Le due facce del Covid su famiglie e gestori
Nel 2020 aumenta la tendenza al risparmio privato ma si riducono i flussi di raccolta e le performance del private banking
di Daniela Russo
3' di lettura
Cresce, nel 2020, la tendenza al risparmio delle famiglie italiane, con effetti diretti sulle performance del private banking. Un atteggiamento, dettato dai timori e dalle restrizioni legate al Covid-19, che si è tradotto in una frenata per gli investimenti e che ha interessato anche le famiglie con patrimoni superiori ai 500mila euro. L’industria private registra una flessione delle masse gestite, con una conseguente contrazione dei ricavi: andamento che interessa la maggior parte dei protagonisti del mercato.
A giugno, secondo dati Aipb (Associazione italiana private banking) – Prometeia, gli asset degli operatori private si sono ridotti, a causa dell’effetto mercato negativo, data la più elevata esposizione ai mercati finanziari. Alla base del calo, però, anche il rallentamento dei flussi. Nel dettaglio, il 2019 si è chiuso per il mercato Private con un valore degli asset under management degli operatori pari a 884 miliardi di euro, sceso a 862 miliardi a giugno 2020. Tra il 2018 e il 2019, il valore registra un incremento del 10,7%, trainato da flussi e mercati, che crescono rispettivamente del 3,7% e del 7,0 per cento. Nei primi sei mesi del 2020, invece, si registra una flessione complessiva del 2,5% del valore delle masse gestite, dettata da un importante rallentamento del mercato (-4,1%) e da una performance meno brillante dei flussi (a 1,6 per cento).
Il 2020 ha visto diminuire il reddito disponibile delle famiglie italiane, in flessione del 3,1%, con una drastica riduzione dei consumi (-10,6%) e un incremento della propensione al risparmio (al 14,8% a fronte di un dato fermo al 7,7% nel 2019). «Nel caso della clientela private – commenta Antonella Massari, segretario generale Aipb - , il risparmio è stato investito. Dopo un primo trimestre attendista, i patrimoni sono tornati quasi sui livelli del 2019, con un’esposizione che li ha inizialmente penalizzati ma ha poi invertito la rotta. La clientela ha avuto una reazione abbastanza razionale alla pandemia, anche grazie all’operato dei consulenti, che è riflessa nella composizione del portafoglio. Cresce la componente azionaria, sia come effetto delle performance positive dei mercati sia degli scarsi rendimenti offerti dalle obbligazioni. Aumenta anche l’attenzione verso il comparto assicurativo, che si traduce in un incremento della duration del portafoglio, e anche la quota di liquidità, effetto della fase di incertezza e come compensazione dell’allungamento complessivo dell’orizzonte temporale del portafoglio stesso».
La pandemia e il conseguente lockdown, però, non hanno avuto effetti diretti solo sulle masse gestite e sulle scelte di investimento dei clienti. A cambiare sono state anche le modalità di offerta dei servizi di consulenza. Su questo fronte l’industria private non si è fatta trovare impreparata.
I contatti tra banker e cliente si sono mantenuti stabili (con una media annua pari a 12, come nel 2018). A cambiare sono state le modalità di interazione, a distanza dell’83% dei casi. Nel 70% delle occasioni è stato scelto il telefono come veicolo per la consulenza, nel 17% le mail e solo nel 7% dei casi si è fatto riscorso a strumenti di videochiamata, come Zoom o Skype. Tra gli effetti della pandemia c’è una maggiore consapevolezza da parte di clienti e industria del ruolo futuro dei canali digitali per la consulenza, ma emerge la necessità di fare ricorso a supporti tecnologici che non riducano lo scambio empatico. In particolare, tra le principali evidenze c’è la necessità di puntare su un costante miglioramento della qualità dell’expertise a distanza, tanto che il 92% degli operatori ha dichiarato che ne prossimi 3 anni gli investimenti nei processi di digitalizzazione saranno in aumento per migliorare la modalità d’interazione con il cliente e i relativi supporti operativi del private banker. Le priorità su cui investire interessano proprio la consulenza finanziaria, tra i servizi più richiesti: software per la pianificazione finanziaria, miglior reporting.
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