Le donne guidano ripresa: +1,5% imprese rosa in 2014-16
di Andrea Marini
3' di lettura
Le aziende femminili crescono più della media del sistema imprenditoriale, soprattutto nelle aree metropolitane del Sud - Reggio Calabria, Catania e Palermo sono le regine delle nuove imprese rosa - in ambiti fino a qualche anno fa presidio esclusivo, o quasi, di imprese al maschile e trovano nella cooperazione il loro habitat economico preferito. È quanto emerge da “Donne al lavoro, la scelta di fare l'impresa”, il focus Censis – Confcooperative.
Le imprese in rosa sono il 21,8%
Su un totale di 6 milioni e 74 mila imprese registrate, il 21,8% (1,32 milioni) è guidato da donne. Fra il 2014 e il 2016 l’incremento delle imprese femminili è stato dell’1,5%, il triplo rispetto alla crescita del sistema imprenditoriale che non è andato oltre lo 0,5%. Tra il 2014 e il 2016 a fare la differenza sono i dati relativi a settori tipicamente maschili, nell’area dell’energia e nelle costruzioni infatti, la crescita è stata del 2,6%, settore quest'ultimo dove i dati complessivi mostrano una diminuzione delle imprese del 2,1%.
Turismo, ristorazione e alimentare al top
Se si restringe il campo ai settori fondamentali del made in Italy, e cioè moda, turismo e agroalimentare, le imprese femminili confermano una presenza crescente con un tasso dell’1% fra il 2014 e il 2016, leggermente superiore a quanto si registra sul totale delle imprese appartenenti ai settori del made in Italy. Nel dettaglio, si colloca abbondantemente sopra all’1% la parte di imprese femminili impegnate nel turismo (+5,1%, ma raggiunge l’11,5% nelle attività di accoglienza), nei servizi per la ristorazione (+4,4%) e nell'industria alimentare (+4,0%).
Crescita sopra la media al Centro
Le imprese rosa nascono soprattutto nelle regioni centrali (+2,0%), al Sud (+1,8%), mentre il Nord Ovest e il Nord Est presentano incrementi più contenuti (1% circa). Le regioni a più alto tasso di crescita sono il Lazio e la Calabria (entrambe con un +3,1%), mentre, all'opposto, Piemonte, Val d'Aosta, Friuli Venezia Giulia, Liguria e Marche segnalano una dinamica negativa.
«Le donne – dice Maurizio Gardini presidente di Confcooperative – hanno avuto il talento di trasformare fattori di svantaggio, tra pregiudizi e retaggi culturali, in elementi di competitività, riuscendo ad anticipare i fattori di novità del mercato»
Reggio Calabria al primo posto
Se si prendono in considerazioni le 14 città metropolitane, al primo posto per tasso di femminilizzazione nel 2016 si colloca Reggio Calabria con il 24,2%, seguita da Catania con il 23,6% e da Palermo con il 23,4%. Roma e Milano sono sotto il valore nazionale, ma presentano gli stock più elevati: Roma è prossima alle 100mila unità, mentre Milano supera le 60mila imprese. In totale circa 464mila imprese femminili si concentrano nelle aree metropolitane, poco più di 1/3 dei numeri nazionali.
Straniere alla guida nel tessile e abbigliamento
Rilevante è il numero di imprese femminili guidate da straniere, in particolare nel tessile- abbigliamento con il 27,2% sul totale delle aziende rosa attive nel settore. Più considerevole è invece il contributo alla crescita del numero delle imprese che proviene dalle imprese cooperative femminili che crescono del 4,1% in due anni (superando la soglia delle 30mila unità nel 2016) e portano al 21,1% la quota delle cooperative femminili sul totale delle cooperative. Circa il 40% dell'incremento osservato è riconducibile al contributo delle cooperative guidate da donne.
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