel 2004, quando viene fondata l’associazione culturale “Le Cesarine”. Il passaggio evolutivo chiave però è nel 2016 quando l’associazione viene rilevata da Davide Maggi, giovane imprenditore del digitale.

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Il percorso di crescita
A lui poi si sono uniti come investitori in questa avventura imprenditori e manager del settore food come l’ad di Venchi Daniele Ferrero e Niccolò Branca, ceo dell’omonimo gruppo, ma anche, fra gli altri, Emmanuel Osti, ex managing director di L’Occitane; Marco Airoldi, ex ceo di Benetton group; Roberto Nicastro, vicepresident di Ubi Banca; Massimiliano Benedetti, former executive di Yoox Net-a-Porter Group.

Tutti a scommettere su questo progetto – in cui come general manager c’è Maria Letizia Zuffi, con anni di esperienza in Ynap, e che quest’anno ha messo agli atti partnership con Slow Food e Coop – che in fondo si basa su un concetto semplice: sito dedicato e marketing mirato in particolar modo sulla clientela d’oltreconfine, per far entrare in contatto i turisti in visita nel Belpaese con la cucina italiana. Il tutto in una centinaio di città italiane. Per dare una misura: oggi l’80% della clientela arriva dagli Usa. Percentuale che è prevista in discesa nel 2024 (52%) con aumento conseguente della clientela cinese (20%) ed europea (28%).

Il network degli chef
A oggi il network riunisce un migliaio di cuochi da casa che propongono menu da 65-100 euro a persona, ma anche varie esperienze in aggiunta come cooking class e market tour, per pacchetti che possono arrivare a 200 euro. Un’esperienza, insomma, dedicata a una clientela altospendente scommettendo sull’appeal della qualità e su un modello, quello del social dining, che sta prendendo piede. Eathwith, Withlocals, BonAppetour, Gnamm rientrano in questo novero di competitor che stanno contendendosi un mercato in crescita.

Il piano di sviluppo
In questo quadro il piano di Le Cesarine è ambizioso, con una crescita di ricavi dell’83% fra 2020 (3 milioni previsti con 1,5 milioni di fee pagati ai cuochi-casalinghi) e 2024. Il primo Ebitda positivo è previsto nel 2022 (200mila euro) per arrivare a fare margini di un certo peso nel 2024 (3,9 milioni).

«Per questo, per rafforzarci ed essere pronti alle sfide dei prossimi anni abbiamo avviato un’operazione di rafforzamento di capitale» spiega il ceo Davide Maggi. La società ha raggruppato risorse per 2 milioni dal 2007. Il piano ora prevede un aumento di capitale riservato ai soci con strumenti finanziari partecipativi per poi vestire la raccolta con fondi di venture capital e family office.

L’aumento di capitale alla fine sarà nell’ordine dei 4 milioni. Misure da startup, certo, «ma abbiamo grandi potenzialità di crescita – replica Maggi – con una prospettiva che alla fine sarebbe win-win per tutti, visto che in fondo quella che viene a crearsi è nuova economia, con una nuova forma di occupazione».

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