Le nuove e-bike sono progettate per diventare il mezzo di trasporto più diffuso in città
Pieghevoli, per portarle anche in treno o in metropolitana. Cargo, per tutta la famiglia. Con cambio marcia automatico, per partenze sprint.
di Alexander Tyndall
6' di lettura
Potremmo definirlo l'anno della bicicletta, con un boom mondiale della domanda sia per il tragitto casa-lavoro sia per il tempo libero. Già da luglio, si parlava di vendite ben superiori all'offerta e di una carenza di due ruote a livello globale. Così, il mercato delle e-bike, che da oltre un decennio stentava a decollare, oggi è finalmente esploso. Bosch, che produce motori e batterie per circa 70 marchi di biciclette elettriche, a marzo ha segnalato un'impennata dell'85 per cento della domanda di e-bike negli Stati Uniti rispetto all'anno precedente. Si stima che il mercato totale di questo segmento sia destinato a toccare i 46 miliardi di dollari entro il 2026.
«Quest'estate, durante il picco della pandemia, siamo stati letteralmente travolti dalle richieste», racconta Dan Parsons, direttore operativo del rivenditore di bici elettriche londinese Fully Charged. «Abbiamo cominciato a offrire consulenza telefonica solo su appuntamento e per sei settimane siamo stati al completo». Secondo Parsons, la forza delle e-bike sta nell'abbattere le barriere che normalmente allontanano le persone da questo mezzo di trasporto. Il concetto vincente è «andare più lontano, in modo più veloce e divertente». Pedalare su una bici elettrica ha vantaggi sia per i neofiti sia per i veterani perché, in un colpo solo, fa dire addio alle salite e al vento contrario e, per fortuna, anche alle tutine di Lycra. Probabilmente saranno i pendolari a trarne il maggiore vantaggio. «I tempi di spostamento diventano più prevedibili, si può arrivare direttamente al lavoro senza essere accaldati e aver bisogno di farsi una doccia e, quando serve una spinta per affrontare una salita, il motore è lì pronto ad aiutarti», spiega Tom McPhail, direttore delle relazioni pubbliche di Pure Electric. Il brand è entrato due anni fa sul mercato come rivenditore di monopattini elettrici, per poi arrivare a coprire anche il settore delle e-bike e ora conta punti vendita in tutto il Regno Unito.
Perché le bici elettriche ci hanno messo così tanto tempo ad avere successo? In parte si tratta di snobismo: i veri ciclisti le considerano una scelta di comodo. «L'altro giorno stavo tornando a casa in bici quando un tizio mi è sfrecciato davanti con una mountain bike elettrica», ricorda McPhail. «Io stesso mi sono infastidito. Dobbiamo superare il pregiudizio che usare una e-bike sia un po' come imbrogliare».
Chi scrive ha a lungo snobbato le bici elettriche, considerandole come una furbata per dilettanti. La mia conversione è iniziata nel 2017, quando, in occasione della fiera di ciclismo Rouleur Classic, ho ascoltato l'ex campione di crono Fabian Cancellara raccontare orgoglioso, a una platea di fan scettici, che nel suo tempo libero usava una e-bike. Se è adatta a un ciclista così duro e puro da essere soprannominato Spartacus, andrà bene anche per me, ho pensato. E dopo averne provata una, sono rimasto conquistato.
A differenza dei monopattini elettrici, che sono azionati da un acceleratore, sulle e-bike non esistono viaggi senza un minimo di fatica: se non pedali, il motore non ti aiuta. Questo, secondo McPhail, è uno dei motivi che le rende così attraenti: «Sono una buona via di mezzo. Permettono di fare esercizio fisico, che fa bene alla salute, ma con una pedalata più agile». Nel Regno Unito, come in Italia, il motore può arrivare a un massimo di 250 watt, mentre la velocità massima consentita è di 25 chilometri orari. Le e-bike si caricano direttamente dalla presa di corrente oppure hanno batterie removibili. Anche se la durata dipende da quanto si usa il motore, nessuna di quelle che ho testato si è scaricata completamente dopo una settimana in giro per Londra. I prezzi variano in base alle caratteristiche, ma bisogna mettere in conto di spendere da un minimo di mille euro, per una e-bike base, a più di 10mila euro per modelli accessoriati e in fibra di carbonio.
Se dovete scegliere un modello da portare in treno, o ovunque lo spazio sia scarso, consiglio la GX pieghevole di Gocycle, che si riduce alle dimensioni di una grande valigia. Le sue ruote da 20 pollici e il centro di gravità ribassato la rendono molto agile, perfetta per districarsi nel traffico cittadino. La posizione di pedalata con la schiena dritta non spaventa nessuno e i freni a disco idraulici sono ottimi. La caratteristica che preferisco è il bottone rosso “boost”, posizionato sul manubrio sotto il pollice sinistro, per avere la massima accelerazione istantanea grazie all'assistenza del motore elettrico. Davvero utile per attraversare velocemente un incrocio o per effettuare un sorpasso o anche solo per divertimento. La GX ha cinque Led sul manubrio per indicare la carica della batteria, ma per maggiori dettagli è disponibile un'app connessa via Bluetooth, che permette al ciclista di personalizzare le modalità del motore e di registrare la distanza percorsa.
