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«C’è molta incertezza dovuta all’impatto delle tensioni internazionali sulle nostre esportazioni: nei prossimi mesi saremo costretti a navigare a vista, sperando che si possa tornare a crescere nella seconda parte del prossimo anno». Il mobile pesarese segue l’andamento in frenata che si registra in tutta Italia: per Lorena Fulgini, titolare di Arredoclassic e presidente dei mobilieri pesaresi, lo scenario è «nebuloso e in continua evoluzione, caratterizzato da un evidente calo di ordini e in queste condizioni è davvero difficile pensare a nuovi progetti e investimenti».
Quello di Pesaro-Urbino è uno dei più importanti distretti produttivi italiani, con 745 imprese, oltre 10 mila occupati e 30 comuni interessati. La cartina al tornasole sul suo stato di salute sono i numeri dell’export, che pesano per circa un terzo sul fatturato totale del settore e per il 7% sul totale export Marche. Gli anni del post Covid erano stati eccellenti: nella sola provincia di Pesaro-Urbino, tra il 2021 e il 2022 il settore aveva recuperato i livelli di produzione e fatturato registrati prima della pandemia. In particolare, l’export è passato dai 307 milioni del 2019 ai 364 milioni del 2022; quindi la frenata dei primi sei mesi di quest’anno: 174 milioni, con un calo del 3,7% che gli imprenditori stimano possa essere decisamente più accentuato a dicembre.
Con 84 milioni di export nel periodo gennaio-giugno di quest’anno, il distretto delle cucine è il solo che sia riuscito a mantenersi sostanzialmente stabile (+0,5%), con la forte crescita verso Arabia Saudita e Kazakistan quasi compensata dal calo negli Emirati Arabi Uniti e in Qatar. A soffrire è in particolare il comparto residenziale, perché più colpito dal rallentamento in Francia (-3,7%), primo mercato di sbocco, e soprattutto in Germania (-15%), «perché non sembra destinato a esaurirsi nel giro di pochi mesi». Gli Stati Uniti restano il secondo partner, ma dopo essere cresciuti del 60% nell’ultimo biennio, da maggio gli ordini sono in calo del 30-40%: «Una discesa a velocità impressionante – osserva Fulgini -, sulla quale forse influiscono le Presidenziali e una diffusa preoccupazione sul futuro». Una situazione di incertezza che riguarda anche alcuni Paesi emergenti dell’Africa, «che risentono della contrazione degli acquisti di beni di pregio legata alla svalutazione delle monete locali», e dell’estremo Oriente, che «non hanno ripreso i ritmi pre Covid, a cominciare dalla Cina». La buona notizia riguarda invece «il segmento del contract verso l’Arabia Saudita, che sta crescendo molto».
Fulgini, insieme alle altre associazioni datoriali, ha appena portato a casa un risultato non scontato: la Regione Marche metterà a disposizione 5 milioni di euro destinati in particolare a progetti per l’innovazione di prodotto, il digitale e la sostenibilità, «che poi sono le traiettorie sulle quali spinge l’Europa». Proprio sulla sostenibilità, esistono da tempo esempi virtuosi. Imab, che produce arredamento per la casa e serve i canali della distribuzione organizzata, del retail e del contract, raggiungerà entro fine anno il 70% di autosufficienza energetica e ha messo a disposizione del personale che proviene da una distanza maggiore di 20 km dalla sede di lavoro una flotta di auto elettriche, con un sistema di prenotazione e turnazione per permettere il car pooling. Fab Group produce componenti per l’industria del mobile utilizzando solo con energia proveniente da fonti rinnovabili, utilizzando materiale riciclato per oltre il 97% da materiale riciclato e recuperando i rifiuti di truciolare per avviarli al recupero energetico interno come fonte di calore per l’azienda.
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