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Le cripto attività tra valori oggettivi e rischi impliciti

Negli ultimi due anni i crypto-assets hanno registrato rilevanti perdite ma malgrado ciò l’interesse dei consumatori e degli investitori per questi prodotti, un po’ misteriosi, non è svanito. Tuttavia, il dissesto di numerosi operatori con diverso posizionamento in questo mercato digitale, come la moneta TerraUSD e la collegata Luna, l’hedge fund Three Arrows Capital, i brokers di prestiti Voyager e Celsius e la piattaforma di scambio FTX Trading, ha reso sempre più pressante la richiesta di un’adeguata regolamentazione del fenomeno. L’Ue ha risposto con il Regolamento Micar, in vigore gradualmente nel 2024.

di Paolo Gualtieri

(IMAGOECONOMICA)

4' di lettura

Negli ultimi due anni i crypto-assets hanno registrato rilevanti perdite ma malgrado ciò l’interesse dei consumatori e degli investitori per questi prodotti, un po’ misteriosi, non è svanito. Tuttavia, il dissesto di numerosi operatori con diverso posizionamento in questo mercato digitale, come la moneta TerraUSD e la collegata Luna, l’hedge fund Three Arrows Capital, i brokers di prestiti Voyager e Celsius e la piattaforma di scambio FTX Trading, ha reso sempre più pressante la richiesta di un’adeguata regolamentazione del fenomeno. L’Ue ha risposto con il Regolamento Micar, in vigore gradualmente nel 2024.

Negli ultimi due anni i crypto-assets hanno registrato rilevanti perdite ma malgrado ciò l’interesse dei consumatori e degli investitori per questi prodotti, un po’ misteriosi, non è svanito. Tuttavia, il dissesto di numerosi operatori con diverso posizionamento in questo mercato digitale, come la moneta TerraUSD e la collegata Luna, l’hedge fund Three Arrows Capital, i brokers di prestiti Voyager e Celsius e la piattaforma di scambio FTX Trading, ha reso sempre più pressante la richiesta di un’adeguata regolamentazione del fenomeno. L’Ue ha risposto con il Regolamento Micar, in vigore gradualmente nel 2024.

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Negli ultimi due anni i crypto-assets hanno registrato rilevanti perdite ma malgrado ciò l’interesse dei consumatori e degli investitori per questi prodotti, un po’ misteriosi, non è svanito. Tuttavia, il dissesto di numerosi operatori con diverso posizionamento in questo mercato digitale, come la moneta TerraUSD e la collegata Luna, l’hedge fund Three Arrows Capital, i brokers di prestiti Voyager e Celsius e la piattaforma di scambio FTX Trading, ha reso sempre più pressante la richiesta di un’adeguata regolamentazione del fenomeno. L’Ue ha risposto con il Regolamento Micar, in vigore gradualmente nel 2024.

Stabilire delle regole appropriate non è però facile perché il mercato dei crypto-assets è variegato, sfugge a una precisa tassonomia ed è ancora in evoluzione; inoltre, per la sua natura digitale e per alcune delle funzioni che svolge (i pagamenti cross border soprattutto da paesi economicamente e politicamente instabili) esso è transfrontaliero e quindi il suo perimetro spesso non coincide con il territorio di singoli Stati o di aree con un ordinamento comune. Dal punto di vista tecnologico le cripto attività sono sequenze di registrazioni informatiche protette da chiavi crittografiche, relative a transazioni, alla proprietà di beni o a dati d’identità, che possono essere distribuite tra i partecipanti a una rete, chiusa o aperta. Questi algoritmi sono denominati «tecnologia a registro distribuito» (Dlt). Sotto il profilo della funzione economica, le cripto-attività sono in prevalenza prodotti succedanei alla moneta, perché costituiscono un mezzo di pagamento utilizzato per regolare transazioni commerciali e, in taluni casi, agli strumenti finanziari dato che vengono comprate con l’obiettivo di ottenere un rendimento derivante da un guadagno in conto capitale. Tuttavia, mentre alcune hanno le caratteristiche per qualificarle strumenti finanziari e quindi ricadono nella regolamentazione dei servizi finanziari, altre sfuggono a una tale definizione. Sebbene la tecnologia Dlt possa essere utilizzata con vari scopi e in differenti ambiti, l’impatto che sinora è apparso più rilevante, ancorché limitato in termini di volumi relativi, è nel campo monetario e finanziario. Si tratta di un’innovazione, ma ciò su cui si possono avere più dubbi è se sia un’innovazione utile all’economia reale e al benessere dei cittadini. Come mezzo di pagamento le cripto-valute dovrebbero ridurre i costi di transazione e aumentare la velocità di trasferimento dei fondi ma, anche a causa delle complicazioni tecnologiche, questi supposti vantaggi per ora non risultano confermati da dati affidabili e da studi scientifici.

Come strumento d’investimento le cripto-attività, dal lato delle imprese, dovrebbero semplificare la raccolta di capitali e, da quello degli investitori, dovrebbero aumentare le opportunità di diversificazione e quindi potrebbero favorire il finanziamento delle Pmi. Tutto ciò è in astratto possibile ma sinora non vi è alcuna evidenza concreta di tali vantaggi. A fronte di benefici solo supposti vi è il tema, i cui effetti sono sottovalutati, segnalato anche nel Regolamento Micar, che molte cripto-attività non hanno un valore intrinseco ma solo un valore soggettivo basato sull’interesse degli acquirenti. Un tale valore è soggetto alle mode e ha una volatilità molto alta legata agli umori e alle aspettative degli interessati. Non è perciò possibile svolgere valutazioni economiche per capire se il prezzo che si forma nel mercato è equo né è possibile stimare la sua evoluzione: potrebbe anche azzerarsi se l’interesse dei partecipanti agli scambi dovesse scemare. Dlt che non hanno come sottostante riserve di monete ufficiali e forti o che non sono agganciati a beni e diritti specifici non dovrebbero essere accettati in pagamento né essere utilizzati per finanziare imprese, perché il potere d’acquisto ad essi collegato può ridursi improvvisamente e rapidamente e sin anco sparire provocando perdite irrecuperabili che potrebbero determinare crisi a catena.

Un tale rischio, attualmente non pienamente considerato perché il fenomeno delle cripto-attività è di dimensioni relativamente modeste, non è proporzionato con i supposti vantaggi e perciò i legislatori dovrebbero disincentivare l’utilizzo di Dlt non adeguatamente coperti da sottostanti di reale valore imponendo obblighi di disclosure che con evidenza segnalino agli utilizzatori l’assenza di un valore intrinseco della cripto-attività e il rischio di totale azzeramento del suo valore, se non, in talune circostanze, vietarne l’uso nell’ambito dei circuiti di pagamento e di finanziamento tradizionali che finiscono con accreditarli e trasmettere ai consumatori e agli investitori fiducia in essi.

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