Per andare al lavoro o girare in città nel tempo libero, sceglierei, invece, VanMoof. Questo brand olandese è il produttore di e-bike più in crescita al momento, con una gamma di modelli dal design minimal e contemporaneo. Il mio preferito è X3, con ruote da 24 pollici, portapacchi anteriore e una canna superiore con luci integrate davanti e dietro (1.998 euro). Il display, con indicazioni in tempo reale su velocità e batteria, si presenta come una matrice composta da piccoli Led attorno alla canna superiore, per non distrarre il ciclista. Tramite app, è possibile regolare il campanello elettronico scegliendo fra tre tipologie di suono e personalizzare le velocità alle quali la bicicletta cambia automaticamente marcia. Questa modalità di cambio l'ho trovata un po' macchinosa, avrei preferito la classica leva sul manubrio, ma posso capire il vantaggio di avere una cosa in meno a cui pensare. Queste biciclette hanno un bel carattere. La VanMoof si accende con un rumoroso “vuuummmm” di benvenuto, quando vi avvicinate con il telefono in tasca, e mostra un teschio lampeggiante sul display quando scatta l'assordante allarme integrato. Con l'opzione antifurto post-vendita di VanMoof la loro squadra di “cacciatori di biciclette” sarà in grado di rintracciare la bici rubata (ognuna è dotata di gps) e restituirvela entro 14 giorni, altrimenti ve la sostituiranno con una nuova.
Questo per il divertimento in città. Per fare la spesa settimanale, invece, provate a dare un'occhiata ai modelli di bici elettriche cargo GSD del produttore di Taiwan, Tern. La nuova GSD S00 costa tre volte tanto la VanMoof, ma è in grado di trasportare fino a 165 chili e il portapacchi esteso dietro la sella può essere dotato di tutta una serie di accessori, da cuscini e sedute per passeggeri adulti ad apposite sacche con una capienza di 52 litri. «Con biciclette come la GSD ci sono famiglie che si liberano dell'automobile e fanno tutto con l'e-bike», spiega Parsons. «Il costo per spostarsi è quasi nullo: solo tre centesimi per caricarla e avere un'autonomia di 80 chilometri». Provate a trovare un'automobile ugualmente vantaggiosa in termini di carburante.
Non avendo figli, ho provato la Tern trasportando il mio coinquilino, alto 1 metro e 80 per 65 chili di peso e, grazie al motore Bosch, ho pedalato tranquillamente senza versare una goccia di sudore. Anche con tutta la sua capacità di carico, la bici – che pesa 35 chili – può essere riposta in verticale, in modo da occupare poco spazio. E, cosa migliore di tutte, pedalare sulla GSD S00 è stato un vero piacere. Senza il coinquilino sul portapacchi, sfrecciava con lo stile disinvolto di una BMX. La sfida per incentivarne l'utilizzo consiste anche nell'aumentare l'appeal. «Non si può rendere attraente qualcosa che non lo è, ma abbiamo cercato di eliminare almeno il tabù che identifica- va la bici a pedalata assistita come un aiuto alla mobilità per le persone anziane», aggiunge Parsons.
La svolta estetica, però, potrebbe arrivare dalle startup della Silicon Valley e prendere forma in Superstrata, un progetto che è stato definito la Tesla delle e-bike e ha incassato oltre 5,5 milioni di sterline di preordini tramite crowdfunding. I telai personalizzati di Arevo sono stati creati per dimostrarne l'avanzato processo di stampa in fibra di carbonio. «È stato un bel modo di far vedere che cosa siamo in grado di fare con la nostra tecnologia, perché il telaio di una bicicletta è piuttosto complesso», spiega il ceo di Arevo Sonny Vu. Di sicuro si è messo in mostra: la Superstrata stampata in 3D è ancora più resistente delle tradizionali fibre di carbonio e le sue linee futuristiche includono dettagli di design, come la scomparsa della tradizionale canna del sellino. «Per sostenere un design di questo tipo ci vuole un materiale davvero solido, quindi in parte è stato fatto proprio per dimostrare la resistenza della materia prima», dice Vu.
È fondamentale il fatto che Vu abbia un atteggiamento da non-ciclista e sia deciso a vendere la Superstrata anche ai meno esperti. «Non vogliamo solo realizzare biciclette personalizzate, ma anche creare modelli speciali per i diversi Paesi. Per il Giappone abbiamo avviato una collaborazione con il franchise del supereroe Ultraman e stiamo progettando una versione dedicata. In Germania stiamo realizzando un'edizione Time Warp davvero speciale – per richiamare il festival di musica elettronica – che si illumina di notte». L'edizione Superstrata per il Regno Unito è la Oxford (come la via di Londra) e si è guadagnata un posto nelle vetrine di Selfridges la scorsa estate. Se possiamo affermare che le e-bike rappresentano il futuro dei trasporti, Superstrata propone la bicicletta del futuro con qualche anno di anticipo.
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