made in italy

Le cravatte artigianali di Lamezia Terme al collo dei potenti del mondo

di Donata Marrazzo

2' di lettura

Trentamila cravatte all’anno in edizione limitata, nessuna replica, tre per ognuna. E su tutte il sigillo della manifattura sartoriale: una cucitura a “x” sul retro, che nessuna macchina potrebbe riprodurre. Classiche, double, sfoderate, a 5 o a 7 pieghe, saranno al collo dei leader del prossimo G7: firmate da Maurizio Talarico con un’etichetta personalizzata, andranno in omaggio ai ministri che parteciperanno al 43º vertice che si svolgerà a Taormina il 26 e 27 maggio. Le indosseranno il presidente della delegazione del G7, l’ambasciatore Alessandro Modiano, e il presidente dell’Ufficio Sherpa Raffaele Trombetta, che hanno scelto Talarico come fornitore ufficiale. Un foulard per le ministre.

E non è la prima volta: le cravatte Talarico sono state protagoniste del semestre di presidenza italiana dell’Unione Europea (2014), come cadeau per 600 ministri e 56 capi di Stato. Duecento i foulard per le signore. Così è stato anche per la celebrazione del 60° anno dei Trattati di Roma. Un Made in Italy che con Matteo Renzi è arrivato fino alla Casa Bianca, nelle mani di Obama e Michelle. E che in un certo senso accomuna trasversalmente molti uomini della politica e della finanza internazionale: prima di Barack Obama le cravatte italiane di Maurizio Talarico le ha portate Bush, poi Berlusconi, Napolitano, Mattarella, Renzi fino al primo ministro del Giappone Shinzo Abe.

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Uno showroom a Roma, in via dei Coronari, uno a Londra, in Hill Street, per i manager della City, uno a Milano che sarà inaugurato dopo l’estate. E un laboratorio a Lamezia Terme da cui tutto è cominciato. «Ho sempre avuto il pallino delle cravatte, anche da bambino. Era una passione tutta familiare, trasmessa da mio padre. Così, nel ’99 ho provato a lanciare l’attività», racconta Talarico che è originario di Catanzaro. Una città storicamente vocata al tessile e alla produzione del baco da seta, che, grazie all’iniziativa di alcuni giovani del posto (come la cooperativa Nido di seta), torna d’attualità.

Da quando il business si è fatto importante, l’imprenditore ha acquistato partecipazioni in laboratori del Nord, incrementando però anche l’attività della sartoria calabrese dove lavorano oggi 18 dipendenti. Tutta italiana, e di grande qualità, la seta utilizzata per le sue creazioni. Disegni, fantasie e colori delle collezioni sono definiti direttamente da Talarico con il suo ufficio style. C’è l’azzurro Van Gogh, il rosso Picasso, il raso e il twill, le piccole geometrie concatenate, il pellicano, i pesci, i pois, le Regimental, e mandala, tartarughe e pesci arabescati sui foulard, fantasie old England per le pochette (anche ascot e papillon). Impalpabili le sciarpe in voile di cachemire. Una produzione che ha un chiaro obiettivo d’impresa: «Portare nel mondo il mio marchio italiano - conclude Talarico - mantenendo alto il livello dell’artigianalità delle mie cravatte».

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