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Le imprese avanzano sulla rotta digitale e green

Sette su dieci crescono nell’area 4.0. Cybersecurity e robotica collaborativa al top dell’interesse. “Promossa” l’intelligenza artificiale.

di Luca Orlando

(ipopba - stock.adobe.com)

4' di lettura

L’industria manifatturiera sta vivendo una fase di trasformazione epocale, non solo in termini di sviluppo ma soprattutto culturale. Il vero motore di questo cambiamento è l’innovazione, ma gli imprenditori stanno capendo l’importanza di investire nella sostenibilità e nelle risorse interne.

Scenario che apre le porte verso un’industria umano-centrica 5.0, che diventa così più moderna, tecnologica, efficiente e produttiva, con meno sprechi, con una migliore gestione delle risorse e che risponde alle esigenze dei giovani e dell’ambiente.

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Una conferma di questo cambiamento culturale arriva dall’Osservatorio sull’industria manifatturiera presentato da Mecspe, rassegna fieristica di riferimento per il settore e MADE – Competence Center Industria 4.0, in occasione dell’evento “Il nuovo volto dell’industria manifatturiera” svolto nell’ambito della Milano Digital Week.

Dove siamo in termini di digitalizzazione ?

In linea con lo scorso quadrimestre quasi sette imprenditori su dieci dichiarano di aver avuto nell’ultimo anno una crescita digitale media o alta. Oltre a puntare su tecnologie come sicurezza informatica e robotica collaborativa, in questo momento il tema dell’intelligenza artificiale divide tanti, ma non gli imprenditori. Cresce, infatti, la quota di chi vede in questa tecnologia nei prossimi anni un importante alleato per l’industria manifatturiera (67% del campione, +8 punti percentuali vs I quad. ‘23).

Insieme alla transizione digitale, nell’industria manifatturiera sta nascendo una sensibilità per le tematiche connesse alla sostenibilità, che non riguarda più solo le grandi imprese, ma anche le Pmi. A oggi il livello di conoscenza dei criteri Esg, ad esempio, sale al 46% del campione (+10 p.p. vs II quad. ‘22), mentre più di un terzo degli imprenditori (35%) ritiene abbastanza o molto green la propria azienda. Anche la misurazione dell’impronta di carbonio per valutare l’impatto ambientale inizia a essere un elemento considerato dai manager, tanto che quasi due aziende su dieci conducono regolarmente analisi delle emissioni di CO2 o adottano misure per neutralizzarle.

La principale criticità ancora una volta è legata al reperimento delle risorse umane, gap che impone scelte conseguenti. Da un lato (il principale) formando il personale interno (58%); dall’altro rivolgendosi all’esterno stringendo accordi con ITS, IFTS e università (21%) per coinvolgere i giovani o assumendo nuovo personale già formato (17%).

Oltre alle risorse umane, per poter crescere le aziende hanno bisogno di risorse economiche, e gli incentivi hanno un ruolo importante. Secondo l’Osservatorio MECSPE, gli incentivi statali Industria 4.0 sono stati utilizzati dal 54% delle imprese, anche se per molti sono importanti per l’innovazione ma non sufficienti. Guardando agli incentivi che le imprese richiederanno nei prossimi mesi, i più gettonati sono il credito d’imposta beni strumentali per la trasformazione digitale e quello formazione 4.0.

Temi che saranno al centro anche dei due prossimi appuntamenti fieristici di Mecspe, a Bari (23-25 novembre) e Bologna (6-8 marzo 2024).

«Questo osservatorio - spiega Maruska Sabato, Project manager di Mecspe - è nato più di dieci anni fa per raccontare l’evoluzione delle imprese su alcuni temi strategici come l’innovazione, la sostenibilità e la formazione. La fotografia di oggi è sicuramente diversa rispetto a quella di pochi anni fa e ci racconta un’industria non solo dalla spinta innovativa ma anche più umana, attenta all’ambiente e alle persone. Mecspe, con i suoi appuntamenti che si alternano tra Bari e Bologna, ha il compito di valorizzare tutti questi aspetti, guidando gli imprenditori in un percorso che abbraccia tecnologie, pratiche virtuose, momenti dimostrativi e di networking».

«I dati emersi - aggiunge Augusto De Castro, direttore Generale di Made Competence Center- confermano l’indispensabile ruolo svolto dai Competence Center nel sostegno alle imprese manifatturiere italiane. Oggi siamo in grado sia di poter offrire corsi di formazione su misura per le aziende con requisiti specifici, sia corsi a catalogo destinati alle diverse funzioni aziendali con programmi differenziati in base a ruolo e livello di competenze. Il nostro ecosistema crea un terreno fertile per lo sviluppo di soluzioni innovative alle reali sfide che le imprese devono affrontare quotidianamente. Inoltre, il MiMIT ci ha dotato di finanziamenti a fondo perduto, per le imprese, all’interno del PNRR: questo ci permetterà di raggiungerne sempre più imprese e di supportarle nella loro trasformazione digitale. Ci auguriamo di poter dialogare con un sempre maggior numero di aziende per assisterle nel percorso di transizione digitale di innovazione, per renderle sempre più competitive e sostenibili».

«L’attività della rete dei DIH di Confindustria, e, in particolare del DIH Lombardia, si conferma come un elemento essenziale per connettere le imprese e i loro bisogni all’ecosistema dell’innovazione -spiega Pierluigi Petrali, Direttore del DIH Lombardia- La campagna di assessment capillare svolta negli ultimi 5 anni ha permesso infatti non solo di promuovere un percorso strutturato per le imprese incontrate, ma anche di raccogliere importanti dati di dettaglio rispetto allo stato della maturità digitale che rivela un quadro variegato rispetto alle differenze esistenti tra settori, dimensioni e processi aziendali. Queste informazioni possono essere usate per estrarre i bisogni più impellenti delle aziende per quanti riguarda offerta di formazione e di orientamento tecnologico da parte degli specialisti».

«Il digitale è il driver per affrontare le sfide legate alla sostenibilità e alla competitività -dichiara Marcello Panzone, Responsabile Centro studi di Confindustria Lombardia e Enterprise Europe Network- Le aree dove esso è già un fattore di sviluppo per le imprese sono la formazione, la tecnologia e l’internazionalizzazione: capitale umano di qualità, con la crescente necessità per le imprese di reperire risorse umane con adeguate competenze tecniche; l’implementazione di tecnologie come IA che consentano l’aumento della produttività e la gestione sostenibile dei costi, come quelli energetici; la presenza digitale dell’impresa finalizzata ad avere un approccio ai mercati innovativo e dinamico».

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