ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùScienza

Le età discusse dell’Universo

Un recente studio ha attribuito all’universo l’età di 26,7 miliardi dianni, il doppio rispetto a quanto stimato fin qui

di Marco Onnembo

(Ivan Traimak - stock.adobe.com)

2' di lettura

Non ci si era mai discostati da un range oscillante tra i 12,5 e i 14 miliardi di anni, ma un recente studio ha rimesso in discussione questa credenza attribuendo all’universo l’età di 26,7 miliardi di anni. Praticamente il doppio rispetto a quanto stimato fino a questo momento. A darne notizia è stata l’importante rivista scientifica “Monthly Notices”, della Royal Astronomical Society, che ha riportato uno studio che attesterebbe come l’universo possa essere ben più vecchio del previsto.

26,7 miliardi di anni e non 13,7

Secondo il nuovo studio, dunque, il nostro universo potrebbe avere il doppio dell’età delle stime attuali, sfidando di fatto il modello cosmologico dominante e gettando nuova luce sul cosiddetto problema delle “galassie primordiali impossibili”.Il professore Rajendra Gupta, docente di fisica presso la Facoltà di Scienze dell’Università di Ottawa, titolare della ricerca, ha spiegato che “Il nostro modello di nuova concezione allunga il tempo di formazione della galassia di diversi miliardi di anni, facendo sì che l’universo abbia 26,7 miliardi di anni e non 13,7 come stimato in precedenza”.

Loading...

Teoria sul Big Bang

Un’autentica rivoluzione visto che per decenni – la prima teoria sul Big Bang risale agli anni 20 del secolo scorso – studiosi di tutto il mondo hanno calcolato l’età del nostro universo misurando il tempo trascorso dalla sua formazione e studiando le stelle più antiche basandosi sul famoso “redshift” delle galassie lontane. Nel 2021, quindi, grazie a nuove tecniche e progressi tecnologici, utilizzando il modello di concordanza Lambda-CDM, l’età del nostro universo è stata stimata a 13,797 miliardi di anni. Tuttavia, da subito molti scienziati non sono stati concordi con tale stima a causa dell’esistenza di alcune stelle che sembrerebbero essere più vecchie di tale età. Una perplessità alimentata anche dalla scoperta di galassie primordiali in uno stato avanzato di evoluzione. Tali galassie, infatti, esistenti appena 300 milioni di anni dopo il Big Bang, oltre ad essere di dimensioni sorprendentemente ridotte, sembrano avere una massa ed un livello di maturità tipicamente associati a miliardi di anni di evoluzione cosmica.Secondo il Prof. Gupta l’interpretazione tradizionale della “costante cosmologica”, che identifica l’energia oscura come la responsabile dell’accelerazione dell’espansione dell’universo, necessita di una revisione. Una modifica nel modello cosmologico che aiuterebbe ad affrontare il problema legato alle “strane” dimensioni delle galassie osservate nell’universo primordiale.


Riproduzione riservata ©

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti