«Le nostre battaglie», denso dramma su una famiglia in crisi
di Andrea Chimento
2' di lettura
Uno dei grandi protagonisti dello scorso Torino Film Festival è tra le novità più importanti del weekend in sala: «Le nostre battaglie» di Guillaume Senez arriva nei nostri cinema dopo il premio del pubblico vinto alla kermesse piemontese, ex aequo con «The Guilty» di Gustav Möller.
Al centro della trama c'è Olivier, un uomo che lavora in fabbrica e che dedica tutto se stesso alla lotta contro le ingiustizie del suo ambiente professionale.
La sua vita però cambia improvvisamente quando, da un giorno all'altro, la moglie Laura abbandona il tetto coniugale: Olivier dovrà allora cercare un nuovo equilibro tra i bisogni dei figli, le attività quotidiane e il suo lavoro.
Opera seconda di un regista belga che aveva già dimostrato un certo talento con l'esordio «Keeper», «Le nostre battaglie» riesce a trattare spunti già ampiamente raccontati sul grande schermo (dalla crisi di coppia al mondo del lavoro) con un piglio originale e offrendo numerosi spunti di riflessione.
I riferimenti principali di Senez sembrano essere nomi importanti come i connazionali fratelli Dardenne e il francese Stéphane Brizé (di cui qualche mese è arrivato nelle nostre sale il notevole «In guerra»), sia per le tematiche proposte, sia per una sceneggiatura incentrata su scelte morali di grande profondità, che invitano anche lo spettatore a prendere posizione.
Lo stile è credibile e la descrizione della disgregazione famigliare realistica e toccante, tanto che può venire in mente anche un altro autore belga come Joachim Lafosse che nel suo «Dopo l'amore» aveva raccontato una coppia separata in casa.
Buona la prova di Romain Duris nei panni di Olivier, ma tutto il cast fa bene il proprio dovere.
Altro film in lingua francese protagonista del weekend è il transalpino «Il professore cambia scuola» di Olivier Ayache-Vidal con Denis Podalydès.
L'attore interpreta uno stimato professore di un liceo prestigiosissimo che finirà suo malgrado a insegnare in una disagiata scuola delle banlieue. Adattarsi non sarà affatto semplice…
A differenza de «Le nostre battaglie», questo film (soprattutto nella premessa narrativa) manca di credibilità e si fatica a empatizzare con una vicenda che sembra più studiata a tavolino che frutto di una base sincera.
Più che la strada del dramma, Ayache-Vidal prende quella della commedia non riuscendo però a intrattenere come avrebbe voluto.
Particolarmente incisiva è invece la prova di Podalydes, ma non basta a rialzare del tutto le sorti di un prodotto che manca dei giusti guizzi, tanto nel copione quanto nella regia.
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